ČAPYGIN, Aleksej Pavlovič
Scrittore russo, nato nel villaggio di Bol′šoj Ugol, governatorato di Olonec, il 17 ottobre 1870, morto nel 1937: di origine contadina, fu uno dei primi scrittori proletari. Nonostante la sua adesione alla rivoluzione, il suo temperamento individualistico non gli permise di decantare le collettività e le opere della rivoluzione, sicché si trovò presto isolato e dimenticato. Autodidatta, iniziò l'attività letteraria (1904), incoraggiato da N. M. Michajlovskij e V. G. Korolenko, collaborando a varie riviste. Nel 1913 pubblicò il primo volume di racconti Neljudimye ("Misantropi"), che seppe suscitare simpatia per i suoi diseredati, i contadini individualisti e solitarî del "nord esotico". Nel 1915 si affermò decisamente col primo romanzo Belyj skit ("L'eremitaggio bianco"), che fu molto apprezzato da Gor′kij. Ma è noto soprattutto come autore di due lunghi romanzi storici, ispirati l'uno (Stepan Razin, 1926-27) alla rivoluzione contadina del 17° sec. capeggiata da S. Razin, l'altro (Guljaščie ljudi, "Gente errante", 1935) alle lotte religiose e alle agitazioni sociali in Russia, sempre nel 17° secolo.
Per questi romanzi Č. si documentò molto seriamente, e si giovò anche della sua conoscenza diretta della natura e dei costumi dei contadini russi, ma peccò in ambedue di eccessiva stilizzazione, nel senso e modo della narrativa popolare. Peccato che fu rilevato e condannato dalla critica sovietica.
Bibl.: G. Gorbačev, A. P. Čapygin (K dvadcatiletiju literaturnoju dejatel'nosti 1904-1924), in Krasnyj žurnal dlja vsech, Leningrado, II (1925); B. Dynnik, A. P. Čapygin, in Pečat′ i revoljucija, Mosca 1928; S. V. Šuvalov, A. P. Čapygin, in Belletristy sovremmenniki, IV, Mosca 1931; B. Val′be, A. P. Čapygin. Žizn′ i tvorčestvo, Leningrado 1938; L. P. Artjuchov, A. P. Čapygin. Kritiko-biografičeskij očerk, Arcangelo 1955. In italiano: E. Lo Gatto, Uno scrittore contadino: A. Čapygin, in Letteratura sovietica, Roma 1928.