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ANTONELLI, Alessandro

di Giovanni Chevalley - Enciclopedia Italiana (1929)
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ANTONELLI, Alessandro

Giovanni Chevalley

Architetto, nacque nel 1798 nel comune di Ghemme Novarese dal notaio Costanzo Antonelli e da Angiola Bozzi. La sua famiglia, originaria di Roma, si era stabilita nel comune di Maggiora (Novara) dove ebbe investiture feudali e uomini illustri nelle scienze, nelle armi e nei pubblici negozî. Alessandro fu il secondogenito di numerosa prole. Studiò a Milano dove compì i corsi ginnasiali e liceali, dedicandosi in pari tempo agli studî del disegno nell'Accademia di Brera. Si trasferì poi a Torino per gli studî superiori (vi seguì gl'insegnamenti neoclassici del Bonsignore, l'architetto della chiesa della Gran Madre di Dio, che è una imitazione del Pantheon). Conseguito il diploma di ingegnere-architetto nel 1824, fu ammesso negli uffici tecnici del demanio e destinato ai lavori per la costruzione della Curia Massima (oggi Palazzo della corte d'appello) che si proseguivano conformemente ai progetti del Juvara e dell'Alfieri. Nel 1828 vinse un concorso per un posto governativo di perfezionamento a Roma, dove poté studiare i monumenti antichi. Frutto di questi studî fu la redazione di un audace progetto di sistemazione urbanistica del centro di Torino che menò rumore, perché contemplava fra l'altro la demolizione del Palazzo Madama e del bellissimo scalone del Juvara, della Galleria d'armi e del Duomo, e costruzioni sulle aree del giardino reale, ecc. Nel 1836 prese a professare e tenne la cattedra di architettura, ornato e prospettiva nell'Accademia Albertina di Torino fino al 1857: nel contempo ebbe numerosi incarichi professionali a Torino e nel Novarese.

Questo architetto è stato reso celebre dall'arditezza, e, diciamo pure, anche dalla stranezza delle sue costruzioni, fra cui primeggia la cosiddetta Mole Antonelliana di Torino, causa di acerbe critiche e di entusiastiche lodi. Staticamente in questo edificio l'A. cercò di assimilare la costruzione laterizia a quella metallica: artisticamente compì la più curiosa applicazione delle forme classiche, con risultato assai dubbio. Ad ogni modo la guglia della mole si lancia arditamente verso il cielo a 168 m. dal suolo, costituendo oramai una delle più note caratteristiche del panorama di Torino. Né meno ardita è la cupola che l'A. ha sovrapposto alla bella chiesa di S. Gaudenzio a Novara, architettura di Pellegrino di Tibaldo Pellegrino. Il singolare monumento s'innalza a 125 m. finendo però in tal modo con lo schiacciare il tempio ed il vicino campanile dell'Alfieri. In queste due opere l'A. dimenticò indubbiamente che le opere architettoniche debbono giudicarsi in relazione all'uso a cui sono destinate; ma esse valsero ad ogni modo a far conoscere universalmente il suo nome. A Novara l'A. ricostruì anche il Duomo, e nel comune di Boca progettò il grandioso Santuario del crocefisso. Numerose opere furono da lui compiute o solo progettate per amministrazioni pubbliche e per privati a Torino, nel Novarese, ad Alessandria, a Casale, ecc.

Deputato al parlamento subalpino, consigliere comunale di Torino, consigliere provinciale di Novara, morì nel 1888.

Bibl.: C. Boito, Questioni pratiche di belle arti, Milano 1893; A. Corna, Diz. della Storia dell'arte in Italia, Piacenza 1915, p. 17; Donghi, Not. di architetti antichi e moderni, Torino 1900, p. 98; Ingegnere Civile, I (1875), p. 14; III (1877), tavv. 13, 14; XIV (1888), p. 34; Architettura pratica, II; Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, I, Lipsia 1907.

Vedi anche
Juvarra, Filippo Architetto (Messina 1678 - Madrid 1736). Allievo a Roma di C. Fontana, si occupò dapprima di architettura teatrale e di scenografia. Assunto al servizio di Vittorio Amedeo II, come primo architetto civile del re, fu molto attivo a Torino: facciata di S. Cristina e castello di Rivoli (1715); quartieri ... Carlo Albèrto re di Sardegna Figlio (Torino 1798 - Oporto 1849) di Carlo Emanuele principe di Carignano e di Maria Cristina di Sassonia-Curlandia, ebbe genitori di tendenze apertamente liberali e, educato a Parigi e a Ginevra, fu sottotenente dei dragoni nell'esercito napoleonico. Tornò nel Piemonte nel maggio 1814 e, erede presuntivo ... arte In senso lato, ogni capacità di agire o di produrre, basata su un particolare complesso di regole e di esperienze conoscitive e tecniche, quindi anche l’insieme delle regole e dei procedimenti per svolgere un’attività umana in vista di determinati risultati. Il concetto di a. come tèchne, complesso di ... letteratura In origine, l'arte di leggere e scrivere; poi, la conoscenza di ciò che è stato affidato alla scrittura, quindi in genere cultura, dottrina. Oggi s'intende comunemente per l. l'insieme delle opere affidate alla scrittura, che si propongano fini estetici, o, pur non proponendoseli, li raggiungano comunque; ...
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