MESSIERI, Albino
– Nacque a Castelfranco Emilia, il 1° ag. 1896, da Giovanni ed Ernesta Cattani.
Nel dicembre del 1915, non appena completato il primo ciclo di studi, il M. fu chiamato alle armi e inviato in zona di operazioni con il grado di tenente di cavalleria; congedato nel febbraio 1920, fu decorato con la croce al merito di guerra e con la croce di ferro al valor militare.
Ripresi gli studi, il 3 luglio 1921 conseguì la laurea in zooiatria presso la scuola di medicina veterinaria dell’Università di Bologna e per un breve periodo esercitò la libera professione. Successivamente, nel 1923, il M. fece ritorno alla medesima scuola dell’ateneo bolognese: allievo per due anni dell’anatomopatologo P. Gherardini, primo assistente e poi aiuto del patologo e clinico medico A. Lanfranchi, nel 1927 conseguì la libera docenza in batteriologia e profilassi delle malattie infettive del bestiame. Nel 1931, vinta la cattedra di patologia e clinica medica, fu chiamato dalla facoltà di medicina veterinaria della Libera Università di Camerino, dove intraprese una serie di iniziative tese a valorizzare sul piano teorico e pratico l’attività didattica: completò e riorganizzò i laboratori, fornendoli delle necessarie attrezzature e strumentazioni; promosse l’istituzione, nel 1931 e nel 1934, di corsi di aggiornamento per veterinari; dispose l’esecuzione gratuita delle visite degli animali e degli esami batteriologici delle carni marchigiane al fine di poter usufruire di un ricco materiale didattico. A Camerino, inoltre, fu preside di facoltà e presidente della Società Eustachiana e della Società veterinaria marchigiana-abruzzese istituita nel 1933.
Trasferito nell’anno scolastico 1934-35 alla direzione della stessa cattedra presso la facoltà di medicina veterinaria dell’Università di Perugia, vi rimase per un quinquennio come ordinario, esercitando anche in questa sede funzioni di preside di facoltà; fece inoltre parte dell’Accademia medico-chirurgica di Perugia e fu membro della Commissione permanente per lo studio delle malattie infettive degli animali domestici.
Contemporaneamente alla didattica il M. svolse una intensa attività clinico-scientifica, recando validi contributi nei diversi settori della disciplina. Tra i suoi studi sulla patologia infettiva, condotti anche con metodi sperimentali, notevoli sia per la loro importanza dottrinale e pratica nei riguardi dei vari problemi degli allevamenti, sia per l’individuazione e la profilassi delle zoonosi, si ricordano in particolare: le ricerche sul bacillo di Bang e sulla brucella melitense, responsabili rispettivamente dell’aborto epizootico e della brucellosi umana, dei quali, in considerazione di alcune comuni caratteristiche biologiche, sostenne l’unicità dell’azione patogena (Sui rapporti etiologici fra aborto epizootico da bacillo di Bang e febbre di Malta, in La Nuova Veterinaria, IV [1926], pp. 1-5; Contributo allo studio del bacillo di Bang (aborto epizootico) e suo isolamento dal midollo osseo, ibid., pp. 9-12; L’infezione melitense dell’uomo di origine bovina, ibid., VI [1928], pp. 3-11; Studio sperimentale sull’infezione da germi del genere «brucella» nella specie canina, ibid., pp. 317-325; La coltivazione dei germi «Brucelle» nei terreni all’uovo a scopo differenziale, ibid., XIII [1935], pp. 293-301, 341-345; Delle brucellosi in generale. Risultati di alcune ricerche sperimentali, in La Ricerca scientifica, s. 2, VII [1936], 1, pp. 202-210; Sul potere abortigeno della «brucella abortus bovis» nella specie equina, in Boll. della Sezione italiana della Soc. internazionale di microbiologia, XII [1940], pp. 168-172); l’individuazione di un focolaio di actinobacillosi bovina, il primo segnalato in Italia, e la riproduzione sperimentale della malattia (Su di un focolaio di actinobacillosi in Italia, in La Nuova Veterinaria, VII [1929], pp. 5-7, in collab. con A. Lanfranchi - D. Ristori; L’actinobacillosi bovina, ibid., IX [1931], pp. 5-24; L’actinobacillosi bovina. Studio batteriologico e sperimentale, ibid., pp. 49-69; Sulla riproduzione sperimentale dell’actinomicosi, in Boll. dell’Istituto sieroterapico milanese, XIII [1934], pp. 362-368); lo studio anatomopatologico e clinico e la riproduzione sperimentale dell’infezione tubercolare (Contributo allo studio della tubercolosi del cane, in La Nuova Veterinaria, V [1927], pp. 185-189; La tubercolosi cutanea e nasale del cavallo, ibid., VIII [1930], pp. 102-113; La tubercolosi sperimentale dei polli trasmessa per via intraepatica, ibid., XI [1933], pp. 5-7; Contributo sperimentale allo studio della tubercolosi del cavallo, ibid., XII [1934], pp. 7-10). Pubblicò inoltre: La diagnosi sperimentale delle più comuni malattie infettive degli animali domestici (Faenza 1929) e Igiene del bestiame (Roma 1933).
Nell’anno accademico 1940-41 il M. divenne titolare degli insegnamenti di patologia speciale e clinica medica, succedendo così al maestro Lanfranchi, e di medicina veterinaria legale presso la facoltà di medicina veterinaria dell’Università di Bologna. Nella nuova sede, presso la quale esercitò per tre consecutivi trienni le funzioni di preside di facoltà, fu titolare dell’insegnamento fino al 1° nov. 1966, quando, raggiunti i limiti di età, fu collocato fuori ruolo.
Nell’ateneo bolognese il M., proseguendovi l’antica tradizione del magistero veterinario, fondò una scuola alla quale numerosi allievi si formarono al suo rigoroso insegnamento clinico: l’accurata, minuziosa ricerca dei sintomi e la loro razionale interpretazione, fondata su solide basi patologiche, quale metodo sicuro per la formulazione della diagnosi (Corso di semiologia e diagnostica medica veterinaria, in collab. con B. Moretti: 3ª ed. riv. e corretta, Bologna 1945 e in successive altre). Convinto assertore dell’importanza della ricerca scientifica nella moderna medicina veterinaria (Gli attuali compiti della ricerca scientifica nelle discipline veterinarie. Conferenza inaugurale al Convegno di Montecatini Terme… 1954, in Atti della Soc. italiana delle scienze veterinarie, VIII [1954], pp. 13-38, in collab. con P. Masoero - D.D. Nai), condusse ancora vari studi, soprattutto sulle malattie infettive, recando nuovi validi contributi dottrinali e pratici: al congresso veterinario tenutosi a San Remo nel settembre 1952 comunicò il primo impiego in medicina veterinaria dell’idrazide dell’acido isonicotinico (Sul granuloma di Roeckl. Osservazione clinica, ricerche sperimentali e terapia con l’idrazide dell’acido isonicotinico, in La Nuova Veterinaria, XXVIII [1952], pp. 284-286), farmaco recentemente introdotto nella terapia della tubercolosi umana che egli utilizzò largamente nella medicina veterinaria anche come misura profilattica (L’azione antitubercolare dell’idrazide isonicotinica in patologia comparata, in Zooprofilassi, X [1955], pp. 335-358; La possibile riattivazione delle lesioni tubercolari dei bovini curati coll’idrazide isonicotinica, in Atti della Soc. italiana delle scienze veterinarie, IX [1955], pp. 536-539); segnalò casi di ornitosi nei bovini (Ornitosi (Miyagawanellosi) nei bovini. Segnalazione clinica, ibid., VIII [1954], pp. 702-704) e di leptospirosi negli equini (Leptospirosi ittero-emorragiche degli equini, ibid., pp. 704-706); tra il 1962 e il 1965 sollecitò e ottenne l’attuazione di misure profilattiche volte a limitare la diffusione dell’anemia infettiva dei cavalli, che di fatto determinarono la definitiva eradicazione della forma morbosa dagli ippodromi italiani; redasse la voce Actinobacillosis per l’International Encyclopedia of veterinary medicine, I, Edinburgh 1966, pp. 73-76. Tra i suoi scritti si ricordano ancora: Elementi di medicina veterinaria legale (Faenza 1942; 2ª ed., ibid. 1957) e La malattia di Düren o di Brabante. (Intossicazione alimentare di bovini da farina di soia). Relazione tecnica giudiziaria (ibid. 1952).
Membro di numerose società e accademie scientifiche italiane e straniere, il M. ebbe numerosi riconoscimenti: medaglia d’oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte, gli furono assegnati il premio dello Studio bolognese nell’anno accademico 1959-60, la Spiga italica d’oro nel 1965 e, postuma, la medaglia d’oro della Federazione nazionale degli ordini dei veterinari italiani.
Il M. morì a Bologna il 4 genn. 1970.
Fonti e Bibl.: Castelfranco Emilia, Comune, Estratto per riassunto dal registro degli atti di nascita, 1896, p. 1, n. 297; necr., in Arch. veterinario italiano, XXI (1970), pp. 3-8; in Atti dell’Acc. delle scienze dell’Istituto di Bologna, Rendiconti, cl. di scienze fisiche, s. 12, VIII (1970-71), pp. 173-179; in Atti della Soc. italiana delle scienze veterinarie, XXIV (1970), pp. 13 s.; in La Clinica veterinaria, XCIII (1970), p. 74; in La Nuova Veterinaria, XLVI (1970), pp. 3-5; in Università di Bologna, Annuario degli a.a. 1968-69 - 1969-70, Bologna 1972, pp. 435s.; Annuario dell’Università degli studi di Camerino per gli a.a. dal 1930-31 al 1933-34; Annuario dell’Università degli studi di Perugia, per gli a.a. dal 1934-35 al 1939-40; Università di Bologna, Annuario per gli a.a. dal 1940-41 al 1965-66; A. Messieri, Due parole di congedo, in La Nuova Veterinaria, XLII (1966), pp. 77-79; Fascicolo celebrativo del prof. A. M., ibid., XLIII (1967), per cui si vedano almeno: Editoriale, p. 4; B. Moretti (senza titolo), pp. 241 s.; L. Venturi - V. Agostinelli Scipioni, Il prof. M. maestro, pp. 243-245. Vedi inoltre: G. Gentile, Commemorazione di A. M., in Bull. delle scienze mediche, CXLIII (1971), pp. 1-10; La figura e l’opera: A. M. nella sua attualità. Convegno in onore del prof. A. M., Castelfranco Emilia… 1975, s.l. 1976; V. Chiodi, Storia della veterinaria, Bologna 1981, pp. 403-405, 458.
A. Carli