BELIARDI, Alessandro
Nacque a Sinigaglia nel 1723. Non si hanno notizie sui suoi primi ami; pare comunque che si trasferisse assai giovane a Roma, dove probabilmente esercitò qualche ufficio rminore nella curia pontificia. Nel 1749 era però al servizio dell'ambasciatore spagnolo presso la Santa Sede, cardinale Portocarrero, al seguito del quale, nello stesso, anno, si trasferi in Spagna. Da allora si perdono nuovamente le sue tracce per un periodo di circa otto anni.
Sembra verosimile la congettura che egli fosse impiegato in questo-tempo nell'anuninistrazione spagnola del. commercio e delle finanze e che tra il 1752 e il 1755 fosse tra i numerosi agenti segreti che il duca di Duras, ambasciatore francese presso Ferdinando VI, aveva arruolato. nei vari dicasteri spagnoli con il compito di fornirgli notizie riservate sulla politica del governo di Madrid, allora tutt'altro che incline a una stretta collaborazione con il governo "cugino" di Versailles: attività questa che appunto nel 1755 costò al Duras il richiamo, in seguito aid una risentita protesta spagnola. Questa congettura può soddisfacentemente spiegare come il Bsu cui per un periodo così lungo i documenti non forniscono notizie, fosse poi chiamato nel 1757 a sostituire il Partyet nell'importante carica di agente generale francese del commercio e della marina in Spagna (la nomina ufficiale gli fu inviata il 3 aprile 1758). La nomina del B. veniva a coincidere s ia con gli inizi del ministero del duca di Choiseil, sia con quelli del regno di Carlo III di Borbone, passato nel 1759 dal trono di Napoli a quello di Spagna. Questi due avvenimenti segnarono una importante svolta nelle relazioni di politica generale e di politica commerciale dei due paesi. Il regno di Ferdinando VI di Borbone aveva infatti permesso che si instaurasse in Spagna l'incontrastato predominio economico - e, in una certa misura, anche politico - dell'Inghilterra. Il grande programma dello Choiseul, che ebbe un primo essenziale successo con la stipulazione del patto di famiglia del 1761, fu quello di sostituire l'influenza francese - sia, sul piano politico sia su quello economico, divenendo infine prevalente quest'ultimo sul primo - a quella inglese: il B. ne fu in Spagna, nonostante il carattere subordinato della sua carica ufficiale, l'effettivo interprete.
La carica di agente generale francese per ilcommercio e la marina in Spagna - stabilita con carattere permanente sin dal principio del sec. XVIII, durante la guerra di successione spagnola - non comportava ufficialmente altri compiti se non quelli di una coordinazione dei vari consolati francesi, di una, intermediazione tra essi ed il governo di Versaffles eAella sorveglianza della regolare applicazione delle norme commerciali vigenti. Compiti tanto più limitati, finché rimase prevalente l'aspetto politico-militare delle relazioni tra Francia e Spagna. Quando, con lo Choiseul, divenne invece del tutto primario in questi rapporti il momento economico, anche la carica di agente generale, proprio negli anni in cui essa fu affidata al diplomatico marchigiano, acquistò una importanza nuova. Questo a maggior ragione in quanto il massimo rappresentante del governo francese in Spagna, il marchese Pierre Paul d'Ossun, nominato anche lui a Madrid nel 1758, mostrò subito di non essere il rappresentante migliore dell'ambizioso programma dello Choiseul. Il d'Ossun era infatti una tipica figura di diplomatico tradizionale, più accorto nelle schermaglie politiche che consa pevole dell'importanza fondamentale che andavano: assumendo nelle relazioni internazionali le questioni economiche. Inoltre era personalmente assai devoto a Carlo III, presso il quale aveva rappresentato il suo paese sin da quandw era ancora sul trono di Napoli: era pertanto del tutto alieno da ogni iniziativa che potesse apparire scorretta o inframmettente nei riguardi del governo di lui. Gli spregiudicati piani dello Choiseul, l'effettivo carattere tutorio che venne con lui assumendo la politica commerciale francese verso la Spagna, non potevano dunque esprimersi attraverso di lui. Di questo il governo di Versailles era perfettamente consapevole e la designazione del d'Ossun a Madrid fu determinata soltanto dal desiderio di rendere omaggio a Carlo III, il quale, formalista com'era, apprezzava assai la discrezione e la devozione ossequiosa dell'aristocratico francese. Quest'ultimo finì dunque per essere sostanzialmente scavalcato nelle più importanti trattative con, il governo madrileno dal B. e limitato ad una funzione che sarebbe forse eccessivo definire decorativa, ma che certamente non aveva tutta l'autorità e la responsabilità che la carica ufficialmente attribuiva. Di qui nacquero rapporti naturalmente difficili con l'agente generale del commercio e della marina, sul quale il d'Ossun, all'occasione, non mancò di far pesare il proprio risentimento.
A bilanciare l'ostilità dell'ambasciatore il B. poté in ogni modo contare sull'appoggio pressoché incondizionato dello Choiseul dal quale, insieme con altri riconoscimenti, ottenne il titolo, annesse naturalmente le cospicue rendite, dell'abbazia di Saint-Florent, per cui il diplomatico marchigiano figura nei documenti del tempo con il nome di abate Beliardi.
Il primo quinquennio dell'attività del B. nella sua importante carica fu un periodo di studio e di documentazione sui rapporti commerciali tra la Francia e la Spagna e tra quest'ultima ed altri paesi, in preparazione dei successivi accordi economici realizzati nel quadro delle trattative per il terzo patto di famiglia. Nel vastissimo materiale approntato dal B. fa spicco l'inchiesta da lui diretta, in collaborazione con un funzionario inviato in Spagna per quella occasione, tale Lafrète, nel quadro della "Grande enquéte consulaire" disposta dal controllore generale Bertin in tutti i paesi con i quali la Francia manteneva relazioni conu-nerciali, in vista di un riesame generale delle tariffe di importazione e di esportazione.
Il materiale raccolto poi dal B. sotto il titolo di Recueil des mémoires formés par les consuls de France consta di diciassette inchieste realizzate localmente dai consolati (tre a Cadice, una a Siviglia e in Biscaglia, Navarra, Asturie, Galizia, Canarie, Valencia, Orano, Murcia e Andalusia e tre a Cartagena), nelle quali erano esaminati i regolamenti generali spagnoli sul commercio, le tariffe di importazione ed esportazione, i regolamenti sulla navigazione, le richieste spagnole in materia di commercio con la Francia. A questa inchiesta il B. aggiunse per proprio conto, oltre a varie memorie sul commercio francese a Madrid ed in Navarra, sul commercio dello zucchero e su altre questioni. particolari, un Grand mémoire sur le commerce des Indies, in cui non soltanto elenca una grande quantità di dati relativi al commercio nei territori ispano-americani, le notizie sul contrabbando esercitatovi dagli Inglesi e dagli Olandesi e un esame delle ragioni storiche che hanno impedito un migliore sviluppo economico del grande impero d'oltre oceano, ma propone anche una serie di misure atte a suo parere a riformare la situazione economica di quei territori, a vantaggio sia della Spagna sia del commercio francese.
Il B. non limitò in questo periodo preapatorio i suoi compiti soltanto all'appuntamento della documentazione richiesta dal suo governo: collaborò invece attivamente alla formulazione delle direttive nuove della politica francese in questo settore, divenuto di importanza fondamentale, con una serie di memorie per il duca di Choìseul o per altri ministri e funzionari francesi che si conservano manoscritte, come tutta la documentazione relativa alla sua attività tra il 1757 ed il 1770, nella Biblioteca Nazionale di Parigi.
Tra esse occorre almeno ricordare, per questo periodo di impostazione, la memoria intitolata Comment les Espagnols regardent le commerce avec les etrangers, le Réflexionsréservées pour le ministère de France au suiet d'un plan et d'un arrangement général avec la cour d'Espagne (navigation explication du pacte de famille, extraction de piastres, commerce, privilèges personnels des Français) ed infine la memoria intitolata Utilité que les deux nations doivent retirer de leurs productions. L'idea centrale di questi scritti del B., in perfetta corrispondenza con le intenzioni della politica inaugurata dallo Choiseul, è che l'alleanza politica e militare tra le due potenze borboniche deve essere tradotta in una più vasta collaborazione economica se si vuole effettivamente equilibrare, la preponderanza inglese, giacché questa è fondata su una indiscutibile superiorità economica che né i due successivi patti di famiglia tra Francia e Spagna avevano modificato, né i "Gremios Mayores" di Madrid si mostravano disposti a scalzare in cambio dei prqblematici vantaggi che venivano offerti da parte francese. Inoltre la figura stessa del mercante francese, quale si era venuta diffandendo in Spagna dopo la guerra 41 successione, era tutt'altro che popolare: sì trattava infatti di piccoli mercanti, ad immediato contatto con i ceti popolari spagnoli, nei quali si alimentava l'opinione che essi si arricchissero con troppa facilità e con scarsi scrupoli. Il commercio con l'Inghilterra, invece, si svolgeva soltanto su scala nazionale, non creava attriti notevoli con la popolazione e anzi, richiedendo in cambio di prodotti manifatturati i prodotti fondamentali dell'agricoltura spagnola, apriva a questa degli sbocchi commerciali che difficìlmente potevano essere garantiti nella stessa misura dal vicino paese mediterraneo. Con queste difficoltà psicologiche ed economiche veniva quotidianamente a scontrarsi nella sua attività il Beliardi.
In realtà niente era più lontano dalla concreta situazione in cui si ponevano le, prospettive di collaborazione econonuca tra i due paesi, e dagli stessi ambiziosi programmi dello Choiseul, di questo piano di parità che il B. proponeva per i futuri rapporti commerciali. Era naturale che la maggiore potenza militare ed economica della Francia dovesse tradursi in un maggior. suo vantaggio anche nei rapporti con l'alleata "di famiglia". E infatti nei piani dello Choiseul la lotta - politica e commerciale - contro l'Inghilterra doveva avere come necessariaconclusione la sostituzione della Francia all'Inghilterra in tutte le posizioni chiave che quest'ultima deteneva non soltanto nel territorio spagnolo, ma, soprattutto, nelle colonie americane. Del, resto questo programma fu largamente presente allo stesso B., specialmente nelle molte proposte da lui avanzate a proposito di una riforma economica nei territori ispano-americani ed in quella, della fine, del 1761, di una serie di vantaggi commerciali da assicurare alla Francia nel Mediterraneo in caso di cessione di Minorca alla Spagna.
Terminata nel 1763 tutta questa attività di informazione e di elaborazione delle direttive della politica commerciale francese, il B. fu convocato a Parigi, dove, in una serie di incontri con lo Choiseul e con il Praslin, furono concordate una serie di richieste da avanzare al governo spagnolo per il miglioramento delle comunicazioni all'intemo della penisola, per maggiori facilitazioni al commercio francese sia nel territorio nazionale sia nelle colonie e per una limitazione dei privilegi accordati all'Inghilterra. Durante il suo soggiorno parigino, protrattosi dal dicembre del 1763 al maggio del 1765, il B. lavorò in collaborazione con lo Choiseul alla redazione di un Mémoire pour l'Espagne, che fu poi inviato dal ministro francese al Grimaldi, ministro spagnolo degli affari esteri, come piattaforma per l'applicazione degli accordi di collaborazione economica concordati a margine del terzo patto di famiglia. Al suo ritorno in Spagna, poi, il B. prese immediatamente contatto con i ministri Grimaldi e Squillace continuando i negoziati che si rivelarono subito abbastanza complessi: conclusa la guerra dei sette anni sembrava: infatti aprirsi un lungo periodo di pace, sicché pesava nelle contrattazioni l'intenzione reciproca di non compromettere con una troppo sbrigativa conclusione i futuri vantaggi che ciascuna delle parti avrebbe potuto trarre dall'accordo; così si moltiplicavano, sia da parte dello Squillace e del Grimaldi, sia da parte del B., le richieste, le precisazioni, i rinvii.
Il diplomatico marchigiano teneva assiduamente al corrente dei negoziati, del tutto sfuggiti dalle mani del d'Ossun, il governo di Parigi, con le sue solite relazioni conservate manoscritte in quella Biblioteca nazionale. I titoli delle più notevoli tra, esse sono: Etat général de ce que les nations fournissent à l'Espagne et de ce qu'elles en retirent; Etablissement des chambres de commerce en Espagne, connues sotas le nom de consulats; Objets à avoir presents.
Sin dalla fine del 1765 però il ritmo delle trattative cambia completamente ed il B. può cominciare a vantare un primo importante successo del suo lavoro: il 16 ottobre di quell'anno infatti Carlo III emise una "ordinanza" di grande importanza, abbassando le tariffe dell'esportazione dai porti spagnoli per le merci dirette nelle colonie d'America. Il B., in un suo Exanion du nouveau réglement sur le commerce libre des iles espagnoles riteneva infatti che tale misura avrebbe fortemente colpito il commercio inglese di contrabbando nell'America spagnola: essa dimostrava inoltre che il governo spagnolo si andava ormai decisamente avvicinando alle richieste francesi. È però a partire dall'anno successivo che le trattative tra il B. e il ministero, di Carlo III si avviano decisamente verso la conclusione: la difficile situazione spagnola in America, determinata dall'insorgere continuo di conflitti con gli Inglesi, induce il governo di Madrid ad affrettare i tempi di un. accordo generale con la Francia, per un'aueanza che permetta di resistere validamente agli Inglesi nelle colonie. Tale atteggiamento ha naturalmente la sua immediata ripercussione anche nei negoziati ai quali partecipa il B., che culminano nella stipulazione delle convenzioni del 2 genn. 1768 e del 13 marzo 1769, realizzate sulla base di un Plan de la convention concertée entre les cours de France et d'Espagne pour l'intelligence de l'article 24 du Pacte de famille et autres points relatifs à la navigation des deux pays, redatto dal B. in seguito ai colloqui con lo Squillace ed il Grimaldi ed inviato allo Choiseul il 27 nov. 1766. I vantaggi acquisiti dalla Francia in queste convenzioni furono in realtà abbastanza modesti: il B. ottenne che fossero eliminate per le-navi francesi le lungaggini della cosiddetta "visita de fondeo", cioè dell'ispezione doganale alle navi che scaricavano merci nei porti spagnoli; che fossero definite le attribuzioni delle rappresentanze consolari; che fosse concessa ai Francesi la libertà di pesca nelle coste della penisola spagnola ed infine che fossero garantiti, alla Francia i medesimi privilegi economici che il trattato di Utrecht aveva attribuito all'Inghilterra. Ma la modestia dei risultati era largamente compensata dalle ampie prospettive che gli accordi aprivano alla penetrazione francese in America. Le aspirazioni dello Choiseul e del B. a questo proposito trapelano chiaramente da una serie di scritti dell'agente generale: Mémoires sur les contestations de la France et de l'Espagne à Saint-Domingue; Mémoire concernant les limites des possessions françaises à Saint-Domingue; Mémoire sur les Antilles; Mémoire sur la Luisiane et sur Cayenne. In essi si delinea chiaramente il progetto francese di fondare sul controllo della Martinica, di San Domingo e della Guaiana una vasta influenza francese nell'America Centrale e Meridionale e, attraverso l'acquisto di uno scalo o di un'intera isola nelle Filippine, di avviare un'intensa attività commerciale tra la Cina e le Indie occidentali; su queste bagi, secondo il B. I e su quelle di un intenso rapporto politico e commerciale con le colonie spagnole, si sarebbe potuto contrastare con successo l'espansione inglese dall'America Settentrionale al Golfo del Messico ed al Brasile ed avv. lare la costituzione di un grande impero coloniale, francese che avrebbe avuto la sua, definitiva sanzione in una guerra coloniale decisiva con l'Inghilterra. Tali prospettive eraito del tutto condivise dallo Choiseul, il quale anche riteneva che il laypro diplomatico del B. a Madrid avesse contribuito notevolmente a definirle e a renderle più concrete.
In realtà, durante l'ultimo quinquennio del governo dello Choiseul il B. divenne il più attivo e vicino collaboratore del ministro francese. Anche i suoi incontri con lui divennero più frequenti, giacché si recò due volte a Parigi per discutere gli sviluppi delle trattative. Ma egli non limitò la sua collaborazione soltanto agli aspetti commerciali della politica francese: numerosi suoi scritti e note attestano infatti che egli partecipò attivamente alla elaborazione dei criteri della riforma marittima progettata dallo Choiseul. Nel 1768, poi, il B. giunse anche a proporre allo Choiseul, in certe sue Réflexions sur une guerre particulière entre la France et la Grande-Bretagne, un completo piano di guerra contro l'Inghilterra.
Lo scritto è articolato in un gruppo di studi separati nei quali il B. studia il piano di una serie di campagne in cui deve svilupparsi una guerra decisiva contro l'Inghilterra: le operazioni vanno condotte, egli sostiene, in modo da colpire l'avversarío sia nel suo territorio metropolitano, con uno sbarco in forze in Inghilterra, sia sul mare, con uno sforzo diretto ad annullare la prevalenza della sua flotta, sia nelle colonie (il B. propone una spedizione nella Giamaica), sia infine nel suo sistema di alleanze, portando la guerra sul territorio portoghese ed in Brasile. Lo Choiseul adottò poi alcune proposte del B., ma nella sostanza rifiutò. il piano che gli parve, come scriveva allo stesso B. da Fontainebleau il 12 nov. 1768, eccessivamente ambizioso e largamente peccante di inesperienza. In ogni modo il progetto dimostra che la collaborazione del B. con lo Choiseul riguardava ormai l'intero arco della politica estera francese.
Il prestigio acquistato in questo periodo dall'abate di Sinigaglia corrisponde perfettamente alla crescente importanza delle sue funzioni. Alla corte spagnola egli è il vero rappresentante del vicino paese, l'interlocutore abituale dei ministri spagnoli, da Squillace a Grimaldi, a Múzquiz. Anche, le sue fortune finanziarie dovettero giovarsi parecchio della sua influenza politica: in questo periodo risulta infatti associato al de La Borde, banchiere della corte. Ma la sua fortuna, come del resto quella dei grandi progetti che egli veniva esponendo nelle sue relazioni e memorie, era del tutto connessa all'appoggio che poteva dargli lo Choiseul. Così, quando nel 1770 il duca fu esonerato dalla direzione del governo francese, anche il B. venne progressivamente perdendo la sua influenza. Il marchese d'Ossun per conto suo fu pronto a sfruttare l'occasione favorevole per., sbarazzarsi di un così invadente collaboratore: lo denunciò alla corte spagnola come un intrigante, a quella francese come un fedele agente del ministro caduto in disgrazia e ne ottenne infine l'esonero. Invano il B. cercò di usare in propria difesa le potenti relazioni che era venuto stabilendo in dodici anni di intensa attività: era troppo legato allo Choiseul perché le sue resistenze potessero avere successo. Dovette così abbandonare la Spagna e recarsi in Francia, dove, nel 1772, raggiunse lo Choiseul nell'esilio che questi si era scelto a Chanteloup. Qui il B. rimase, fedele compagno di disgrazia, con il suo vecchio protettore finché questi morì. Ottenne allora dal governo di poter esercitare a Sinigaglia le modeste funzioni di console francese e fece ritorno nella città natale.
Morì a Sinigaglia nel 1803.
Bibl.: P. Muret, Les papiers de l'abbé B. et les relations commerc. de la France et de l'Espagne au milieu du XVIIIe siècle, in Revue d'hist. moderne et contemp., IV(1903), pp. 657-672; V.Rodriguez Casado, La politica y los Politicos en el reinado de Carlos III, Madrid 1962, pp. 97, 102-104.