ARNABOLDI, Alessandro
Nacque a Milano il 19 dic. 1827. Laureatosi in legge a Pavia, entrò, ubbidendo alla volontà paterna, negli uffici dell'amministrazione comunale milanese. Si mise in evidenza con un'ode al Parini, per l'inaugurazione a Bosisio del monumento al poeta. Il suo primo volume, Versi,apparso a Milano nel 1872, lo rese immediatamente celebre; Francesco Dall'Ongaro ne rilevò la originalità e ben presto qualche sua poesia apparve anche tradotta in raccolte inglesi e tedesche. Il successivo volume, Nuovi versi (Milano 1888), confermò la qualità della sua prima poesia, pur recando già i segni dell'esaurimento dell'ispirazione.
La novità della sua poesia consistette nel trattare in forma tradizionale, corretta e dignitosa, contenuti nuovi derivati dalla cultura e dalla realtà politico-sociale. Al culto del Parini egli unì significativamente lo studio assiduo del Goethe e della sua poesia "oggettiva", esempio insuperato di quell'ideale unità tra poesia e scienza che l'A. apprese a perseguire dal positivismo e che considerava unico mezzo per riconquistare al mondo serenità e sicurezza. Una certa vena religiosa e panteistica, infatti, si ritrova sempre nella sua ispirazione, anche quando affronta i concreti e complessi problemi del suo tempo come quello della condizione operaia e della lotta delle classi (nelle poesie Banche popolari e Una filandaia), o del progresso (in Il traforo delle Alpi),oancora dei rivolgimenti politici (in Francia). Ma raramente l'A. riuscì a trovare accenti di autentica poesia; come ha osservato il Croce, egli rimane un versificatore tipicamente oratorio che scade nella più fredda e prosaica discorsività nei componimenti in cui si abbandona alla descrizione delle bellezze naturali (Magna Grecia e Sicilia).
La sua opera più notevole è, forse, il poemetto La suonata del diavolo, che ricostruisce uno strano e fantastico sogno del musicista G. Tartini. Quando l'A. lasciò il suo impiego, si ritirò a Bosisio, dove visse per quasi tutto il resto della sua vita; si spense a Milano l'8 sett. 1896.
Bibl.: G. Chiarini, La poesia non muore, in Nuova Antologia, XCIX(1888), pp. 589-604; R. Barbiera, Immortali e dimenticati, Milano 1901, pp. 389-405; G. Quarantotto, Un cantore poco noto di G. Tartini, in Pagine istriane, VIII(1910), pp. 64 ss.; R. Barbiera, Il villaggio del Parini e il poeta A. A., in Nuova Antologia, CXXXIII(1922), pp. 235-242; B. Croce, La letteratura della nuova Italia, V, Bari 1950, pp. 119-122.