GRAEFE, Albrecht von
Oculista, nato a Berlino il 22 maggio 1828, morto ivi il 20 luglio 1870. Fu nominato nel 1852 docente, nel 1857 professore straordinario e nel 1866 ordinario a Berlino, direttore di quella clinica oftalmologica. Studioso geniale, s'acquistò presto fama mondiale per le sue pubblicazioni, per nuovi strumenti inventati, per nuove operazioni. Con l'oftalmoscopio, appena inventato, interpretò l'escavazione glaucomatosa, l'embolia dell'arteria centrale della retina, la papilla da stasi. Adottò il metodo dell'estrazione lineare della cataratta, eseguita con speciale coltellino, oggi ancora generalmente adoperato, e che va col nome di coltellino del Graefe. Propose (1857) l'iridectomia contro il glaucoma, che da allora poté guarire, mentre prima conduceva fatalmente alla cecità. Fondò fin dal 1857 l'Archiv für Ophthalmologie, ancora oggi uno dei migliori giornali della specialità.
Segno di Graefe. - Consiste nel fatto che la palpebra superiore non segue o segue con notevole ritardo il movimento di rotazione in basso del bulbo oculare, lasciando per tal modo scoperta una parte della sclera al di sopra della cornea. Le interpretazioni date al fenomeno sono state molteplici: per alcuni esso è dovuto a disturbi funzionali del simpatico, per altri ad alterazioni dei centri della coordinazione dei movimenti oculari, per altri a insufficienza motoria del muscolo orbicolare o a ipertonia dell'elevatore palpebrale. Il sintomo di Graefe costituisce con quello di Stellwag (mancanza d'ammiccamento palpebrale involontario) e con quello di Moebius (difetto di convergenza dei bulbi oculari per il quale questi non possono essere mantenuti fissi nella posizione voluta ma ruotano verso l'esterno) un'importante triade sintomatica per la diagnosi del morbo di Flaiani-Basedow e in genere degli stati d'ipertiroidismo.
Bibl.: E. Michaelis, A. v. G., seine Leben und Werken, Berlino 1877.