ALBERTO di Gavi
Figlio di Giovanni e appartenente all'antica famiglia marchionale signora di Gavi (prov. di Alessandria), rappresentò, fra la fine del sec. XII e l'inizio del XIII, l'ultimo disperato tentativo di resistenza feudale all'espansione territoriale del Comune di Genova. Già dal 1190 A. con i suoi parenti non era più in possesso del castello di Gavi, e ceduto, l'anno successivo, da Enrico VI ai Genovesi. Nel 1197, però, A. insieme con il fratello Guido, riprese, sia pure infelicemente, la lotta armata contro Genova; e l'anno seguente tentò, senza successo, la riconquista di Gavi. Queste sconfitte militari, insieme col fatto che i successivi patti dei Malaspina e di Tortona con Genova avevano tolto loro ogni speranza di successo nella lotta, indussero A. ed i suoi fratelli a fare, nel settembre del 1202, ampia rinuncia su tutte le loro terre a favore del Comune genovese, ricevendo, come indennizzo, una notevole somma di danaro. In seguito alla stipulazione di questo patto, A. si trasferì a Genova come privato cittadino, comparendo in molti atti notarili come testimone. Ma nel 1211 fuggì di notte da Genova per sottrarsi all'obbligo della residenza e tentò di nuovo la sorte delle armi. Sconfitto, perse anche l'ultima porzione di entrate ancora spettantegli su Gavi. Morì prima del 1220.
Fonti e Bibl.: Ogerii Panis Annales Ianuenses, in Annali genovesi di Caffaro e de' suoi continuatori,II, a cura di T. Belgrano e C. Imperiale, Roma-Genova 1901, in Fonti per la Storia d'Italia,XII, p. 121; A. Ferretto, Documenti genovesi di Noli e Valle Scrivia,I, Pinerolo 1909, pp. 120, 137-144, 144-145; V. Vitale, Il Comune del podestà a Genova,Milano-Napoli 1951, pp. 78-84.