MENŠIKOV, Aleksandr Danilovič
Uomo politico russo, nato verso il 1670-1673, d'origine popolana. Conobbe Pietro I ancora negli anni di gioventù; e dopo avere prestato servizio nel reggimento Preobraženskij, divenne ordinanza di Pietro, e la loro conoscenza presto si trasfomiò in stretta amicizia. Dal 1697 M. rimase continuamente presso la persona dello zar; lo accompagnò nelle spedizioni militari, nei viaggi all'estero, prese parte all'inchiesta fatta sulla rivolta degli strel′cy. L'influenza esercitata da M. su Pietro I andava crescendo continuamente. Durante la guerra con la Svezia nei primi anni del sec. XVIII, M. si distinse nelle azioni militari, dove rivelò un talento eminente, coraggio e iniziativa, ricco com'era di doti personali, se pur privo di qualsiasi cultura (sapeva appena scrivere). Tali sue qualità M. rivelò soprattutto nel 1702, quando fu nominato governatore militare di Noteburg, e poi governatore delle provincie baltiche conquistate (Inghermanlandia, Cancelleria di Ižorsk). Nello stesso anno, per l'intervento di Pietro I, M. ricevette il titolo di conte dell'impero. Nella campagna contro la Svezia del 1705-7, M. fu comandante supremo dell'esercito russo che agiva nella Lituania e nella Polonia; nel 1706 riportò un'importante vittoria su Mardefeld presso Kalisz e fu fatto allora principe dell'impero. Nel 1707 ricevette da Pietro I il titolo di principe serenissimo di Ižorsk. Dopo la vittoria di Poltava nel 1709, M. fu fatto maresciallo; nel 1714 e negli anni seguenti prese parte alle campagne in Curlandia, in Pomerania e nel Holstein. Nel 1719 fu nominato presidente del Ministero della guerra.
Gli eminenti meriti militari di M. furono molto apprezzati da Pietro I, il quale vedeva in lui non solo un collaboratore fedele e indispensabile, ma anche un intimo e caro amico, che prendeva parte a quasi tutte le sue imprese e parteggiava per tutte le sue riforme, che erano ben lontane dal trovare il consenso unanime della popolazione. Però con tutta questa assoluta fiducia, di cui godeva presso lo zar, M. aveva dato molti motivi di biasimo: egli era oltremodo avido e poco scrupoloso nella scelta dei mezzi per soddisfare la sua brama di ricchezze. Pietro I venne a conoscenza di ciò nel 1711; ma le misure prese da lui stesso riuscirono vane. Nel 1714 fu istituita una commissione speciale per esaminare gli atti illegali di lui; le lagnanze erano interminabili. Con tutto ciò solo verso la fine del suo regno diminuì la fiducia che lo zar nutriva per M.
Dopo la morte di Pietro I, M. raggiunse l'apogeo della sua potenza. Alla sua influenza e alle misure prese da lui, si deve l'ascesa al trono della moglie di Pietro I, Caterina I; sotto il regno di lei M. fu il vero re di Russia. Il tentativo fatto dagli alti dignitarî di porre un limite al suo potere con la creazione del supremo consiglio segreto non ebbe alcun risultato, poiché questo stesso consiglio cadde sotto il potere di M. Allora M.. cercò di rafforzare la sua posizione eccezionale: non essendogli riuscito il suo tentativo di diventare duca di Curlandia, concepì il piano di far sposare l'erede del trono, Pietro II Aleksevič, con la propria figlia. Ma proprio ora egli crollò: i Dolgorukij, che egli aveva posto presso Pietro II, e anche altri personaggi che circondavano l'imperatore fecero perdere a questo la fiducia nell'onnipotente M., a cui furono mosse delle accuse per certe relazioni con l'estero. L'8 settembre 1727 M. venne arrestato ed esiliato nella sua tenuta di Rannenburg e il suo patrimonio confiscato; poi fu esiliato, con tutta la sua famiglia, nella città siberiana di Berezov, dove morì il 17 novembre 1729.
Bibl.: S. M. Solov′ev, Istorija Rossii, XV, p. 459; G. V. Esipov, in Otecestvennyja Zapiski del 1860 e 1871, e in Russkij Archiv, 1875; V. Nečaev, in Dela i Dni, II, 1922, e in Russkkij istoriceskij žurnal, III e IV, 1917.