BUZZACARINI, Aleduse
Apparteneva a un'antica famiglia padovana, delle poche che conservarono una lustra di governo nella città, soggetta al dominio veneziano. Nacque nella seconda metà del sec. XV e come tutti i membri della sua famiglia ebbe parte assai attiva nella rivolta contro Venezia occasionata dalla vittoria degli eserciti della lega di Cambrai. Dopo la sconfitta di Agnadello (14 maggio del 1509), l'esercito veneziano in rotta evacuò la terraferma, lasciando via libera alla vecchia dirigenza delle città suddite insofferente del dominio della Serenissima. A Padova la rivolta fu inaugurata con la resa all'imperatore Massimiliano e la richiesta di porre la città, proclamatasi repubblica indipendente, sotto la sua protezione. A conferma di questa linea politica, che sembrava la più adatta a salvaguardare l'antica indipendenza padovana, il B. organizzò in quei giorni una pubblica dimostrazione di fedeltà a Massimiliano. Alla testa di un corteo inalberò, da un cavallo riccamente bardato, una bandiera con l'aquila imperiale che portò nella chiesa di S. Antonio, dove fu celebrata una messa. Quindi ricostituì il corteo che guidò in piazza della Signoria dove issò la bandiera sulla torre. Nel corso della breve stagione della libertà padovana, il B. non pare abbia ricoperto cariche pubbliche di rilievo. Noto è solo che si dichiarò con altri per la condanna a morte dei Padovani ribelli all'autorità imperiale, fedeli a Venezia. Parte di maggior rilievo ebbe invece nella resistenza all'attacco veneziano che nella notte tra il 16 e il 17 luglio si concluse con il ritorno della città sotto il vecchio dominio. Il B. fu tra i pochi che tentarono di contrastare il colpo di mano dei Veneziani, accorrendo alla difesa e segnalandosi in uno scontro presso il vescovato. La resistenza alle forze preponderanti dei Veneziani risultò però subito vana, mancando l'appoggio popolare tradizionalmente negato all'oligarchia cittadina. Il B. si rinchiuse allora con pochi altri animosi nel castello, mentre la città veniva invasa dall'esercito veneziano seguito da torme di popolani e contadini marcheschi che si abbandonarono al saccheggio. Fra le case dei più eminenti cittadini Padovani noti per la ribellione a Venezia fu saccheggiata anche quella del B., che riuscì a fuggire dal castello, assieme al congiunto Ludovico Buzzacarini, con il favore del condottiero veronese al servizio veneziano, Ludovico Sambonifacio.
Ormai fuoruscito, il 4 ag. 1509 fu incluso nella lista di Padovani assenti dalla città, invitati a presentarsi entro otto giorni al provveditore veneziano Andrea Gritti sotto pena di essere dichiarati ribelli. Non si presentò, come tanti altri, e subì la confisca dei beni. Lo seguì in esilio il figlio Alvise Venceslao, mentre la moglie ed altri figli restarono a Padova e furono costretti dalle autorità veneziane a trasferirsi a Venezia con l'obbligo di presentarsi ogni giorno da un notaio a notificare la loro presenza. La stessa sorte subirono i fratelli del B., Piero, Ludovico e Buzzacarino.
La data della sua morte non ci è nota. Il suo congiunto Giovan Francesco Buzzacarini, uno dei più attendibili cronisti della rivolta padovana, incluse il suo nome nella lista di fuorusciti, allegata alla sua cronaca, con l'annotazione "fo morto fora", cioè in esilio. Era ancora vivo nel 1515, quando fu restituita ai figli rimasti in patria una parte dei beni confiscatigli, fino alla concorrenza di 1.000 ducati valutati come dote della moglie, ma a patto che non vendessero o ipotecassero le terre finché il padre fosse in vita. Era già morto nel 1525 allorché il figlio Alvise Venceslao, indicato nella lista di Giovan Francesco Buzzacarini in qualità di "soldato", presumibilmente militante come altri fuorusciti padovani nell'esercito imperiale, ebbe facoltà di ritornare in patria. Di questa facoltà Alvise Venceslao non volle peraltro approfittare, visto che il 23 dic. 1529 ricevette un sussidio imperiale di 80 ducati.
Fonti e Bibl.: M. Sanuto, Diarii, VIII, Venezia 1882, coll. 543; IX, ibid. 1883, col. 16; C. G., I fuorusciti veneziani dalla battaglia d'Agnadello al congresso di Bologna (1509-1529), in Archivio trentino, XIV (1898), p. 78; A. Bonardi, I padovani ribelli alla Repubblica di Venezia (a. 1509-1530), Padova 1902, pp. 24, 56-59, 60, 73, 164 s., 203, 228, 242, 267, 289.