ARAKČEEV, Aleksej Andreevič
Uomo politico russo. Di nobile ma non ricca famiglia, nacque nel 1769 in una tenuta paterna, nel governatorato di Novgorod. Entrò dapprima nel corpo dei cadetti d'artiglieria, e nel 1787 venne nominato ufficiale; visse poi qualche tempo dando lezioni, finché fu raccomandato all'erede al trono Paolo Petrovič, dal quale seppe farsi subito ben volere. Salito Paolo al trono, A. non fu dimenticato. La sua carriera militare allora fu così rapida che, nominato il 7 novembre 1796 colonnello comandante di Pietroburgo, il giorno dopo ebbe la nomina a maggior generale. Gradi e onorificenze si susseguirono rapidamente. Per un breve periodo, gli venne meno il favore del sovrano, ed egli fu allontanato dal servizio attivo; ma subito riacquistò quello e ritornò a questo, conseguendo nuovi onori: tra l'altro, ebbe il titolo di conte. Perdute nuovamente le simpatie dell'imperatore Paolo, rimase in disparte fino all'ascesa al trono del nuovo imperatore Alessandro I Pavlovič (1801). Riprese allora la sua fortunata carriera. Nel 1808, nominato ministro della guerra, prese parte attiva alla guerra contro la Svezia finita nel 1809; e nel suo periodo di permanenza al Ministero della guerra, introdusse molti mutamenti nelle varie parti dell'amministrazione, allo scopo di semplificarne il funzionamento. Nel 1810 lasciò il Ministero della guerra e fu nominato presidente del dipartimento della guerra nell'allora fondato Consiglio di stato, col diritto d'intervenire nel comitato dei ministri e nel senato. Durante la guerra con Napoleone, principale cura dell'A. fu la formazione delle riserve e l'approvvigionamento dell'esercito. Fatta la pace, ebbe affidata, dalla crescente fiducia di Alessandro I, l'esecuzione dei progetti imperiali relativi tanto alla guerra quanto all'amministrazione civile. Sorta in Alessandro I l'idea di organizzare, nei governatorati interni della Russia, colonie militari, A. vi fu da principio contrario; ma in seguito prese a cuore quest'idea e per opera sua colonie furono organizzate nei governatorati di Novgorod e di Pietroburgo a nord, e in quelli di Charkov ed Ekaterinoslav a sud. Modellate sui "confini militari" austriaci, esse erano una anormale fusione di economia agraria e di servizio militare, un tentativo di organizzare e disciplinare la pacifica popolazione agricola su base militare. L'opera fu condotta con grande energia, anzi con molta durezza e severità e si rese perfino necessario soffocare delle rivolte di questi soldati-coloni.
Durante il secondo periodo di regno dell'imperatore Alessandro I, quello della reazione, A. fu onnipotente. Era il favorito, davanti al quale tutti s'inchinavano e tremavano. Ad eccezione della volontà del monarca, A. non conosceva restrizioni. Severo talvolta fino alla crudeltà, diede al periodo della sua onnipotenza, compreso press'a poco fra il 1820 e il 1825, un carattere quasi terroristico. Insieme col principe Golicyn (Galitzin), nell'epoca della reazione di Alessandro, coprì con la propria persona agli occhi della società quel sovrano che molti continuavano a ritenere buono e inclinato al liberalismo, ma non abbastanza indipendente. Quando la censura più imperversò, dietro al censore Magnickij agiva sempre A. Al quale, naturalmente, non mancarono critiche e resistenze. Molto caratteristica è la definizione di lui, data in una sua opera famosa dal poeta Ryleev, più tardi giustiziato per aver partecipato alla congiura del dicembre 1825: "Favorito arrogante, abietto e falso, astuto adulatore del sovrano ed amico ingrato, tiranno furioso della sua patria, scellerato che salì con l'intrigo ad una carica importante". Ryleev sfuggì ad una punizione quando la sua ode fu pubblicata, solo perché A. non si volle riconoscere nell'"arrogante favorito" dipinto dal poeta. Espressioni violente contro A. si trovano anche nei carteggi di uomini politici: il principe P. M. Volkonskij in una sua lettera lo chiamò "il maledetto serpente". Salito al trono Nicola I, A., anche a causa delle sue condizioni di salute, andò man mano restringendo la sua attività e il 26 aprile 1826 lasciava ogni ufficio ritirandosi a Karlsbad (Karlovy Vary). Assegnò i 50 mila rubli datigli dall'imperatore all'istituto Pavlovsk per l'educazione delle figlie di nobili poveri. Ritornato dall'estero, si stabilì a Gruzino, dove morì, senza eredi; ché dal suo matrimonio (1806) con Natalia Chomutova non aveva avuto figli.
Bibl.: Vasilij Ratč, Biografija gr. Arakčeeva (Biografia del conte A.), in Voennyj Sbornik, 1861; Gljebov, nella stessa rivista, 1861; Bulgarin, Pojezdka v. Gruzino (Viaggio a Gruzino), Pietroburgo 1861; M. I. Semevskij, Gr. Arakčeev i voennyja poselenyja (Il Conte Arakčeev e le colonie militari), Pietroburgo 1871. Abbondantissimo materiale intorno ad Arakčeev in Russkaja Starina nel periodo 1870-1890; in Russkij Archiv., 1866, nn. 6-7; 1868, nn. 2 e 6; 1872, n. 10; 1876, n. 4; in Drevnjaja i Novaja Rossija, 1875. Inoltre tutte le storie del regno di Paolo I e di Alessandro I. Per il movimento sociale: A. N. Pypin, Obščestvenno e dviženie v Rossii pri Aleksandrje I (Il movimento sociale in Russia sotto Alessandro I), Pietroburgo 1885. In francese: S. Platonov, Histoire de la Russie, Parigi 1929. In italiano: E. Smurlo, Storia della Russia, II, Roma 1928.