BUTTINI, Aldo
Nato il 6 dic. 1898 da Geminiano e da Elda Brunelli ad Aulla (Massa Carrara), dove il padre teneva bottega d'antiquario, partecipò alla guerra del 1915-18 e venne decorato della croce al merito. Dopo la guerra si recò a Carrara per frequentare i corsi di scultura tenuti dal maestro Carlo Fontana all'Accademia di Belle Arti (1922-23), ma abbandonò presto la scuola e aprì uno studio per proprio conto. A Carrara dimorò poi stabilmente e sposò Alma Dell'Amico. Divenuto in breve noto e apprezzato scultore, ottenne importanti commissioni private ed ufficiali. Del 1927 è La leva, opera che venne poi donata a Mussolini e posta nei giardini di villa Torlonia a Roma. Del 1932 sono le prime delle dieci statue in marmo di Atleti (personificazioni dei capoluoghi delle provincie italiane) destinate, insieme con quelle analoghe di S. Canevari, C. De Veroli, A. Bellini e altri, ad ornare lo Stadio dei marmi e gli altri complessi sportivi del Foro Mussolini (oggi Italico) a Roma.
Sono queste opere di modesto valore artistico perché condizionate al fine politico celebrativo del regime del tempo, senza quindi intimo convincimento e serio impegno culturale da parte dell'artista, che intese forse attenuarne il carattere retorico e magniloquente con una semplificazione volumetrica e formale, non tutta dovuta all'affrettata esecuzione. La ricerca di una forma monumentale, atta ad esprimere soprattutto energia fisica e volontà morale, restò comunque la meta costante, anche se raramente raggiunta, di questo artista appassionato cultore dell'arte di Michelangelo, ma che si distinse soprattutto per la correttezza del disegno anatomico dei suoi nudi e per la consumata perizia tecnica nella trattazione del marmo. Né giovò al B. il volontario isolamento da scuole e da moderne correnti artistiche, dovuto in parte anche al carattere chiuso e insofferente.
Artista operoso e fecondo, il B. eseguì moltissime opere per committenti italiani e stranieri (dodici statue colossali per Pittsburgh), partecipò alle principali mostre ed esposizioni nazionali, come la Biennale di Venezia, la Mostra del ritratto a Firenze, la Mostra d'arte sacra di Bergamo e la prima Mostra del marmo a Carrara, ove espose la Fontana di Venere (oggi a Carrara), opera di carattere accademico, ma pregevole per l'accuratissima esecuzione tecnica.
Insegnante di ornato e figura modellata al liceo artistico di Carrara dal 1955 e socio corrispondente dell'Accademia lunigianense di scienze G. Capellini, il B. terminava nel 1953 una grande riproduzione in marmi policromi della Cena di Leonardo, per un cimitero monumentale negli Stati Uniti, e riceveva la commissione per Cuba di una colossale statua di Cristo (su bozzetto della scultrice cubana Jillma Madera), opera alla quale lavorò sino alla morte, avvenuta a Carrara il 1º dic. 1957, a seguito della tragica scomparsa del figlio Paolo.
Opere più significative della produzione del B. restano: Roma, Foro italico: Atleta (Fiume), firmato e datato 1932; Pugile in guardia (Chieti), firmato e datato 1932; Giuocatore di tennis (Ragusa), firmato e datato 1933; Lanciatore digiavellotto (Perugia), firmato e datato 1932; Saltatore con l'asta (Trieste), firmato; Atleta che saluta (Massa-Carrara), firmato; Atleta con l'asta (del 1936), firmato; Pugile che sideterge, firmato e datato 1938; Giovane atleta congagliardetto; Giovane atleta con libro e moschetto. Sempre a Roma, il gruppo della Maternità nell'Ospedale della Maternità e il busto ritratto del Marchese Serafini, governatore della Città del Vaticano. A La Spezia, il monumento al poeta Ceccardo Roccatagliata Ceccardi nei giardini pubblici. A Novi Ligure, il monumento ad Antonio Martini. A Parma, i quattro monumenti dell'università. A Pontremoli, il monumento funerario del vescovo Fiorini in cattedrale. E numerose altre opere a Livorno, Villafranca, Londra, Parigi.
Il figlio Paolo, nato a Carrara il 23 ag. 1932 dal B. e Alma Dell'Amico, dimostrava sin da bambino straordinaria disposizione per il disegno, singolare spirito d'osservazione e notevole fantasia inventiva, ben riflessi in una serie di disegni e schizzi di animali e in composizioni simbolico - evocative che esponeva nel 1949 a Milano e nel 1951 a New York, riscuotendo enorme successo di pubblico e di critica. Dal 1952 si dedicava soprattutto alla pittura. Tra le opere sue più singolari e apprezzate restano La caccia primitiva, ove risaltano le sue spiccate doti di disegnatore, l'Autoritratto e la Fratellanza universale (queste ultime, insieme con disegni, sono alla Gall. d'arte moderna di Firenze).
Dopo una serie di viaggi in Spagna, a Londra e Parigi, il giovane pittore cedeva allo sproporzionato sforzo fisico del suo eccezionale esordio e cadeva in una grave forma di neurastenia che lo portava al suicidio, avvenuto a Genova nel 1957.
Bibl.: S. Ruina, Uno statuario apuano,A. B., in Il Carlino-Sera, 16 dic. 1939; A. Riccoboni, Roma nell'arte. La scultura nell'evo moderno, Roma 1942, p. 552, tavv. 446, 473; M. Pieri, I marmi d'Italia, Milano 1964, pp. 207, 294, 313. Per Paolo vedi R. Birolli, Tre disegnatori, in L'Unità, 12 febbr. 1949; C. Delfino, P.B., in Derby, n. 30, 1949, pp. 64; U. Nebbia, P.B., in Le Arti, gennaio 1959, p. 12; A. Savioli, P.B., in Vita apuana, 1º marzo 1959; R. Mazzoni, La tragica avventura di un ragazzo prodigio, in Il Tempo, (Milano) 1959, n. 10, pp. 41 s.