(gr. ᾿Αλκμήνη) Figura della mitologia greca. Moglie di Anfitrione, figlia di Elettrione. Durante la spedizione del marito contro i Teleboi, fu visitata da Zeus presentatosi nelle sembianze di Anfitrione e concepì Eracle; poi, secondo leggende più tarde, ebbe da Anfitrione un figlio mortale, Ificle, che generò contemporaneamente a Eracle. Secondo Euripide, Anfitrione avrebbe voluto punire con la morte sul rogo l’infedeltà di A., ma Zeus la salvò con una pioggia miracolosa. Dopo la morte di Eracle, A. seguì la sorte degli Eraclidi. Venuta a morte, sarebbe andata sposa al giudice infernale Radamanto.
La leggenda relativa alla nascita di Eracle fu trattata dai tragici (perduti sono l’Anfitrione di Sofocle e quello latino di Accio, nonché l’Alcmena di Eschilo e di Euripide) e in parodie mitologiche (cfr. l’Amphitruo di Plauto). Come figura matronale panneggiata compare nell’arte antica in varie scene, soprattutto in quelle di Eracle bambino che strozza i serpenti.