BORGIA, Alessandro
Nacque a Velletri il 6 nov. 1682 da Clemente Erminio e da Cecilia Carboni. Nel 1695 fu inviato a Roma presso lo zio Giovanni Paolo Borgia, canonico della cattedrale di Velletri, per completare gli studi. Il 6 maggio 1701 ricevette la tonsura e subito dopo gli ordini minori, cosicché ottenne da Clemente XI l'abbazia della SS. Trinità, la cappellania di S. Maria in Conca e il chiericato di S. Maria del Trivio in Velletri. Laureatosi nel 1705 in utroque iure all'archiginnasio della Sapienza, dopo l'ordinazione suddiaconale a Velletri (3 apr. 1706), seguì a Colonia monsignor Giovanni Battista Bussi, arcivescovo di Tarso e nunzio apostolico per le province renane, in qualità di uditore generale della nunziatura. Ordinato diacono dal Bussi il 19 apr. 1710, gli fu concessa dal pontefice la cappellania di S. Maria Maddalena a Velletri e nel 1712 l'arcipretura di S. Maria di Torrecchia. Allorché il Bussi, creato cardinale, lasciò Colonia, il B. resse in qualità di amministratore la nunziatura dal 13 sett. 1712 al novembre 1713, tenendo contemporaneamente il governo delle missioni nelle Provincie Unite, in attesa del nuovo internunzio a Bruxelles monsignor Vincenzo Santini.
Fino all'arrivo di monsignor Girolamo Archinto, che succedeva al Bussi nella nunziatura di Colonia, il B. si limitò a espletare gli affari ordinari, seguendo scrupolosamente le direttive della segreteria di stato e divenendo un attento osservatore e un preciso informatore di quanto avveniva nell'ambito della giurisdizione a lui affidata. Particolari preoccupazioni gli vennero dai giansenisti di Utrecht, la cui influenza in Olanda egli invano sperò di eliminare con la diffusione della bolla Unigenitus che aveva fatto ristampare a Colonia (ottobre 1713):purtroppo, osservava, comunissima era la lettura delle Reflexions morales del Quesnel fra il clero olandese. Fonte di acerbi contrasti era, poi, l'invadenza del marchese di Brandeburgo nella disciplina ecclesiastica, con rivendicazioni giurisdizionali che colpivano l'autorità della nunziatura. Il B. collegava questo atteggiamento delle corti ai nuovi principi di diritto pubblico che si insegnavano nelle università tedesche: consigliava, perciò, alla Curia un rigido controllo delle opere che trattavano tale materia e la solenne condanna delle proposizioni in contrasto con le leggi canoniche.
Durante la sua permanenza a Colonia in qualità di amministratore, fu stipulata fra la Francia, l'Inghilterra, l'Olanda e il Brandeburgo la pace di Utrecht (marzo 1713):il B., che aveva attentamente seguito le trattative in contatto con l'inviato pontificio D. Passionei, la giudicò "di gravissimo danno agl'interessi della nostra santa religione" perché aumentava la potenza degli Stati protestanti, e secondo le direttive ricevute si adoperò con l'arcivescovo di Magonza affinché chiedesse all'imperatore che, nella futura pace di Rastadt, si facesse esplicito riferimento all'art. 4 della pace di Ryswick, che riservava importanti privilegi ai cattolici. Nel lasciare l'amministrazione della nunziatura nel novembre 1713, il B. suggeriva all'Archinto di promuovere un'anacronistica lega difensiva fra i principi cattolici della Germania contro gli eretici (Borg. lat. 308, ff. 109v-119).
Lasciata Colonia il 6 marzo 1714, il B. giunse a Roma il 30 maggio, ove fu nominato protonotario apostolico e, quindi, all'inizio di ottobre governatore di Assisi. Qui, stimolato da Clemente XI che voleva innalzarlo alla dignità vescovile, fu ordinato sacerdote dal vescovo R. Giacobetti il 21 dic. 1715. Ritornato a Roma il 27 maggio 1716, vi fu consacrato vescovo di Nocera Umbra il 12 luglio, entrando nalla sua diocesi il 4 settembre. Nell'aprile 1717 iniziò la sacra visita, ma in sostanza non si adoperò molto per la chiesa nocerina, distratto dall'amministrazione dei suoi benefizi (nel 1718 il papa gli conferì in commenda la badia mitrata, di S. Benedetto di Gualdo Tadino) e dalla stesura dell'Istoria della Chiesa e città di Velletri, che, iniziata prima di partire per la Germania, fu pubblicata, in quattro libri, a Nocera nel 1723. All'inizio del 1719, Clemente XI pensò di affidare al B. il difficile incarico di visitatore apostolico in Cina, per risolvere la delicata e annosa questione dei riti cinesi.
Ricevuto a Roma il 16 gennaio dal papa, il B. si rese conto delle gravi difficoltà che si dovevano superare prima di iniziare la spedizione: vincere, cioè, l'opposizione del re di Portogallo, che temeva dalla visita apostolica una diminuzione del suo diritto di giuspatronato, e costringere i superiori della Compagnia di Gesù a collaborare con il visitatore, accettando la condanna dei riti. Risolte felicemente le trattative con il sovrano portoghese, che sperava in cambio l'istituzione di altri vescovati di patronato regio, oltre a quelli di Pechino, Nanchino e Macao, e l'abolizione dei vicariati apostolici, ai primi di luglio fu decisa dal papa la spedizione. Ma il B., fatta un'accurata indagine circa le intenzioni dei gesuiti, ne rilevò la sostanziale ambiguità: infatti, poiché nel breve Ex illadie (19 marzo 1715), dopo la condanna del culto di Confucio e degli antenati, considerato superstizioso, si permettevano quelle cerimonie che "intra limites civilium, et politicorum rituum contineantur", i gesuiti concludevano che i culti condannati dalla S. Sede come inseparabili dalla superstizione potevano permettersi secondo il senso dello stesso breve come riti semplicemente civili. Impressionava particolarmente il B. il fatto che erano dello stesso parere alcuni cardinali insigni per dottrina. Prospettata la difficoltà a Clemente XI, il B., visto che il papa, da un lato, era intransigente nella condanna dei riti, ma, dall'altro, non era disposto a prendere severi provvedimenti nei confronti della Compagnia (quali il divieto della professione e vestizione), concluse che giunto in Cina sarebbe stato "costretto a imbiancare dei sepolcri, e chiamare bene il male e viceversa, o precipitare le cose con gravissimo danno della missione" (La cronaca della diocesi nocerina, p. 38). Perciò, con la scusa di una malattia, declinò l'incarico che fu affidato a Carlo Ambrogio Mezzabarba.
Rientrato a Nocera, il B. compì la prima visita della diocesi nell'ottobre, recandosi in alcune parrocchie ancora non visitate. Il 15 e 16 apr. 1720 tenne il sinodo diocesano, che non ebbe tuttavia discussioni e decisioni di rilievo. Eletto al pontificato Benedetto XIII (1723), il B. ne ottenne il favore: il 20 nov. 1724 fu promosso all'arcivescovato di Fermo, il 7 dicembre divenne prelato domestico e assistente al soglio pontificio e il 7 genn. 1725 gli fu imposto il pallio. Il 24 febbr. 1725 fece il solenne ingresso nella sua nuova diocesi, iniziando subito la sacra visita che concluse nel 1728. Durante il lunghissimo episcopato fermano (1724-1764) il B. non esplicò un'attività molto significativa: né il sinodo provinciale, convocato nel 1726 (Concilium provinciale firmanum..., 1727), né i tre sinodi diocesani del 1728 (Prima dioecesana synodus S. Firmanae Ecclesiae, Firmi 1728), del 1738 (Secunda... synodus..., Firmi 1738) e del 1752 (Tertia... synodus..., Firmi 1752) si elevano a un dibattito dottrinale elevato; neppure le frequenti visite pastorali ebbero altro scopo che quello dell'attento controllo degli interessi giurisdizionali e patrimoniali del vescovado. Sono da ricordare, comunque, l'istituzione di un orfanotrofio maschile nel 1734 e di un conservatorio per le fanciulle povere nel 1739, e infine la fondazione dell'Accademia degli Erranti nell'anno 1754.
Molte cure il B. dedicò, invece, alla pubblicazione delle sue prediche (Omelie di A. B. dette in varie solennità e funzioni pastorali mentre egli era vescovo di Nocera nell'Umbria, Camerino 1734; Omelie dette da A. B. arcivescovo e Principe di Fermo in varie funzioni pontificali nella stessa città, Camerino 1739; Omelie dette... dall'anno 1738 a tutto l'anno 1744, Fermo 1749; Omelie dette... dall'anno 1745 fino alla festa de' santi apostoli Pietro e Paolo del 1753, Fermo 1757; Omelie dette... dal 1753 fino alla festa dell'Assunta del 1758, Fermo 1759)e alla stesura di opere erudite rimaste inedite. Un posto a parte merita la Benedicti XIII... vita, Romae 1741, che per il suo tono decisamente apologetico del pontificato dell'Orsini non poté essere pubblicata durante il regno di Clemente XII, e che soltanto dopo i tagli imposti dal cardinale F. Fini e dal maestro del Sacro Palazzo poté vedere la luce, all'inizio del pontificato di Benedetto XIV. Di quest'ultimo papa il B. dava, invece, nella sua Chronica... un giudizio complessivamente negativo, facendo proprie le critiche degli ambienti curiali, specialmente nei riguardi della politica concordataria che avrebbe compromesso gli interessi patrimoniali della Camera apostolica. Sul piano dottrinale, tuttavia, il B. aveva condiviso alcune decisioni di spirito muratoriano, quali la diminuzione delle feste di precetto: anzi per primo fra i vescovi, con il consenso di Benedetto XIV, egli pubblicò un Indulto sopra il precetto di astenersi dalle opere servili in alcune feste, Fermo 8 sett. 1746, con la caratteristica doppia motivazione di "togliere l'occasione di molti peccati e provedere ai bisogni de' poveri", provocando la violenta reazione del rigorista cardinale A. M. Querini (sulla polemica vedi Raccolta di scritture concernenti la diminuzione delle feste di precetto..., Lucca 1748).Contro il rigorismo del Querini e di Daniello Concina, il B. si schierò anche nella disputa sulla liceità delle rappresentazioni teatrali, seguendo il parere dei gesuiti che lo attorniavano: fra questi al B. fu molto caro il padre G. B. Scaramelli di cui apprezzava il discusso Direttorio mistico, che non aveva ancora ricevuto allora il permesso di pubblicazione. Dello stesso benignismo sono impregnate molte delle omelie: alcune (la XXII e la XXVI della raccolta pubblicata nel 1749)gli costarono una denuncia al S. Uffizio per l'ottimismo che mostravano circa il numero degli eletti nell'interpretazione del cap. VII dell'Apocalisse: "Vidi turbam magnam, quam dinumerare nemo poterat". Assolto, dopo che ebbe presentato un'accurata giustificazione, fu attaccato dal giansenista P. F. Foggini (Patrum ecclesiae de paucitate adultorum fidelium salvandorum si cum reprobandis fidelibus conferantur mira consensio adserta et demonstrata, pubblicato a Roma nel 1752).
Ammalatosi nel 1759, il B. morì a Fermo il 14 febbr. 1764.
Fonti e Bibl.: Tra i molti scritti inediti del B. conservati nel fondo Borgiano latino della Bibl. Apost. Vaticana, particolare interesse ha la Chronica Sanctae Firmanae Ecclesiae (Borg. lat. 424, ff. 33-327), interrotta al 1758; i ff.1-32 dello stesso codice sono stati pubblicati in versione italiana da A. Alfieri: La cronaca della diocesi nocerina nell'Umbria scritta dal suo vescovo A. B., Roma 1910. Ricco di notizie è anche il vasto epistolario che occupa i mss. Borg. lat. 234-239, 241, 244-245. Per il periodo trascorso presso la nunziatura di Colonia, oltre il già citato Borg. lat. 308, vedi Borg. lat. 232, ff. 1-37: Mem. presentata intorno alla nunziatura, e in Arch. Segr. Vat., Colonia 97-98, i dispacci del B. alla segreteria di Stato dal 1712 al 1713. Si veda, inoltre, Epistolario di L. A. Muratori, a cura di M. Campori, XI, Modena 1907, pp. 5041, 5051, 5127, 5142, 5161; Le lett. di Benedetto XIV al card. de Tencin, I, (1740-1747), a cura di E. Morelli, Roma 1955, p. 298; Novelle letterarie, III (1742), col. 99; XII (1751), col. 663; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 3, Brescia 1762, pp. 1745-1747; Funerale solenne di mons. A. B. arcivescovo e principe di Fermo, Napoli 1764; M. Catalani, De Ecclesia Firmana eiusque episcopis et archiepiscopis, Firmi 1783, pp. 297-306; P. E. Visconti, in E. De Tipaldo, Biografia degli Italiani illustri, I, Venezia 1834, pp. 212 s.; E. Dammig, Il movimento giansenista a Roma nella seconda metà del sec. XVIII, Città del Vaticano 1945, p. 308; A. Vecchi, Correnti religiose del Sei-Settecento veneto, Venezia-Roma 1962, pp. 198, 433, 472; F. Venturi, Settecento riformatore, Torino 1969, ad Ind.;G. Moroni, Diz. di erud. stor. eccl.,ad Indices; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., IX, col. 1222; R. Ritzler-P. Sefrin, Hierarchia catholica..., V, Patavii 1952, pp. 202, 294.