Casalinuòvo, Aldo. – Giurista e avvocato italiano (Catanzaro 1914 - ivi 2000). Figlio di Giuseppe, come il padre fu autorevole penalista. Si formò negli studi classici nella sua città natale e in giurisprudenza (1934) all’univ. La Sapienza di Roma, dove nel 1938 conseguì la libera docenza in diritto penale. Deputato nelle file liberal-monarchiche per due legislature (I e III), componente (1964-2000) e presidente (1971-86) del Consiglio nazionale forense (CNF), relatore per la riforma del codice di procedura penale nei Congressi forensi, in C. si fusero attività professionale e riflessione teorica in un sentito rapporto di continuità tra prassi e scienza giuridica («...la scienza è fatta per la vita»). Uno dei punti centrali delle sue riflessioni fu la funzione della pena a partire dalla condanna, sin dagli studi degli anni Trenta, della pena di morte, sotto un profilo etico prima che giuridico (Il problema della pena di morte,1935; Disciplina giuridica della pena di morte, 1937). Contro la pena di morte C. tornò a battersi promuovendone la unanime richiesta di abolizione in tutti i paesi del mondo nel Congresso (Istanbul 1978) degli Ordini forensi europei. Al principio etico, cui secondo C. il giurista deve sempre rispondere, va riportato l'impegno per l'umanizzazione dell'ergastolo, al fine di «consentire al condannato il diritto alla speranza». Direttore della rivista (fondata dal padre nel 1919) La Calabria giudiziaria e della Rassegna forense (periodico del CNF), studioso fecondo, tra i numerosi scritti si ricorda, con la pref. di A. De Marsico, Frammenti di vita: arringhe discorsi e celebrazioni di grandi giuristi scomparsi, 1976; per la sua ricca bibliografia si rinvia a Studi penalistici e discorsi (post., 2 voll., a cura di Mario e Aldo jr. Casalinuovo, 2007).