ALBERTO di Sarteano (in diocesi di Chiusi)
Nato nel 1385 dalla famiglia Berdini, nel 1405 si fece frate minore, nel 1415 passò fra gli osservanti; a Verona nel 1422 seguì i corsi dell'umanista Guarino, ch'era stato già prima suo maestro, e divenne uno dei religiosi più dotti dell'Osservanza. Da una lettera alla gioventù di Ferrara si sa ch'egli meditava di scrivere un'opera per combattere l'influenza nefasta del Beccadelli. Seguendo gl'indirizzi di S. Bernardino da Siena, cominciò la predicazione a Modena e poi in Toscana, e fu con lui uno dei più efficaci predicatori del tempo. Nel 1434 Eugenio IV lo inviò in Oriente per trattare dell'unione dei Greci con Roma, e nel 1435 era a Gerusalemme. Ritornò in Italia nel 1438, insieme con gli orientali che venivano per il concilio di Firenze; frate A., che conosceva il greco, servì loro d'interprete. Avendolo, nell'agosto 1439, incaricato papa Eugenio di trattare l'unione coi Sirî giacobiti, con gli Etiopi e coi Copti, A. ritornò a Gerusalemme, dove trattò coi Sirî, passò poi al Cairo, e nel 1441 sbarcò ad Ancona con Andrea, abate del monastero di S. Antonio d'Egitto, che veniva a nome del suo patriarca a sanzionare la sua unione con la Chiesa latina. Morì il 15 agosto 1450 a Milano. Le sue opere furono stampate a Roma nel 1688. È venerato nel suo ordine come beato.
Bibl.: L. Waddingo, Annales minorum, VIII, X, XI, XII, passim; B. Neri, la vita e i tempi del b. Alberto da Sarteano, 1902; B. Nogara, Scritti inediti e rari di Biondo Flavio, Roma 1927, p. 19.