ALBERTO da Vercelli, beato
Nacque in Castel Gualtieri (diocesi di Parma), verso la metà del sec. XII; entrò nella congregazione dei canonici regolari di S. Croce in Mortara, e ne fu priore. Eletto vescovo di Bobbio nel 1184, venne trasferito l'anno successivo alla più importante sede di Vercelli, che egli resse per vent'anni. In questa città istituì una cattedra di teologia, e celebrò nel 1191 il sinodo diocesano.
Dall'imperatore Enrico VI ottenne ampî privilegi per la sua chiesa, e il papa Innocenzo III gli affidò importanti incarichi diplomatici, specie nella contesa allora insorta fra le città di Parma e Piacenza per Borgo S. Donnino (oggi Fidenza).
Con lettera del 17 febbraio 1205, il papa gli affidava il patriarcato di Gerusalemme, concedendogli il palio. Al principio del 1206 Alberto passava in Palestina, consacrandosi tutto al suo nuovo ufficio, assai delicato, date le difficili contingenze religiose e politiche. Il 14 settembre 1214, durante la processione della S. Croce, veniva pugnalato da un fratello, maestro dello spedale di S. Spirito.
Il beato Alberto è venerato (l'8 aprile) dai carmelitani, i quali lo considerano come loro legislatore, grazie la regola da lui compilata per gli eremiti del monte Carmelo.
Bibl.: F. Ughelli, Italia sacra, 2ª ed., IV, p. 744 segg.; I. Affò, Scrittori parmensi, I, Parma 1789, p. 61 segg.; G. M. Mazzuchelli, Gli scrittori d'Italia, I, p. 324; F. Savio, Gli antichi vescovi d'Italia, Piemonte, Parigi 1899, p. 484 segg.; F. Kehr, Italia pontificia, VI, p. 7 segg. (nn. 35-39).