ESTE, Aldobrandino d'
Figlio maggiore del marchese Azzo (VI) e della prima moglie appartenente alla famiglia dei conti Aldobrandini (non se ne conosce il nome), nacque intorno al iigo. A raramente menzionato fino all'improvvisa morte del padre nel novembre del 1212. Poco prima di questa, nel settembre dello stesso anno, egli ripristinò, come podestà di Ferrara, la lega della città con Verona, Cremona e il conte Bonifacio di San Bonifacio, i tradizionali alleati del padre. Sebbene già "providus et ad arma sufficiens" al momento della morte di Azzo secondo il cronista Rolandino, l'E. non possedeva certo il prestigio politico del padre, e tutta una serie di pressioni sulle posizioni degli Este vennero allora alla luce, imponendo compromessi dappertutto, nella Marca d'Ancona, nella Marca trevigiana e a Ferrara. L'E. nondimeno proseguì la politica di opposizione all'imperatore Ottone IV e di sostegno al papa Innocenzo III e al suo protetto, il futuro imperatore Federico II.
Pochi mesi dopo la morte di Azzo Innocenzo III ordinò all'E. di prendere possesso della Marca d'Ancona, che suo padre aveva ottenuto come feudo papale. Sebbene Innocenzo avesse investito l'E. della Marca nel maggio 1213 contro un censo di L. 100 all'anno e l'obbligo di fornire cento cavalieri per il servizio feudale, l'E. fu trattenuto nel Veneto da una disputa con Padova. Il pontefice fece quindi intendere che egli si sarebbe ripreso il feudo qualora l'E. non fosse presto comparso nella Marca. Furono forse queste minacce ad indurre l'E. a fare concessioni a Padova.
La lite traeva origine dall'atteggiamento sempre più ostile della città verso i nobili - tra cui gli Este erano i più potenti - che detenevano giurisdizioni e castelli nel contado. L'occasione del conflitto fu offerta dalla confisca di un trasporto di biade per Padova da parte dei sudditi dell'E. a Montagnana. Quando l'E. rifiutò di restituire le biade, Padova attaccò Este e costrinse l'E. alla resa nonostante l'ordine del papa indirizzato ai Padovani, nell'ottobre 1213, di non disturbare più il suo "amico speciale". L'E. prese la cittadinanza padovana, con l'obbligo di residenza nella città, e il castello a Este fu distrutto. Secondo il cronista Rolandino, nell'esercito padovano combatteva anche Ezzelino da Romano-1 un segno forse dell'ostilità crescente nella Marca fra gli Ezzelini e gli Estensi che sarebbe diventata così rilevante nel prosieguo del secolo.
L'E. giunse pure ad un compromesso con Salinguerra Torelli, già rivale di suo padre per il dominio politico a Ferrara. In una serie di accordi conclusi fra il dicembre 1212 e il novembre 1213 Salinguerra finalmente accettò di sottomettersi al Papato, di giurare fedeltà all'E. e di esercitare in comune il governo a Ferrara, stabilendo insieme con l'E. la scelta dei podestà. Questi patti, a quanto pare, garantivano a Salinguerra un certo potere a Ferrara, ma subordinandolo allo stesso tempo all'E. e al Papato. L'E. stesso fu podestà di Ferrara, di Mantova e di Verona nel 1212-13, servendosi di luogotenenti a Mantova e Ferrara.
Così, dopo aver tenuto un'assemblea a Padova con i suoi amici padovani, l'E. fu infine in grado di partire per la Marca d'Ancona, che raggiunse nei primi mesi del 1214. Colà, l'E., che nei documenti si qualificò non solo marchese della Marca d'Ancona, ma anche "totius regni Apulie regalis aule vicarius et legatus", un titolo conferitogli probabilmente da Federico II, ebbe la meglio sui ribelli, comandati dal conte Tommaso di Celano, marchese della Marca per conto di Ottone IV. Sostenuto dalle censure ecclesiastiche lanciate dal papa contro i suoi nemici e dalle esortazioni indirizzate a tutti i sudditi, l'E. cominciò a negoziare con le città della Marca. In cambio del riconoscimento dei loro diritti e possedimenti, Osimo, Fermo, Fano e Fabriano accettarono il governo dell'E., promettendo aiuto militare e pagamenti in denaro. Ma al di là di questi accordi, nulla di preciso si sa delle operazioni militari dell'E. nella Marca, che in gran parte rimase fedele ad Ottone IV. Allo scopo di finanziare la sua campagna, sembra che l'E. non solo avesse impegnato il suo patrimonio, ma avesse dato pure in ostaggio il fratellastro Azzo (VII) ai banchieri fiorentini, a titolo di garanzia.
L'E. morì nella Marca d'Ancona nel 1215, si disse per avvelenamento. La sua morte fece piombare gli Este in una crisi che mise fine anche alle loro ambizioni nella Marca. Sebbene il suddetto fratellastro Azzo (VII) fosse attivo in quei luoghi nel decennio tra il 1220 e il 1230, in seguito gli Este non vi ritornarono, pur fregiandosi, fino al 1330, del titolo di marchesi d'Ancona.
L'E. lasciò una sola figlia, Beatrice, nata nel 1215, di madre sconosciuta, che sposò nel 1234 Andrea II, re di Ungheria. Dopo la morte di Andrea nel 1235 Beatrice mise alla luce un figlio, Stefano. Da allora visse in Italia, dove morì tra la fine del 1244 e i primi mesi del 1245.
Fonti e Bibl.: Chronicon Veronense, in L.A. Muratori, Rer. Ital. Script., VIII, Mediolani 1726, col. 623; Rolandini Patavini Cronica in factis et circa facta Marchie Trivixane, in Rer. Ital. Script., 2 ed., VIII, 1, a cura di A. Bonardi, pp. 24, 26; Chronicon Parmense, ibid., IX, 9, a cura di G. Bonazzi, p. 8; Chronicon Estense, ibid., XV, 3, a cura di G. Bertoni - E. P. Vicini, p. 9; Corpus chronicorum Bononiensium, ibid., XVIII, 1, a cura di A. Sorbelli, pp. 74, 77 s.; Annales Mantuani, in Mon. Germ. Hist., Script., XIX, a cura di G. H. Pertz, Hannoverae 1866, p. 20; L. A. Muratori, Antiquitates Italicae medii aevi, Mediolani 1738-41, 1, coll. 327-32; II, coll. 283 s.; IV, coll. 711 s., 717 s.; A. Theiner, Codex diplomaticus domini: temporalis Sanctae Sedis, I, Romae 1861, p. 44; Urkunden zur Reichs- und Rechtsgeschichte Italiens, a cura di J. Ficker, IV, Innsbruck 1874, pp. 302 s.; J. F. Bóhmer, Regesta Imperii, a cura di J. Ficker-E. Winkelmann, Innsbruck 1881-1901, ad Indicem, sub voce Hildebrandin; L. A. Muratori, Delle antichità estensi ed italiane, I, Modena 1717, pp. 409-13, 416-21; I. Alessi, Ricerche istorico- critiche delle antichità di Este, Padua 1776, pp. 698 ss.; D. P. Waley, The Papal State in the thirteenth century, London 1961, pp. 62 ss.; L. Chiappini, Gli Estensi, s. l. 1967, pp. 35 s.; G. Zanella, Riccobaldo e dintorni. Studi di storiografia medievale ferrarese, Ferrara 1980, pp. 74 s.; A. Castagnetti, La Marca veronese-trevigiana (secc. XI-XIV), in Storia d'Italia (UTET), VII, 1, Torino 1987, pp. 214, 217, 234.