PALAZZESCHI, Aldo
Poeta e romanziere, nato a Firenze il 2 febbraio 1885.
Il futurismo per lui, come per tanti altri, non rappresentò che un'effimera avventura: il tentativo vano di romperla violentemente con quel modo di poesia e di vedere la vita che si è convenuto di chiamare crepuscolare. Ma tra i crepuscolari il P. ha indubbiamente una fisionomia sua propria. Egli assiste al fluire incessante della vita, torpido e sempre uguale, come a uno spettacolo lontano, sul quale nulla può la nostra volontà, e che non può nemmeno essere capito appieno. Per poter possedere il mondo, il P. deve ricostruirlo a suo gusto, impicciolirlo, soprattutto ridurlo a giocattolo meccanico; gli uomini restano creature enigmatiche, vagheggiate tra sogno e veglia, o diventano anch'essi fantocci, di cui il poeta scruta i movimenti legnosi e automatici, non potendo e non volendo penetrare nelle anime altrui, così come è incapace di capire perfettamente la propria. Ironie, caricature, audacie verbali, esasperazioni sessuali, capriole d'immagini e di sentimenti: tutti tentativi di evasione dall'uggia di stare perpetuamente al margine, dall'angoscia di aspettare perpetuamente una soluzione, sia pure essa la morte, la quale è appunto vagheggiata come la prima, l'unica certezza. Ma l'uggia è essa stessa rifugio contro il dolore; è riposo.
Opere: Poesie: I cavalli bianchi, Firenze 1905; Lanterna, ivi 1907; Poemi, ivi 1909; L'Incendiario, Milano 1910; Poesie, ed. definitiva, ivi 1930. Romanzi, novelle, prose: Riflessi, Firenze 1908; Il codice di Perelà, Milano 1911; Due imperi... mancati, Firenze 1920; Il Re Bello, ivi 1921; La piramide, ivi 1926; Stampe dell'800, Milano 1932; Sorelle Materassi, Firenze 1934.
Bibl.: G. A. Borgese, Studi di lett. moderne, Milano 1915, p. 80 segg.; L. Russo, I narratori, Roma 1923, pp. 176-78; A. Gargiulo, in L'Italia lett., 17 agosto 1930; P. Pancrazi, Ragguagli di Parnaso, Firenze [1920], p. 167 segg.; id., Scrittori it. del Novecento, Bari 1934, p. 141 segg.