alcol e alcolismo
Usi e abusi di una sostanza molto antica
Fin dall'antichità l'uomo ha imparato a sfruttare il lievito per produrre bevande alcoliche. Ma se bere con moderazione è piacevole, eccedere è molto pericoloso: l'abuso di alcol causa dal 30 al 50% degli incidenti stradali, e in Italia le malattie dovute all'alcolismo provocano 30.000 morti all'anno.
Se possiamo bere il vino, la birra e tutte le bevande alcoliche lo dobbiamo a un essere vivente composto da una sola cellula (il lievito Saccharomyces cerevisiae) e all'ingegno dell'uomo, che ha imparato a utilizzare una caratteristica del metabolismo di questo microrganismo. Infatti, il lievito trasforma gli zuccheri in anidride carbonica e alcol attraverso un processo chiamato fermentazione alcolica. Basta quindi fornire al lievito una materia prima che contenga zuccheri per ottenere l'alcol che rende alcolica una bevanda.
I liquidi destinati alla fermentazione sono chiamati mosti e possono essere preparati in diversi modi: per esempio, dal mosto di uva si ottiene il vino, da quello di mele il sidro e dal mosto d'orzo o di altri cereali, aromatizzato con il luppolo, si ottiene la birra. La distillazione invece è un processo chimico che non coinvolge più il lievito e che permette di ottenere bevande in cui la percentuale di alcol è più alta: i superalcolici.
Pur se le testimonianze archeologiche ci dicono che già 5400 anni prima di Cristo gli abitanti delle montagne dell'Iran settentrionale avevano imparato a fare il vino, furono però gli antichi Egizi i primi a coltivare la vite per produrlo. In seguito, il vino ebbe grande fortuna in Grecia e a Roma. Nel Medioevo, in Italia, la viticoltura si mantenne viva soprattutto nei monasteri, vista la necessità di disporre di vino per celebrare la messa. In questo periodo le bevande alcoliche furono considerate persino un'alternativa salutare all'acqua, che poteva essere per varie cause contaminata. Per ciò che concerne la birra, invece, allo stato attuale delle conoscenze la sua 'paternità' va attribuita ai Sumeri e collocata agli inizi del 4° millennio a.C. nella regione da essi abitata, la Mesopotamia (l'attuale Iraq). Le tracce più antiche di questa bevanda sono state rinvenute in una piccola giara presso Godin Tepe, un sito archeologico dell'Iran meridionale che subì una grande influenza da parte dei Sumeri.
Nel corso del 20° secolo la scienza ha chiarito gli effetti dell'alcol sul nostro organismo. L'abuso di bevande alcoliche può avere conseguenze molto gravi sulla salute: chi è ubriaco, infatti, è spesso euforico, perde la capacità di coordinare i movimenti e di tenersi in equilibrio. Inoltre ha i riflessi rallentati: proprio per questo motivo chi ha bevuto alcolici non deve mettersi alla guida neppure se si sente bene. Nelle 12÷24 ore che seguono la sbornia può scoppiare un mal di testa fortissimo e venire la nausea, e nei casi più gravi può subentrare perdita di coscienza e coma. L'alcolismo è invece l'abuso di bevande alcoliche protratto nel tempo. I suoi effetti sono devastanti: provoca tremori, allucinazioni, demenze e compromette la memoria. L'alcol, poi, danneggia le pareti dello stomaco causando ulcere ed emorragie, e provoca la cirrosi epatica, una grave malattia del fegato. L'assunzione di troppo alcol predispone alle malattie del cuore e della circolazione del sangue, indebolisce le difese immunitarie e favorisce la comparsa di tumori del fegato, della mammella, della bocca e dello stomaco. Infine, nelle donne in gravidanza, anche quantità moderate di alcol possono danneggiare gravemente il feto. In Italia, l'età in cui i ragazzi cominciano a consumare bevande alcoliche si sta abbassando: questo è molto preoccupante, perché i danni dell'alcol sono tanto più gravi quanto più si è giovani.
L'alcol tuttavia non è dannoso quando viene assunto in età adulta e con moderazione. Infatti, il vino e la birra (ma molto meno i superalcolici!) proteggono dalle malattie del sistema cardiocircolatorio. Per avere i vantaggi ed evitare i danni, gli esperti consigliano agli uomini di bere non più di due o tre bicchieri di vino o lattine di birra al giorno, e alle donne non più di due.