RYKOV, Aleksej Ivanovič
Uomo politico sovietico, nato nel 1881. Di famiglia di contadini, studiò giurisprudenza all'università di Kazan′ e partecipò a moti studenteschi. Arrestato nel 1901 fu esiliato a Saratov. Nel 1902 fu espulso dalla Russia e a Ginevra strinse amicizia con Lenin. Rientrato in Russia illegalmente, ebbe varie cariche nelle organizzazioni segrete. Arrestato di nuovo nel 1907 ed esiliato a Samara riuscì a fuggire. La sua vita da quell'epoca fino al 1917 fu una serie continua di ritorni illegali in Russia, di arresti e di fughe. Scoppiata nel febbraio del 1917 la rivoluzione, si recò a Mosca dove fu eletto membro della presidenza del soviet moscovita. Fu uno dei principali organizzatori del colpo di mano bolscevico. Occupò prima il posto di commissario per gl'Interni, poi ebbe cariche diverse: tra l'altro nel 1919 organizzò i rifornimenti per l'esercito e la flotta impegnati nella guerra civile. Sostituì Lenin durante il periodo di malattia e morto Lenin fu alla testa del Consiglio dei commissarî del popolo. È uno dei più vecchi membri del Comitato centrale del partito comunista e dal 1919 membro del politburo. Di tendenze moderate, fu uno dei più energici avversarî della collettivizzazione radicale, ma nel 1929 fece atto di sottomissione. Da allora tuttavia la sua partecipazione alla politica attiva fu insignificante.
Opere: Stat′i i reči (Articoli e discorsi), Mosca 1926-28.
Bibl.: A. I. Rykov, ego žizn′i dejatel′nost' (R., la sua vita e attività), Mosca 1924; A. Lomov, A. J. Rykov, Mosca 1926.