DELLA GHERARDESCA, Alberto
Figlio di Tedice (VII) conte di Segalari, discendeva da Ugo (I), il capostipite di uno dei quattro rami in cui si era divisa, intorno alla metà del sec. XI, la grande famiglia signorile toscana.
Dotati di estesi possessi nella Maremma pisana e legati ben presto (già alla fine del sec. XI) alla città di Pisa ed alle sue vicende politiche, i discendenti di Ugo (I), che poco dopo la metà del sec. XII erano ancora definiti collettivarnente come "cornites de Castagneto" e "domini de Donnoratico", sul finire del secolo si distinsero nei tre rami - ciascuno dei quali fu designato dal castello maremmano di cui era detentore - dei conti di Donoratico, dei conti di Castagneto e dei conti di Segalari.
Il D. visse nella prima metà del XIII secolo: di lui ci è nota quasi esclusivamente l'attività pubblica. La prima notizia a lui relativa risale al 22 ag. 1214, allorché vendette al nipote Ildebrandino, figlio del fratello Ranieri, un pezzo di terra a Settimo, non lontano da Pisa. Da una lettera del papa Onorio III del 16 giugno 1220 sappiamo che egli aveva ricevuto denaro in prestito da alcuni di Montecuccari in Valdera e che suo fideiussore era il miles volterrano Gullo.
Rilevante fu l'attività pubblica del D.: non solo egli fu il secondo membro della famiglia a pervenire alle più alte cariche del Comune di Pisa (il primo era stato nel 1190-1192 Tedice conte di Castagneto), ma fu il primo, e l'unico, della famiglia ad essere chiamato come podestà forestiero in altre città toscane. Infatti egli fu podestà di Volterra per due volte, nel 1227 e nel 1252, mentre nel 1233 fu podestà di Massa Marittima. A Pisa fu.membro nel 1235 dell'ultimo Collegio consolare eletto in quella città; nel 1237 era tra i senatori che il 4 aprile elessero con il podestà il procuratore del Comune di Pisa per porre termine ai contrasti tra la fazione popolare, capeggiata dai Visconti, e quella nobiliare, capeggiata dai conti Della Gherardesca. Nell'atto di pacificazione generale, redatto il 4 maggio, il D. compare tra i capi della sua famiglia insieme con Ranieri maior conte di Bolgheri - massimo esponente della casata in quel momento - e con Guelfo conte di Donoratico.
Per l'ultima volta il D. compare nelle fonti a noi note il 4 dic. 1253, allorché fu tra i cittadini pisani garanti degli accordi tra il Comune di Pisa e la consorteria nobiliare versigliese dei da Corvaia e da Vallecchia.
Dei conti di Segalari il D. fu, con il fratello maggiore Ranieri, il rappresentante di più notevole spicco. Tra i due fratelli esisteva probabilmente una grande differenza d'età: Ranieri si trovava nell'Impero bizantino negli ultimi anni del sec. XII. Nel settembre 1194 l'imperatore Isacco II Angelo, scrivendo ai consoli pisani, ricordava infatti come il conte Ranieri fosse intervenuto presso alcuni corsari pisani affinché desistessero dall'attaccare le navi bizantine. Pochi anni dopo, nell'autunno 1201, Ranieri aiutò il giovane principe Alessio, figlio del deposto imperatore Isacco II Angelo, a fuggire da Costantinopoli.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Firenze, Dipl. Cisterciensi di Firenze, 1238 apr. 4; Dipl. Comunità di S. Gimignano, 1238 ott. 10; Dipl. Comunità di Volterra, 1227 genn. 2, maggio 4 e giugno 5, 1252 giugno 1 e ag. 20; Dipl. Deposito Della Gherardesca, 1269 sett. 6; Dipl. Olivetani di Volterra, 1252 dic. 9;Archivio di Stato di Pisa, Dipl. Olivetani, 1215 ag. 22; F. Dal Borgo, Raccolta di scelti diplomi pisani, Pisa 1765,n. 23 pp. 186-195; R. Davidsohn, Forschungen zur Geschichte von Florenz, II, Berlin 1906, p. 11; Regestum Volaterranum, a cura di F. Schneider, in Regesta chartarum Italiae, I, Roma 1907, nn. 390, 425, 428, 430 ss., 434, 438, 445 s., 470, 614, 616; Regestum Senense, I, (713-1235), a cura di F. Schneider, ibid., 8, Roma 1911, nn. 390, 425, 428, 430 ss., 434, 438, 445 s., 470, 737; Le carte arcivescovili pisane del secolo XIII, I, (1201-1238), a cura di N. Caturegli, ibid., 37, Roma 1974, n. 78; M. Maccioni, Difesa del dominio de' conti Della Gherardesca sopra la signoria di Donoratico, Bolgheri, Castagneto etc., Lucca 1771, I, pp. 29, 31; II, pp. 48 s., 51-61; L. Ximenes, Esame dell'esame di un libro sopra la Maremma senese, Firenze 1775, n. 6 pp. 361-367; E.Cristiani, Nobiltà e popolo nel Comune di Pisa. Dalle origini del podestariato alla signoria dei Donoratico, Napoli 1962, pp. 45 s., 59, 337, 359, 496, 502; M. L. Ceccarelli Lemut, I conti Gherardeschi, in I ceti dirigenti in Toscana nell'età precomunale, Primo Convegno di studi sulla storia dei ceti dirigenti in Toscana (Firenze, 2 dic. 1978), Pisa 1981, pp. 177, 185; P.Litta, Le fam. celebri ital., sub voce Conti Della Gherardesca di Pisa, tav. IV.