ARALDI, Alessandro
Pittore parmense, ricordato da non pochi documenti, che, se non ci dànno l'anno preciso della sua nascita (probabilmente intorno al 1460), ci dicono che nel 1510 e 1514 lavorava in S. Paolo a Parma, dove rimangono sue pitture murali; che ornò in quel monastero una sala con allegorie e grottesche; che nel 1522 gli furono commessi affreschi per il Duomo, scomparsi; che lavorò a Mantova; e che morì di peste nel 1528. Dipinti suoi sono nella Galleria di Parma, in S. Paolo, in qualche altra raccolta. Fu pittore di nessuna inventiva, assimilatore dei concetti altrui, del Francia, di Raffaello, del Costa, del Sodoma, del Mantegna, soprattutto del Pinturicchio; ed è ammissibile l'ipotesi di Corrado Ricci, che nel periodo 1507-1510, quando di lui non si hanno notizie in patria, vivesse a Siena, dove lavorava in quel tempo il Pinturicchio. Le pitture dell'A. nella cella di S. Caterina a Parma, cui il Venturi avvicinò un'ancona del Louvre già data al Bianchi Ferrari, non mancano tuttavia di delicatezza, pur con evidenti ricordi del Francia e, su tutti, del Costa. Forse crebbe alla scuola dei Mazzola prima, di quella bolognese, direttamente o no, dopo; finché un deplorevole ecletticismo lo sedusse a danno dell'arte sua.
Bibl.: A. Venturi, Storia dell'arte it., VII, III, Milano 1914.