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ARCANGELI, Alceste

di Isabella Spada Sermonti - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 34 (1988)
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ARCANGELI, Alceste

Isabella Spada Sermonti

Figlio di Giovanni, illustre botanico pisano, e di Amelia Scrivara, nacque a Pisa l'8 sett. 1880. Si laureò in scienze naturali nel 1902 con la tesi "Il mimetismo nel regno vegetale" e conseguì l'abilitazione nel 1909. Nel 1910 sposò Marianna Battolla. Assistente di E. Ficalli, ottenne la libera docenza e divenne aiuto alla cattedra di anatomia comparata nell'ateneo pisano (1910).Nello stesso anno si trasferì a Reggio Emilia per insegnarvi scienze naturali nei licei. L'A. partecipò volontario alla guerra 1915-18, guadagnando la croce al merito e quattro encomi. Poi insegnò all'istituto tecnico "Carlo Cattaneo" di Milano e ritornò all'insegnamento universitario nel 1923 nell'ateneo di Sassari. Nel 1926 ebbe la cattedra di zoologia ed anatomia comparata all'università di Bari; passò poi nel 1930 a Torino, ove diresse anche il Museo zoologico, fu preside della facoltà di scienze ed insegnò zoologia generale e parassitologia nella facoltà di medicina e chirurgia, zoologia nella facoltà di agraria e medicina veterinaria, biologia e zoologia generale nella facoltà di farmacia. Dal 1955 al 1965 l'A., in pensione, continuò a frequentare il suo istituto fino alla morte.

L'A. ha lasciato circa duecento pubblicazioni scientifiche. Le ricerche più interessanti riguardano la sistematica degli Isopodi, in particolare quella degli Isopodi terrestri del Congo, degli arcipelaghi di Madera e delle Canarie, di cui studiò la variabilità sessuale, la determinazione del sesso e l'ermafroditismo. Si occupò della fauna italiana in generale, di quella della Sardegna e della Corsica in particolare, di morfologia comparata, di anatomia e biologia dei pesci, di istologia dell'apparato digerente dei vertebrati e di genetica. Allievo di F. De Filippi, diffuse il primo evoluzionismo darwiniano e lamarckiano e il secondo evoluzionismo o neodarwinismo.

Uno dei primi lavori dell'A. riguardò Icambiamenti dell'epitelio intestinale del Box Salpa L durante l'assorbimento, in cui descriveva le fasi attraversate dalla mucosa del tubo digerente, nelle quali appaiono dei leucociti molto probabilmente attivi o comunque coinvolti nel processo di assorbimento. Nel 1915 pubblicava un manuale in otto lezioni Dai rettili all'ameba, per presentare la morfologia di questi gruppi animali in relazione al loro ambiente naturale.

Una esperienza di allevamento del Ciprino dorato (Carassius auratus L), condotta presso l'orto botanico di Pisa dal 1898 al 1910, indusse l'A. a indagare il fenomeno della variazione del colore della pelle che si riscontra in questa specie. Non ritenendo di poterlo attribuire alle fasi del ciclo riproduttivo propose altre cause mettendole anche in relazione a fatti selettivi e cercando comunque di ridurre a due le pigmentazioni fondamentali. Il melanismo poi emergerebbe solo in pesci ammalati di itterizia emolitica. Nel 1923 l'A. pubblicò La revisione del gruppo degli Haplophthalmi, isopodi terrestri, una descrizione della morfologia interna ed esterna di questi organismi diffusi in Europa da Danzica a Karlstein (in Boemia) e Tübingen, in Francia e Dalmazia, in cui annotava anche i risultati delle ricerche sul periodo riproduttivo. Questo studio fu considerato dagli specialisti dell'epoca come la più ampia monografia disponibile sull'argomento.

L'anno dopo l'A. dava alle stampe il saggio Notizie su alcuni Isopodi del mar Mediterraneo per dimostrare la presenza in questo mare, ed in particolare nell'Adriatico, di una specie, l'Eurydice affinis H. J. Hansen, dato che erano stati rinvenuti un gran numero di esemplari di Saepia officinalis parassitate dalle larve (circolamide) di Eurydice. Questo isopode infatti sembrerebbe preferire acque a bassa salinità e a latitudini piuttosto elevate; gli studi dell'A. portarono un contributo alle prove di rassomiglianza tra fauna mediterranea e atlantica boreale.

Dopo un testo di biologia e zoologia generale (Torino 1947) l'A. pubblicò a Siena nel 1953 il Prodromo della storia naturale d'Italia, ove trattava l'origine delle specie con vedute che si riallacciavano a Lamarck: secondo l'A. la vita ebbe origine solo una volta nella storia della terra.

L'A. fu professore emerito dell'università di Torino, commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica e socio di molte accademie.

Morì a Torino il 28 apr. 1965.

Opere principali: Il mimetismo nel regno vegetale, Pisa 1903; Icambiamenti nell'epitelio del Box Salpa L durante l'assorbimento. Note, in Arch. di anatomia ed embriologia, V (1906), pp. 150-177; Dai rettili all'ameba, Milano 1915; Sulle diverse colorazioni del Carassius auratus L e le cause che lo determinano, in Rivista di biologia, III (1921), n. 1, pp. 33-52; La revisione del gruppo degli Haplophthalmi, isopodi terrestri, in Arch. Zoologico, X (1923), pp. 259-322; Notizie su alcuni Isopodi del mar Mediterraneo, in Atti della Soc. ital. di scienze naturali, LXIII (1924), pp. 1-8; Sulla ricerca microchimica del fosforo nei tessuti vegetali e animali, in Riv. di biologia, VIII (1926), pp. 355-359; Raccolte faunistiche compiute nel Gargano da A. Ghigi e F. P. Ponini, II, Isopodi terrestri, in Pontificiae Academiae scientiarum acta, XII (1947), n. 10, pp. 93-116; Prodromo della storia naturale d'Italia, Siena 1953.

Bibl.: Annuario dell'univ. di Torino, anno acc. 1931-32, pp. 47, 93, 95, 111, 350; ibid., anno acc. 1964-65, p. 244; ibid., anno acc. 1965-66, pp. 483 s.

Vedi anche
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arcangèlica
arcangelica arcangèlica s. f. [lat. scient. Archangelica, dal lat. tardo archangelĭcus, gr. ἀρχαγγελικός «dell’arcangelo», propr. «erba degli arcangeli»]. – Genere di piante ombrellifere, ora incluso nel genere Angelica (v. angelica)....
arcàngelo²
arcangelo2 arcàngelo2 s. m. [uso estens. di arcangelo1]. – In zoologia, nome usato nell’Italia centr. per l’uccello chiurlo maggiore; a. piccolo, il chiurlo piccolo; a. turco, l’uccello mignattaio.
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