TAIROV, Aleksandr Jakovlevič (pseudonimo di A. Kornbliet)
Attore, regista e riformatore teatrale russo, nato a Romny (Poltava) il 24 giugno 1885. Cominciò la sua attività di attore nel teatro della Kommissarževskaja; collaborò come regista al così detto Teatro vagante (Peredvižnyj teatr), al teatro Rejneke-Nezlobin e al Teatro libero del Mardžanov, di cui fu in un certo senso il continuatore, accettandone il principio dell'attore-artista universale, nello stesso tempo cioè attore, cantante e ballerino. Dalle varie esperienze in questi teatri d'avanguardia il T. trasse il principio della fusione dei teatri naturalistico e convenzionale, che fu alla base del Teatro di camera (Kamernyj teatr) da lui fondato nel 1914 e inauguratosi con la messa in scena di Sakuntala.
I primi anni di vita del Teatro di camera furono anni di ricerche, di esperimenti, con la sempre maggiore eliminazione delle idee del teatro naturalistico e l'affermazione dell'assogettamento del teatro ai bisogni dell'attore e della sua arte o, più precisamente, della derivazione dell'emozione teatrale, non dalla riproduzione della vita reale ma dalla vita creata in quel quadro scenico che l'attore porta nella realtà dal regno magico della fantasia. La premessa che per l'azione artistica dell'attore occorre il dominio assoluto della "tecnica esteriore" formò elemento essenziale di ogni esperimento del T., accanto all'altra che il teatro deve essere liberato da tutti i legami letterarî. Per la realizzazione di queste idee il T. si rifece alla commedia dell'arte.
Lo scoppio della rivoluzione sembrò interrompere l'attività del T dato il carattere d'eccezione del suo teatro "per pochi", ma la sua genialità riuscì a superare le difficoltà, inserendo i suoi principî in quello più generale, caro alla rivoluzione, del teatro per tutti, affrontando il problema del contenuto sociale del repertorio. Risolto nel costruttivismo il problema del palcoscenico, perfezionato quello della molteplicità delle qualità dell'attore, il T. accettò anche il principio nuovo che il testo dell'opera teatrale non è che un pretesto, cedendo esso all'interpretazione dell'attore. Fu così possibile al T. passare dalla messa in scena dell'operetta Giroflè-Giroflà a quella della tragedia di Racine Fedra, affidandosi nella prima a trucchi costruttivistici, nella seconda alla trasformazione del pathos in ritmo musicale. Tra questi due poli s'inserirono numerosi altri esperimenti, come quello di eliminare del tutto l'elemento naturalistico, da un dramma nato come tale, L'uragano di Ostrovskij; quello di dare all'elemento musicale una parte preponderante nella tecnica dell'attore; quello infine di servirsi del cinematografo come elemento coesivo delle singole parti dell'azione.
Tra le principali realizzazioni sceniche del T. sono da ricordare ancora le riduzioni dei drammi di O'Neill, la Salomè di Wilde, l'Antigone di Hasenclever e i numerosi drammi sovietici di vera e propria avanguardia. Negli ultimi anni il teatro di T. ha dato spettacoli nelle principali città d'Europa; è stato anche a Roma.
Le sue idee di riformatore del T. ha esposto nel volume Zapiski režissera (Memorie di un regista), Mosca 1921.
Bibl.: Kamernyi teatr i ego chudožniki 1914-1934 (Il teatro di camera e i suoi artisti), raccolta di 195 tavole con introduzione di A. Efros, Mosca 1934; Ja. Apuškin, Kamernyi teatr, Mosca-Leningrado 1927; J. Sokolov, Režissura A. Ja. Tairova (La regia di A. Ja. T.), 1914-24, Mosca 1925; E. A. Znosko-Borovskij, Russkij teatr načala XX veka (Il teatro russo del principio del sec. XX), Praga 1925; P. Novickij, Sovremennye teatral'nye sistemy (Sistemi teatrali contemporanei), Mosca-Leningrado 1933; G. Fülöp-Miller, Das russische Theater, Lipsia 1927; E. Lo Gatto, Il teatro russo, Milano 1937.