FUCINI, Alberto
Nacque a Empoli il 24 febbr. 1864 da una famiglia di proprietari terrieri. Compiuti gli studi classici, si iscrisse dapprima alla facoltà di ingegneria dell'università di Pisa, trasferendosi poi alla facoltà di scienze per seguire il corso di laurea in scienze naturali, dove ebbe come maestro G. Meneghini. Conseguì la laurea il 30 marzo 1889 presso il R. Istituto superiore di Firenze, discutendo la tesi "Molluschi fossili del Pliocene di Cerreto Guidi e di Limite", su reperti che erano frutto delle sue ricerche.
Per qualche mese esercitò l'attività di ispettore scolastico in Toscana e a Rossano Calabro, dove scoprì un giacimento fossilifero del Lias inferiore. Nel gennaio 1892 fu nominato assistente e, nel dicembre dello stesso anno aiuto, presso il gabinetto (poi divenuto istituto) di geologia e paleontologia di Pisa diretto da M. Canavari.
Nell'autunno 1894 e nell'inverno 1895 svolse attività di studio (specialmente sui fossili che aveva raccolto in vari luoghi) presso istituti di paleontologia famosi, come quelli di Berlino e di Monaco di Baviera. Anche dopo, nel 1931, 1932 e 1934, visitò attivamente gli istituti paleontologici di Vienna, Berlino, Zurigo, Dresda, Stoccolma e Magonza.
Dal 1906 al 1913 tenne per incarico il corso di paleontologia presso l'università di Pisa. Nel 1909 fu abilitato alla libera docenza in geologia e paleontologia. Vincitore di concorso per cattedra, fu chiamato nell'agosto 1913 come professore straordinario alla facoltà di scienze dell'università di Catania, dove fu nominato ordinario nel giugno 1917.
Fu autore di numerose pubblicazioni. Di grande rilievo sono i contributi alla conoscenza degli Ammonitidi, fossili di significato molto preciso per le determinazioni cronologiche degli strati marini che li contengono; una serie di monografie riccamente illustrate riguarda sia collezioni conservate in vari musei, sia raccolte in giacimenti - dalle Alpi meridionali alla Sicilia, alla Tripolitania - da lui stesso scoperti; con esse acquistò fama di eccellente specialista.
Altri scritti riguardano fossili di altre classi: alcuni vertebrati (Trionichidi), Brachiopodi, Molluschi Lamellibranchi e Gasteropodi. Numerose note trattano argomenti di geologia regionale; 52 di queste riguardano la Toscana. Scopo di tali note era documentare, sulla base dei fossili, le età di formazioni di datazione incerta. Così, nel 1903, un solo frammento di Ammonite consentì al F. di attribuire al Lias inferiore il marmo "giallo di Siena".
Altri fossili, raccolti e studiati dal F., provocarono pareri discordi e lunghissime discussioni, come quelle sull'età del "Verrucano".
Il complesso roccioso affiorante in vari luoghi della Toscana e noto con questo nome (dal monte Verruca sui monti Pisani) era stato da tempo datato al Carbonifero per i tipici fossili, specialmente vegetali, trovati negli strati inferiori. Il F. trovò una quantità di fossili molto diversi negli strati superiori del complesso. Chiamò allora "Verrucano tipico" soltanto questi ultimi, attribuendoli al Giurassico superiore e al Cretaceo basale. Li ritenne analoghi e coevi al "Wealden" dell'Inghilterra, formazione di ambiente particolare, caratterizzato da depositi di acque dolci e di acque salmastre. I fossili del Verrucano tipico erano in buona parte sconosciuti alla scienza e pertanto problematici. La datazione del Verrucano al Wealdiano fu contestata da molti autori che attribuirono i fossili al Trias medio (Carnico). In particolare F. von Huene, paleontologo di Tübingen, affermò che le impronte di otto specie di rettili tetrapodi nelle arenarie del Verrucano erano tipiche del Carnico (strati di Raibl: F. von Huene, Die Tetrapodenfährten im toscanischen Verrucano und ihre Bedeutung, in Neues Jahrbuch für Mineralogie, Geologie und Paläontologie, 1942, vol. LXXXVI, Suppl., sez. B, pp. 1-34). L'attribuzione del Verrucano al Trias medio raccolse il consenso generale negli anni Cinquanta: non tanto per ulteriori studi paleontologici, ma perché nuove conoscenze delle stratigrafie locali e nuovi studi sulla tettonica resero plausibile una simile attribuzione e non credibile quella del F. (L. Trevisan, Il Trias della Toscana e il problema del Verrucano triassico, in Memorie della Soc. toscana di scienze nat., LXII [1955], serie A, pp. 1-30; Symposium sul "Verrucano". Guida alle escursioni in Toscana. Pisa 1965, pp. 1-34).
Le ricche collezioni di fossili raccolti dal F., conservate dapprima nella sua villa di Piandaccoli, presso Montelupo Fiorentino, furono donate all'istituto di geologia e paleontologia dell'università di Firenze.
Il F. morì il 29 apr. 1941 a Montelupo Fiorentino.
Opere: Il Pliocene dei dintorni di Cerreto Guidi e di Limite ed i suoi molluschi fossili, in Boll. della Soc. geol. italiana, X (1891), pp. 49-87; Molluschi e Brachipidi del Lias inf. di Longobucco (Cosenza), in Boll. della Soc. malacologica italiana, XVI (1892), pp. 9-64; Fauna dei calcari ceroidi con Phylloceras cylindricum Sow. del Monte Pisano, in Mem. della Soc. toscana di scienze nat., XIV (1894), pp. 125-351; Faunula del Lias medio di Spezia, in Boll. della Soc. geol. italiana, XV (1896), pp. 123-164; Studi geologici sul circondario di Rossano in Calabria, Catania 1896 (con carta geol.); Fauna del Lias medio del M. Calvi presso Campiglia Marittima, in Palaeontographia italica, II (1896), pp. 203-250; Di alcune nuovi Ammoniti dei calcari rossi inferiori della Toscana, ibid., IV (1898), pp. 239-252; Ammoniti del Lias medio dell'Appennino centrale esistenti nel museo di Pisa, ibid., V (1899), pp. 145-186; VI (1900), pp. 17-78; Altre due nuove specie di Ammoniti dei calcari rossi ammonitiferi inferiori della Toscana, in Mem. della Soc. toscana di scienze nat., XVIII (1900), pp. 3-8; Cefalopodi liassici del Monte Cetona, in Palaeontographia italica, VII (1901), pp. 1-90; VIII (1902), pp. 131-218; IX (1903), pp. 125-186; X (1904), pp. 275-298; XI (1905), pp. 93-146; Monte Cetona: carta geologica e note illustrative, in Annali delle Univ. toscane, XXV (1905), 6, pp. 1-68; Fauna della zona a Pentacrinus tuberculatus Müll. di Gerfalco in Toscana, in Boll. della Soc. geol. italiana, XXV (1906), pp. 613-654; Ammoniti medoliane dell'Appennino, in Mem. della Soc. toscana di scienze nat., XXIV (1908), pp. 79-95; Synopsis delle Ammoniti del Medolo, in Annali delle Univ. toscane, XXVIII (1908), 3, pp. 1-107; La Pania di Corfino, in Boll. della Soc. geol. italiana, XXVII (1908), pp. 91-120; La Chelone Sismondai Port. del Pliocene di Orciano, in Palaeontographia italica, XV (1909), pp. 101-124; Sull'età e sulla posizione del Verrucano in Toscana, in Processi verbali della Soc. toscana di scienze nat., XIX (1910), 3, pp. 25-30; Trionyx pliocenicus Law., in Palaeontographia italica, XVIII (1912), pp. 1-28; Polyplacophora del Lias inf. della Montagna del Casale, ibid., pp. 105-128; Nuovo contributo alla conoscenza dei gasteropodi liassici della Montagna del Casale, ibid., XIX (1913), pp. 1-30; Pennatulidi del Lias inf. della Montagna del Casale, in Atti dell'Accad. Gioenia di scienze nat., s. 5, VIII (1915), pp. 1-9; Fossili wealdiani del Verrucano tipico del Monte Pisano, in Palaeontographia italica, XXI (1915), pp. 55-96; Fossili domeriani dei dintorni di Taormina, ibid., XXVI (1920), pp. 75-116; XXVII (1921), pp. 1-22; XXIX-XXX (1923-28), pp. 41-78; XXXI (1929-30), pp. 93-149; Sulla scoperta di una flora wealdiana nel M. Pisano, in Boll. dell'Accad. Gioenia di scienze nat., LVIII (1928), p. 4; Appunti di tettonica wealdiana, in Boll. della Soc. geol. italiana, XLIX (1930), pp. 265-278; Fossili domeriani di Taormina, in Palaeontographia italica, XXXV (1935), pp. 85-100; Problematica verrucana, Pisa 1936-38; Ultime e definitive parole sopra l'età del Verrucano tipico della Toscana, in Mem. della Soc. toscana di scienze nat., XLIX (1941), p. 129.
Fonti e Bibl.: Necr. in Processi verbali della Soc. toscana di scienze nat., L (1941), 3, pp. 34-41; e in Boll. dell'Acc. Gioenia di scienze naturali in Catania, s. 3, XVIII (1942), pp. 41-54.