DE' STEFANI, Alberto
Nato a Verona il 6 ottobre 1879, da famiglia oriunda della Val di Sole (Trentino), compì i suoi studî nell'istituto superiore di commercio di Venezia e nella facoltà di giurisprudenza dell'università di Padova, che entrambe lo ebbero come docente, insieme con l'università di Ferrara, prima che fosse chiamato (1925) a insegnare politica economica e finanziaria all'università di Roma e a presiedere la nuova facoltà di scienze politiche. Nel primo periodo della sua attività scientifica diede contributi personali allo studio matematico dell'economia e a quello della dinamica economica, soprattutto per quanto riguarda le leggi di concentrazione dei patrimonî. Esordì nell'attività didattica nella cattedra di economia e diritto dell'istituto tecnico A. Fusinieri di Vicenza, dove i fascisti lo vollero proprio alfiere nelle elezioni politiche della primavera del 1921. Entrato alla Camera cooperò alla liberazione del porto di Genova dalla tirannia rossa e combatté, a fianco soprattutto di Francesco Giunta, il regime autonomistico fiumano, la tendenza al separatismo amministrativo nelle nuove provincie e la debolezza del governo nei riguardi degli allogeni. Il D. S. partecipò pure all'occupazione di Verona nell'ottobre del 1922.
Chiamato a reggere il ministero delle Finanze nel primo ministero Mussolini, lo tenne fino al 10 luglio 1925, assorbendo nei primi mesi del 1923 anche il ministero del Tesoro. In tale ufficio ricondusse al pareggio il bilancio dello stato, diede basi stabili e razionali al sistema tributario, diminuì il debito pubblico, riordinò l'amministrazione, predispose gli studî per l'unificazione dell'emissione bancaria e per il pagamento dei debiti di guerra, diede vasta pubblicità alla gestione del pubblico danaro, difese la valuta italiana dalla crisi di panico del febbraio 1925, rappresentò l'Italia nelle conferenze di Londra e di Parigi per il piano Dawes. Lasciato il ministero delle Finanze, collaborò alla politica rurale del governo nazionale come presidente dell'Associaciazione dei consorzî di bonifica e d'irrigazione, dando forma concreta alle direttive di Benito Mussolini per lo svolgimento della bonifica integrale. È membro del Gran Consiglio del fascismo.
Le sue maggiori pubblicazioni sono: Gli scritti monetari di F. Ferrara e di A. Messedaglia, Vicenza 1908; Decadenza demografica e decadenza economica, Firenze 1920; La dinamica patrimoniale, Padova 1921; Discorsi, Milano 1923; La legislazione economica di guerra, Bari 1926; La ricostruzione finanziaria, Bologna 1926; Vie maestre, Milano 1927; Colpi di vaglio, Milano 1928; L'oro e l'aratro, Milano 1929; Il paese e lo stato, Milano 1930; La deflazione economica del mondo, Milano 1931.