CONTI, Alberto
Nato a Firenze il 3 dic. 1873 da Luigi e da Ciorinda Lisi, segui gli studi medi nella città natia come alunno dell'istituto tecnico "Galileo Galilei", dove venne iniziato al sapere matematico da un suo valoroso insegnante G. Bellacchi. Successivamente, assecondando la sua inclinazione verso le scienze esatte, preferì iscriversi, invece che all'università di Firenze, alla Scuola normale superiore di Pisa nell'epoca gloriosa di questa per il prestigio conferitole da famosi maestri quali U. Dini, L. Bianchi, E. Bertini. A Pisa si laureò nel 1895 con una tesi sulla teoria delle connessioni.
Dopo la breve parentesi di un corso sulla teoria dei numeri tenuto nella stessa Scuola normale, scelse molto presto la via dell'insegnamento medio, accettando la nomina di professore di matematica nella scuola tecnica comunale di Pausula in provincia di Macerata, nomina seguita, nello stesso anno, dal passaggio nei ruoli delle scuole secondarie (sempre come docente di matematica), in quanto vincitore di concorso con destinazione alla scuola normale statale di Belluno. Nel 1898 venne trasferito, sempre per concorso, alla scuola normale "Morandi Manzolini" di Bologna, ove trascorse ventì anni come docente, fino a quando, nel 1918, non passò alle dipendenze del ministero della Guerra in qualità di insegnante nel Collegio militare di Roma. Ritornato nell'ottobre 1920 nei ruoli del ministero della Pubblica Istruzione, venne assegnato al liceo "Michelangiolo" di Firenze dove rimase in servizio fino alla morte, avvenuta il 3 ott. 1940 a Firenze.
Egli fu soprattutto un raffinato didatta, phe diede tutto se stesso alla scuola, da lui considerata un'attività primaria e indispensabile alla formazione del cittadino e dello scienziato. Con questo intendimento fondò nel 1902 a Firenze una rivista specializzata, il Bollettino di matematica, ad uso degli studiosi delle scienze esatte, da servire come aggiornamento per i giovani matematici, che seppe per oltre quarant'anni mantenere desto il sapere scientifico nella scuola media italiana, a ciò concorrendo lo stesso C. anche con articoli di storia della scienza, biografie di matematici e ricerche algebriche e geometriche sulla teoria dei numeri: un periodico prezioso che ancora continua la sua funzione nella rivista Archimede, che lo ha sostituito.
Le pubblicazioni del C. sono ricordate per la maggior parte nell'Articoloautobiografico sul Bollettino di matematica (s. 3, XV [1936], pp. 89-96), scritto in occasione del quarantesimo anniversario della laurea. La maggior parte di esse consiste in alcuni trattati di matematica a uso delle scuole medie inferiori e superiori, in testi scolastici di aritmetica e di geometria, che stanno a provare quelle che erano la grande attitudine didattica del C. e la sua capacità discorsiva. Egli si occupò però anche di questioni non strettamente legate ai programmi scolastici. Così, risulta autore dell'ampio articolo Problemi di 3° grado, comparso nelle Questioni riguardanti le matematiche elementari, coordinate da F. Enriques (Bologna 1912, pp. 185-272), e di un Referendum per la riforma della scuola normale (Bologna 1905), nel quale egli auspica l'ammodernamento e l'integrazione della scuola normale per la formazione dei maestri elementari, onde raggiungere la realizzazione di programmi più coordinati ed efficienti, rispondenti alla didattica da usare nei riguardi dei fanciulli. Continuò tale opera con la pregevole disquisizione Sull'iniziazione alla matematica e sulla preparazione dei maestri elementari (in Atti del IV congresso internaz. di matem., III, Roma 1908, pp. 519-28).
Iscritto nel ruolo d'onore degli insegnanti della scuola media, il C. fu inoltre insignito per tre volte del merito distinto, incaricato dal ministero per concorsi a cattedre quale commissario, fiduciario dell'Associazione insegnanti, cavaliere della Corona d'Italia, più volte vincitore di premi ministeriali.
Fonti e Bibl.: Necr. in Boll. di matematica, s. 4, I (1940), pp. 81-84; in Cronache scolastiche, 21-28 febbr. 1941; F. G. Tricomi, Matematici ital. del primo secolo dello Stato unitario, in Mem. d. Acc. d. scienze di Torino, s. 4, I (1962), p. 39.