Pittore italiano (Firenze 1888 - Meudon 1971). Autodidatta, si formò studiando in particolare la pittura toscana del 14º e 15º sec.; frequentò, senza aderirvi, il gruppo futurista fiorentino (1911-13) e nel 1914, a Parigi con A. Palazzeschi, fu in contatto con G. Apollinaire, M. Jacob, F. Léger, P. Picasso: a questo periodo risalgono nature morte e composizioni estremamente semplificate e i primi quadri astratti (1915), costruiti con colori vivaci e piatti. Dopo le "esplosioni liriche" (1918), in cui l'elemento figurativo riappare euforicamente scomposto, la sua ricerca si accorda al generale ritorno all'ordine figurativo (1920-30) con figure e paesaggi sentiti architettonicamente e dai colori schiariti. La serie delle "pietre" che elaborò a Parigi, dove si trasferì nel 1931, prelude al ritorno definitivo all'astrattismo (1936), tendente a una rigorosa sintesi giocata sulla contrapposizione e interazione di forme curve e rettilinee. Dal 1939 al 1944, a Grasse, in stretto contatto con i coniugi H. e S. Arp e R. e S. Delaunay, sperimentò anche nuovi mezzi espressivi (ardesie, collage-musique, poesia). Membro di Abstraction-Création, presente dal 1937 alle più importanti esposizioni internazionali, M. è tra i più significativi maestri dell'arte contemporanea. Un importante nucleo della sua opera è conservato nella Galleria d'arte moderna di Firenze.