ALBERTO da Pavia (Albertus Papiensis)
Nato con ogni probabilità a Pavia sul finire del sec. XII, fu giurista, glossatore civilista; era contemporaneo di Iacopo Baldovini (m. 1235) col quale ebbe delle dispute scientifiche.
Nel 1211 fece parte del Consiglio del Comune di Modena; nel 1226 rappresentò lo stesso Comune nelle richieste di concessione di privilegi all'imperatore Federico II; nel 1231 fu nominato dal vescovo di Modena, Guglielmo, arbitro, con Uberto Bonaccorsi, in una controversia tra il vescovo stesso ed il capitolo modenese. Fu, nel periodo 1211-1240, professore di diritto civile in tale città, ma non è provato che abbia insegnato anche a Bologna.
I suoi maggiori scritti, che non ci sono pervenuti, sono -- secondo una attendibile tradizione -- due Lecturae al Digesto e al Codice, le quali ebbero poi a subire i rimaneggiamenti di Uberto da Bobbio. Di lui ci restano solo alcune glosse al Digestum novum,segnate con sigla "Al. pa" (ms. parigino 4458)e un brevissimo Tractatus consiliorum habendorum,il cui incipit è:"Circa praticam consiliorum habendorum per officiales...", e l'explicit:"Finit tractatus super materia consilii petendi per dominum Albertum de Papia", segnalato dal Savigny come conservato in un manoscritto miscellaneo della collezione Haenel (ff. 102-104).
Fonti e Bibl.: M. Sarti-M. Fattorini, De claris Archigymnasii Bononiensis professoribus, I, Bononiae 1888-1896, pp. 130-131; F. C. von Savigny, Storia del diritto romano nel Medio Evo, II, Torino 1854, pp. 276-277; P. Del Giudice-E. Besta, Storia del diritto italiano, I, 2, Fonti: legislazione e scienza giuridica, Milano 1925, p. 806.