ALBERTO di Stade
Cronista della bassa Germania, nato sul finire del sec. XII, morto dopo il 1261. Abate del monastero benedettino di S. Maria in Stade dal 1232, lasciò nel 1240 questo ufficio, dopo aver fatto, col consenso del papa Gregorio IX, un infruttuoso tentativo per introdurre fra i suoi monaci la regola dei cisterciensi, e passò nell'ordine dei minori. Oltre a un commentario dei Vangeli, perduto, A. scrisse: 1. un poema di 5320 versi (metro elegiaco) sulla guerra troiana, intitolato Troilus, libero rimaneggiamento di Darete Frigio, e strettamente dipendente per la forma da Ovidio, Virgilio e Gualtiero di Châtillon; 2. una cronaca universale dalla creazione del mondo al 1256, che, nelle parti più antiche, deriva da Beda, Eccheardo di Aura, Adamo di Brema, Elmoldo, Paolo Diacono e altri e, dalla nascita di Cristo in poi, è ordinata annalisticamente, seguendo un catalogo di papi (secondo Gilberto e lo pseudo Liutprando). Le notizie originali cominciano col 1201. La cronaca è importante dal 1165 in poi, come fonte della storia della bassa Germania e della Danimarca. Tuttavia il suo valore storiografico è scarso. La designazione Annales Stadenses dell'edizione del Lappenberg non è appropriata.
Bibl.: Alberti Stadensis Troilus, ed. Th. Merzdorf, Lipsia 1875, non più sufficiente. La cronaca è completa solo nella 1ª ed. di Reinerus Reineccius, Helmstadt, 1587; edizione moderna della parte dalla nascita di Cristo in poi (col titolo Annales Stadenses) e indice delle fonti, di J. M. Lappenberg, in Mon. Germ. hist., Script., XVI, Hannover 1859, pp. 271-78; cfr. L. Weiland, in Forschungen zur deutschen Geschichte, XIII (1873), pp. 164-177.