CERLINI, Aldo
Nato a Novellara (Reggio Emilia) il 21 dic. 1880 da Francesco e Pia Ruozi, in una famiglia di antica nobiltà locale, nel 1898 si era iscritto all'università di Pisa laureandovisi nel 1903, dopo un corso di studi oscillante quanto ai risultati, con una dissertazione sulle Origini del Comune di Reggio. Aveva frequentato le lezioni di A. D'Ancona e C. Calisse, quelle di A. Crivellucci per la storia, e quelle di C. Lupi e L. Schiaparelli per la paleografia. Già prima della laurea aveva iniziato a collaborare alla rivista Studi storici; aveva poi ottenuto un posto all'istituto superiore di storia di Firenze, dove, nel 1905 concludeva il perfezionamento. Una relazione della prefettura di Reggio Emilia di quegli anni afferma che "risulterebbe che... professa idee socialistiche".
Il 24 luglio 1901 era entrato nei ruoli degli Archivi di Stato a Reggio Emilia, ma l'esperienza, che influenzerà notevolmente la sua attività scientifica, si concluse in maniera piuttosto infelice: dopo un trasferimento disciplinare a Milano nel 1912, col 1° ag. 1920 era dispensato dal servizio.
La sua collaborazione alla stampa locale (era accusato di essere corrispondente del giornale L'Italia centrale) e nazionale (collaborazione al Corriere della Sera) aveva provocato a Reggio Emilia, dove svolgeva l'attività archivistica, malcontento e polemiche, e poi il trasferimento a Milano, giustificato dal giudizio che il C. "non è mai stato un archivista modello". In realtà, oltre le occasionali polemiche ("in questi giudizi tutta la cittadinanza ben pensante concorda"), si rimproverava al C. di essere il "direttore interinale" de L'Italia centrale, ma soprattutto di essere stato l'ispiratore del sindacato della stampa reggiana, uno dei promotori dello Stabilimento dei giornali emiliani riuniti, ed anche, probabilmente, di aver accettato la nomina nel 1912 a segretario del consiglio di amministrazione della Banca mutua cooperativa per gli impiegati, a cui aveva invece rinunziato nel 1908. Il trasferimento a Milano era stato accettato malvolentieri dal C., distratto da nuovi impegni commerciali in società con il fratello Azio per lo sfruttamento di legname; dopo un congedo di sei mesi per ragioni di famiglia, la mancata accettazione della richiesta di rinnovo, e frequenti assenze dal servizio, il C. era stato sospeso per un mese e un giorno (dal 18 marzo 1920), e quindi dispensato dal servizio. In questa occasione scriveva: "È triste chiudere così una carriera... ma oggi la regola del buon governo è che chi meno merita più ottenga".
Riprese allora l'attività di insegnante già svolta saltuariamente a Reggio Emilia nel 1908-09 e 1912-13, sia all'istituto tecnico (Milano, 1921-22 e 1925-26) sia nei licei (Milano, 1923-24 e 1924-25; Correggio, 1922-23), per passare poi in ruolo allo istituto tecnico nautico d'Ancona nel 1933, donde fu trasferito a quello di Livorno, prima, e di Camogli poi. Il 29 ott. 1933 si era iscritto al partito fascista. Intanto nel 1934 aveva ottenuto la libera docenza in paleografia e scienze ausiliarie della storia e l'incarico di insegnamento della stessa all'università di Pavia, trasferito negli anni successivi all'università di Genova. Aveva ottenuto anche l'incarico di restaurare la Biblioteca Maldottiana di Guastalla, aveva vinto nel 1936 un premio dell'Accademia dei Lincei per la sua attività scientifica (Consuetudini e statuti reggiani del sec. XIII [Corpus Statutorum Italicorum, n.s., n. 6], Milano 1933), ed era stato comandato dal febbraio 1940 alla Soprintendenza bibliografica della Liguria su intervento presso G. Bottai di P. Fedele, presidente dell'Istituto storico italiano per il Medio Evo. Tornato nel 1942 al concorso di paleografia richiesto dall'università di Firenze, fu chiamato a Roma alla cattedra lasciata da V. Federici, ma, impossibilitato per motivi bellici a raggiungere Roma, ricoprì a Genova, nel 1943-44, l'incarico di insegnamento di storia medievale. Nel bombardamento di Genova del 9 nov. 1942, oltre ad aver perso la biblioteca personale e il materiale fotografico e bibliografico raccolto, compreso quello preparatorio per l'edizione del Chronicon Regiense, aveva subito una menomazione alla vista abbastanza grave. A Roma, che raggiunse alla ripresa dell'attività didattica dell'università, ebbe anche gli incarichi di storia della tradizione manoscritta (1949-50 e 1950-51) e di bibliologia (1945-50), fu direttore dell'istituto di paleografia, e si adoperò nella riorganizzazione della scuola di perfezionamento per bibliotecari. Nel 1951 fu collocato fuori ruolo.
Il C. morì a Roma il 21 febbr. 1961.
L'attività di studioso del C. puòessere suddivisa in due momenti. Il primo, fino a circa il 1920, si caratterizza per gli interessi di varia erudizione (Note storiche sul Satyricon di Petronio Arbitro, Reggio Emilia 1908; Quando partirono i Mille da Quarto?, ibid. 1910; Claudio e Taddeo Rangoni allo Studio di Padova (Per nozze Tirelli-Prampolini), ibid. 1911; A. Panizzi storico dei moti del 1822, Brescello 1912); nel secondo momento, dall'anno 1930 circa, prevale una più precisa definizione scientifica, caratterizzata dall'edizione di fonti e da un accentuato interesse paleografico, (Fra' Salimbene e le Cronache attribuite ad Alberto Milioli, II, I codici e la ricostruzione del Chronicon Regiense, in Bull. dell'Ist. stor. ital. per il Medio Evo, XLVIII [1932], pp. 57-130; Consuetudini e statuti reggiani..., Milano 1933; Di alcuni compendii paleografici latini in Italia, Firenze 1942; Le "Gesta Lombardiae" di Sagacino Levalossi e Pietro della Gazata, in Bull. dell'Ist. stor. ital. per il Medio Evo, LV [1941],pp. 1-206).Tessuto connettivo del primo e secondo periodo è l'interesse per argomenti municipali e regionali, qualificato dalla riorganizzazione della Biblioteca Maldottiana di Guastalla (La Bibl. Maldottiana di Guastalla, Guastalla 1934) e dall'attenzione agli archivi di Reggio e dell'Emilia (Archivi minori dell'Emilia, in Aurea Parma, XIX [1935]:si segnala l'estratto della Bibl. Vaticana, con lunga nota autografa; Inventari di carte e archivi comunali del Reggiano, Reggio Emilia 1935), dalla divulgaz. di Storie e leggende dell'Appennino e del Po (Milano, 1939), in cui gli studi sul Boiardo, Lucrezia Borgia e l'Ariosto tentano una divulgazione del Rinascimento ferrarese, e dall'interesse per la cronachistica reggiana, per l'organizzazione municipale e per la cronaca di fra' Salimbene da Parma.
Vanno a tal proposito ricordate le polemiche scientifiche del C. con R. Davidsohn sulla pretesa derivazione del consolato comunale dai boni homines (I "boni homines" nei domini matildici, Reggio Emilia 1910; Fasti consolari in Italia nell'età dei Comuni, Cremona 1939)e quella con G. Holder-Hegger, in cui sosteneva tutt'altro che sicura l'attribuzione al Milioli del Liber de temporibus e della Chronica Imperatorum (Fra' Salimbene e le cronache attribuite ad Alberto Milioli, in Arch. muratoriano, VIII [1910], pp. 381-409). L'insegnamento universitario della paleografia si concretizzò in un volumetto sui compendi paleografici, dove è evidente l'influenza della scuola di Schiaparelli, cui vanno aggiunte le Note paleografiche su particelle copulative latine, in Bull. dell'Ist. stor. ital. per il Medio Evo, LX(1946), pp. 109-170, e l'Atlante paleografico ad uso dei corsi universitari Roma 1953- rimasto incompleto, ma tuttora utilizzabile - nel quale gli esempi di scrittura giungono fino al XIX secolo. L'interesse per la storia della scrittura dopo il canonico XV secolo è l'aspetto più significativo e valido degli studi paleografici del C., sottolineato dalla prolusione romana Meditazioni paleografiche sull'Orlando Furioso (in Nuova Antologia, 16 ag. 1943, pp. 252-264)e dai ripetuti interventi sulla scrittura dell'Ariosto e del Tasso (La scrittura dei quattro poeti, in La Lettura, XLI [1941],pp. 1101-1107; La scrittura dell'Ariosto. Contributo allo studio delle corsive italiane nel 500, Modena 1942; Scrittura e punteggiatura negli autografi dell'Ariosto, in Cultura neolatina, IV-V [1944-45], pp. 37-60).
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. centrale dello Stato, fasc. personale; Roma, Arch. dell'Università degli Studi, fasc. A843; Roma, Arch. del Ministero della Pubblica Istruzione, fasc. personale; [A. Cerlini], Cenni sull'attività scientifica e sulla carriera di A. C., s. l. (ma Livorno) 1939; U. Gualazzini, Necrologio, in Arch. storico delle prov. parmensi, s. 4, XIII (1961), pp. 25-26; Id., A.C. (1880-1961), in Atti e mem. della Deputaz. di storia patria per le antiche prov. modenesi, s. 9, III (1963), pp. 29-36.