AMERIO, Alessandro
Nacque a Nizza Monferrato (Asti) il 24 luglio 1876 da Luigi e da Teresa Fossa. Laureatosi nel 1897, fu dapprima assistente di A. Naccari, titolare di fisica sperimentale a Torino, e quindi, dal 1898 al 1902, assistente e poi aiuto presso la stessa cattedra tenuta da A. Roiti presso il R. Istituto di studi superiori e di perfezionamento di Firenze.
Successivamente si dedicò all'insegnamento medio e dal 1906 fu professore di fisica nell'istituto tecnico di Messina. Qui il terremoto del 1908 sconvolse i piani della ricerca che egli aveva iniziato, relativa ad un metodo per la determinazione esatta della temperatura della fotosfera solare.
Trasferitosi a Padova, continuò ad insegnare negli istituti tecnici e inoltre divenne professore incaricato di misure elettriche presso la Scuola di applicazione per gli ingegneri di Padova. Durante la prima guerra mondiale venne militarizzato e assegnato al Comando di difesa antiaerea di Venezia. Nel 1920 risultò primo vincitore del concorso per la cattedra di fisica sperimentale dell'università di Messina, che ricoprì fino al 1924, quando ottenne il trasferimento a Pavia; dal 1928 insegnò al politecnico di Milano, dove rimase fino al suo collocamento a riposo.
L'A. era divenuto socio dell'Accademia nazionale dei Lincei (1925), dell'Istituto lombardo di scienze e lettere, dell'Istituto veneto di scienze lettere e arti, dell'Accademia delle scienze di Torino e dell'Accademia peloritana. Nel 1957 fu insignito della medaglia d'oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte.
Morì a Milano il 1º apr. 1965.
Il terremoto di Messina aveva provocato all'A. la perdita degli strumenti e del materiale relativo ai lavori già iniziati. Per incoraggiarlo a proseguire la ricerca, la Società italiana dei fisici nel 1909 gli conferì la medaglia d'oro. Nel biennio successivo il suo programma di studio gli fu consentito grazie al premio Joule fondato dalla Royal Society di Londra in favore di un giovane scienziato che si occupasse di ricerche sperimentali di termodinamica (l'importo era di 100 lire sterline): la designazione del suo nome venne dall'Accademia nazionale dei Lincei, alla quale nel 1910 spettava il conferimento del premio (per statuto ogni biennio tale scelta era fatta a turno dalle accademie nazionali).
Per determinare le misure degli assorbimenti atmosferici, egli si servì del terrazzo dell'istituto di fisica dell'università di Roma, dell'osservatorio di Alagna (1.200metri sul livello del mare), dell'osservatorio del colle d'Olen (circa 3.000 metri sul livello del mare) e dell'osservatorio Regina Margherita sulla Punta Gnifetti, la seconda cima del monte Rosa (quasi 4.600 metri d'altitudine). L'A. accumulò così un enorme materiale di osservazioni, che trasmise poi all'Accademia in quello che rimane il suo più importante lavoro scientifico (Ricerche sullo spettro e sulla temperatura della fotosfera solare, in Memorie dell'Accad. naz. dei Lincei, cl. di sc. fis., mat. e nat., s. 5, X [1914], pp. 321-383), lodato "per la novità del metodo … e la precisione del risultato raggiunto" (ibid., p. 321) dai due lincei, P. Blaserna e V. Volterra, che ne furono i presentatori.
Fra le conclusioni più importanti delle sue misure, l'A. stesso elencò la determinazione della temperatura della fotosfera solare, intorno ai 6.900 gradi centigradi; l'accertamento che lo spettro della fotosfera solare è molto simile allo spettro del corpo nero avente la stessa temperatura, la constatazione che la distribuzione apparente dell'energia totale sul disco solare varia con l'altezza sul livello del mare.
Sulla scia degli studi intrapresi, l'A. ideò nel 1918 un pireliometro integrale per misure solari, che prese il suo nome (Pireliometro integrale, in Rend. dell'Accad. naz. dei Lincei, cl. di sc. fis., mat. e natur., s. 5, XXVII [1918], pp. 288-293).
Oltre all'astrofisica gli interessi scientifici dell'A. si estesero poi alla fisica atomica, al magnetismo e alla fisica delle basse temperature. In quest'ultimo settore operò riuscendo a dotare verso la metà degli anni Trenta l'istituto di fisica del politecnico di Milano di un impianto per la liquefazione dell'idrogeno. Ideò altresi un metodo per la misura della velocità del suono nei liquidi (Nuovo metodo per misurare la velocità del suono nei liquidi, ibid., s.6, IX [1929], pp. 262 ss.) e studiò altri temi tra cui le variazioni discontinue nella magnetizzazione, prodotte da azioni meccaniche e dal calore (Variazioni discontinue nella magnetizzazione prodotte da azioni meccaniche, in Rend. dell'Ist. lombardo di scienze e lettere, s. 2, LXIV [1931], pp. 861-864). In campo didattico fu autore di manuali di fisica per i licei e gli istituti tecnici, che incontrarono accoglienza molto favorevole; pubblicò altresì un testo di fisica sperimentale per il corso di fisica del politecnico di Milano (Fisica sperimentale, Messina 1932-36).
Bibl.: Gli scritti dell'A., sparsi in moltissimi articoli e saggi, sipossono trovare rilegati in tre volumi miscellanei presso la Biblioteca centrale del politecnico di Milano (il primo comprende gli scritti dal 1899 al 1927, il secondo quelli dal 1928 al 1948; nel terzo sono stati raccolti opuscoli dal 1909 al 1949 che - per il loro formato più grande - non potevano essere rilegati nei primi due). Per la biografia dell'A. è sufficiente L. Giulotto, A. A. Cenno commemorativo, in Rend. dell'Ist. lombardo di scienze e lettere, XCIX (1965), pp. 121-123.