ALLORI, Alessandro
Pittore. Nacque a Firenze il 3 maggio 1535; a cinque anni, perduto il padre, Cristofano di Lorenzo, venne raccolto da un amico, forse parente del padre, Agnolo Bronzino. Presto diventò suo aiuto e cercò d'impossessarsi dello stile di lui conservandolo devotamente fino all'ultimo, ma rendendolo pesante, plumbeo e superficiale. Del maestro ebbe però più spontaneo senso d'immaginazione, né gli mancarono grandiosità di concetto e gusto decorativo. A 17 anni aveva già dipinto una tavola; a 19 andò a Roma per studiarvi Michelangiolo nel Giudizio universale, e ne rimase sempre un tenace imitatore. Tornato dopo cinque anni a Firenze vi cominciò la sua vastissima produzione dipingendo nel 1560 la cappella Montauto alla SS. Annunziata. Quindi palazzi e ville e tutte le chiese di Firenze e dintorni rinnovate in quel tempo, si ornarono di suoi dipinti, sempre datati e firmati; né l'A. dimenticò mai fino all'ultimo l'aggiunta del nome del Bronzino, tanto che alla morte di questo il soprannome di Bronzino rimase a lui e alla sua discendenza; ciò che ha generato talvolta confusione tra le opere di quei maestri. In un libro di ricordi l'A. ha registrato i proprî lavori dal 27 giugno 1579 al 20 ottobre 1584. Nel 1590 scrisse un Dialogo sul disegnare le figure. Sempre rimanendo fedele alla tradizione del Bronzino e di Michelangiolo contro gl'innovatori venezianeggianti, tra i quali suo figlio Cristofano stesso, cercò fino all'ultimo di migliorarsi, come si vede nel Sacrifizio d'Isacco del 1601 ove si segna: Alessandro Bronzino Allori ch'altro diletto ch'imparar non provo. Morì il 22 settembre 1607.
Le sue opere più importanti in fresco sono: del 1577 la cappella Gaddi in S. Maria Novella; del 1579-82 varie decorazioni nel palazzo Salviati oggi del Credito Toscano; del 1579-82 g]i affreschi di Poggio a Caiano; del 1581 la decorazione del braccio orientale degli Uffizî eseguita dai suoi discepoli; del 1584 il Miracolo della Manna nel refettorio di S. Maria Novella; del 1588 la cappella Salviati in S. Marco. Tra le sue più belle tavole: del 1870-71, le due nello studiolo di Palazzo Vecchio; del 1577, Cristo e l'Adultera in S. Spirito; del 1581, la Resurrezione nel Carmine a Pisa con l'iscrizione: Si latrabo latrabis: del 1596, il S. Fiacre nella sagrestia di S. Spirito.
Bibl.: E. Schaeffer, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, I, Lipsia 1907, s. v. (con la bibl. precedente); A. de Rubertis, Le nozze di Cana di Allori, in Riv. d'arte, IX (1916-18), pp. 10-20; P. Bagnesi, A. A. e lo spedale di S. Maria nuova, ibidem, IX (1916-18), pp. 253-269; H. Voss, Die Malerei d. Spätrenaissance in Rom u. Florenz, Berlino 1920; I. C. Gamba, Alessandro Allori ritrattista, in Riv. del R. Ist. d'archeol. e storia dell'arte, 1919.