ALCOBAÅA (A. T., 39-40)
A Villaggio portoghese dell'Estremadura (distretto di Leiria), sui fiumi Alcõa e Baça, da cui prende il nome, con circa 3000 abitanti, celebre per la sua grandiosa abbazia cisterciense fondata nel 1148 da Alfonso I in ricordo della presa di Santarem e accresciuta successivamente (1222) di nuove costruzioni. La chiesa, la cui facciata conserva solo il portale ad arco, il rosone, ed alcune finestre primitive, è di ispirazione schiettamente cisterciense. È lunga più di cento metri, alta circa venti, ed è divisa in tre navate a vòlta, di uguale altezza. Il transetto delle due navi è prolungato nell'abside con deambulatorio e cappelle poligonali raggianti. Al lato sinistro è il chiostro del re Dionigi (1308-1311) in stile gotico primitivo, con vòlte a crociera a terreno e a botte nel piano superiore. In questo lato settentrionale trovasi un'edicola con una fontana caratteristica, che in seguito venne spesse volte imitata. La sala del Capitolo è pure dell'epoca dionisiana. Nella Cappella delle tombe, situata oltre il braccio destro del transetto, si conservano le ricche sepolture che il re Don Pedro fece costruire (1360) per sé e per la sua amante Ines de Castro, la cui tragica storia venne cantata dal Camões. Sono due arche di calcare tenero dell'Estremadura, lavorate a rilievo con episodî della vita del Cristo e di San Bartolomeo, e allusioni alla vita di Ines e di Don Pedro. Le urne sono sormontate dalle statue giacenti dei defunti, accompagnate da sei angioli ciascuna. La forma e la disposizione dei sarcofaghi rivelano l'ispirazione francese, avendo abbandonata l'antica tradizione portoghese delle tombe con edicola. La sagrestia vastissima, col suo portale di stile manuelino di un naturalismo esuberante, venne ricostruita verso la fine del secolo XVIII. In fondo ad essa sta il Reliquiario, specie di colombario, le cui nicchie sono occupate da busti di terra cotta, documento dell'attività di una scuola regionale, alla quale si deve anche la Morte di San Bernardo, policroma, che esiste in una cappella del transetto. Nel vasto edificio del monastero sono appartamenti reali, un ospizio, una biblioteca, che un tempo fu la più ricca delle raccolte conventuali portoghesi (il fondo "Alcobaça" è ancora una sorgente preziosa per la stooria medievale del Portogallo), un refettorio magnifico e una cucina monumentale, il tutto adibito per lungo tempo a quartiere militare ed ora ad ospizio per invalidi.
Bibl.: Frei Manuel dos Santos, Alcobaça ilustrada, Coimbra 1710; Frei Fortunato de S. Bonaventura, Historia chronologica e critica da real abadia de Alcobaça, Lisbona 1827; Vicèra Natividade, O Mosteiro de Alcobaça, 1885; id., Ignez de Castro e Pedro o Crú perante a iconografia dos seus túmulos, 1910; Antonio de Vasconcelos, Ines de Castro, 1928.