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BARDI, Alessandra

di Ada Alessandrini - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 6 (1964)
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BARDI, Alessandra

Ada Alessandrini

Nacque a Firenze intorno al 1412 da Bardo di messer Alessandro e da Alessandra Rinuccini; nel 1432 sposò Lorenzo di Palla Strozzi.

Le notizie su di lei si ricavano quasi esclusivamente dalla Vita che le dedicò Vespasiano ada Bisticci, il quale scelse la B., tra le poche donne illustri di cui inserì la biografia nella sua celebre opera, in quanto la considerò, in contrasto con le troppo libere donne fiorentine del suo tempo, modello di antiche virtù femminili. Atteggiamento, questo del biografo, che trasformò in "agiografia" la Vita della B. e rese la biografata non un personaggio vivo, ma un simbolo moralistico.

Attraverso l'oratoria celebrativa di Vespasiano è purtuttavia possibile isolare qualche episodio significativo che illumina 1a personalità della B., donna certo di qualità non comuni e tipica rappresentante femminile della società oligarchica fiorentina del Quattrocento.

Ebbe vita assai travagliata. Dopo aver brillato nel 1432 in occasione dei festeggiamenti tenuti a Firenze in onore degli ambasciatori dell'imperatore Sigismondo di Lussemburgo ("ognuno si maravigliava della destrezza di Alessandra, quanto sapeva fare ogni cosa bene", dice Vespasiano, p. 555), fu colpita nel 1434 dall'esilio del padre e, poco più tardi, da quello del suocero Palla Strozzi, decretati ambedue da Cosimo de' Medici. Nel 1438 lo stesso marito della B., Lorenzo Strozzi, venne esiliato. Alessandra rimase sola a Firenze con tre figlioli (due- maschi e una bambina, Marietta), nel tentativo di conservare le poche sostanze che erano rimaste alla famiglia. Mortale poi la madre, mortole il padre in eswo, accresciuto il suo isolamento in città, ella si risolse a raggiungere a Gubbio il marito, il quale vi aveva ricevuto da un nobile locale l'incarico di amministrare i beni di un suo giovane figliolo; ma costui, nel 1451, per liberarsi della non gradita tutela, aggredì e uccise Lorenzo Strozzi; cosicché Alessandra rimase, a soli trentasette anni, sola, esule, senza risorse. Fu questo il periodo in cui maggiormente dovette mostrarsi il forte carattere della B., che riuscì a mantenere la famiglia alienando proprietà terriere e usufruendo dell'aiuto di alcuni suoi parenti (cfr. Arch. di Stato di Firenze, Strozz., serie III, filza 116, cc. 52-53).

Dopo la morte del marito si spostò da Gubbio a Firenze, a Bologna, a Ferrara, dove soggiornò a lungo con i figlioli presso il suo parente Giovanni Francesco Bardi; gli ultimi anni di vita abitò a Badia Polesine, tenendosi sempre in stretti contatti con il suocero, di cui fu spesso procuratrice (cfr. Fiocco). Morì a Padova nel 1465.

Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Firenze, Carte Strozziane, s. III, filza 116, Cc- 41, 52-53; filza 138, c. 163; filza 200, CC. 113-153; Lorenzo di Filippo Strozzi, Le vite degli uomini illustri della Casa Strozzi, a cura di P. Stromboli, Firenze 1892, pp. 57-58.; Vespasiano da Bisticci, Vite di uomini illustri del sec. XV, a cura di L. Frati, III, Bologna 1893, pp. 245-288 (ediz. 1951, a cura di P. D'Ancona e E. Aeschlirnann pp. 539-569), in cui la Vita della B. è pubblicata: come proemio alle Vite di donne illustri; G.Fiocco, La casa di Palla Strozzi, in Atti d. Accad. nazion. dei Lincei, CCCLI, Memorie, Classe di scienze morali storiche e filologiche, s. 8, V, Roma 1954, pp. 365, 373 s., 379, 380 s., 382; R. Caggese, Firenze dalla decadenza di Roma al Risorgimento d'Italia, Firenze 1912, pp. 386 s.; I. Del Lungo, La donna fiorentina del Rinascimento, in La vita italiana nel Rinascimento, Milano 1918, pp. 105-146.

Vedi anche
Accademia dei Lincei Accademia fondata a Roma nel 1603 da Federico Cesi, Francesco Stelluti, Anastasio de Filiis e Jan van Heeck. Si proponeva di promuovere la rinascita degli studi naturalistici, la cui decadenza i Lincei, Accademia dei ascrivevano al preminente carattere erudito e antiquario delle accademie del tempo e ... agiografia Letteratura relativa ai santi. Comincia con i primi secoli della storia della Chiesa e si protrae fino ai nostri giorni, sempre dominata e caratterizzata da intenti di edificazione, ma influenzata anche dal gusto e dalle tendenze culturali delle diverse epoche. La necessità di difendere il culto dei ... Sigismóndo imperatore Sigismóndo (ted. Sigismund o Siegmund) imperatore. - Figlio (Norimberga 1368 - Znojmo 1437) dell'imperatore Carlo IV e di Elisabetta di Pomerania, fratello di Venceslao IV; ultimo imperatore della casa di Lussemburgo. Il fidanzamento con Maria d'Angiò (1380), figlia di Luigi il Grande d'Ungheria, sembrò ... ambasciatore Massimo grado degli agenti diplomatici, che rappresenta il governo del suo paese presso un altro Stato (➔ agente). Conferenza degli a. Commissione costituita a Parigi nel 1919 dagli ambasciatore in Francia d’Inghilterra, Italia e Giappone sotto la presidenza del ministro degli Esteri francese, per l’interpretazione ...
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bardare
bardare v. tr. [der. di barda]. – Munire un cavallo di barda o bardatura, mettergli i finimenti. Per estens., guarnire in genere; rifl., scherz., mettersi indosso abiti e ornamenti vistosi: come ti sei bardato! Nel linguaggio di cucina,...
bardito¹
bardito1 bardito1 agg. [der. di bardo]. – Dei bardi: poesia b., i canti degli antichi bardi celtici, o quelli composti nella seconda metà del sec. 18° e nel principio del 19° ad esaltazione dei bardi e secondo la loro tradizione.
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