Solzenicyn, Aleksandr Isaevic
Scrittore russo (Kislovodsk 1918-Mosca 2008). Deportato dal regime comunista in un campo di lavoro nel 1945, vi rimase otto anni e, al termine della pena, subì un ulteriore periodo di confino. Il suo caso letterario esplose con la pubblicazione sulla rivista Novyj mir, nel 1962, del racconto Una giornata di Ivan Denisovič, prima denuncia dell’orrore dei gulag sovietici. Difficoltà con la censura bloccarono la stampa di altre opere di S., che dal 1966 non poté più pubblicare ufficialmente in URSS e si trovò coinvolto in polemiche politiche e letterarie sempre più aspre. Nel 1970 gli fu conferito il premio Nobel per la letteratura, ma non andò a Stoccolma a ritirarlo. Nel 1974 fu arrestato, espulso e privato della cittadinanza; negli anni successivi visse in Svizzera e negli USA. La proibizione di pubblicare in URSS le opere di S. fu revocata nel 1989 e nel 1994 lo scrittore tornò a vivere in patria. Fra le opere: Divisione cancro (1969), Arcipelago Gulag (1973-75), sui campi di lavoro sovietici, La quercia e il vitello (1975) e il ciclo La ruota rossa (1971-91), sulla rivoluzione.