CAVALLETTO, Alberto
Patriota e ingenere idraulico nato a Padova il 28 novembre 1813, morto ivi il 19 ottobre 1897. Entrò presto nel movimento liberale; nel 1848 combatté a Sorio e a Vicenza, e, caduta Padova, partecipò alla difesa di Venezia. Tornato in patria, fu uno dei capi dell'opposizione all'Austria. Moderato di tendenze e convinto unitario, non credeva alle congiure, bensì all'efficacia della propaganda morale in vista di un'azione generale. Il suo passato e rivelazioni altrui condussero al suo arresto (7 luglio 1852). Tradotto a Venezia e poi a Mantova, fu condannato a morte, ma ottenne la commutazione della pena in sedici anni di reclusione. Trasferito a Josephstadt, poi a Lubiana, l'amnistia del 3 dicembre 1856 lo restituì a libertà e alla propaganda in favore dell'unità sotto i Savoia. Membro influente del Comitato politico centrale veneto, si trasferì in Piemonte, dove seguitò nell'opera sua. Partecipò alla campagna del 1866, dopo la quale tornò alle sue occupazioni professionali. Deputato per più legislature, fu autorevole ed eloquente campione della Destra. Ebbe parte notevole nella vita della sua città, fu membro del Consiglio superiore dei lavori pubblici e senatore del regno.
Bibl.: G. Gambarin, Libri postillati da A. C. nelle carceri di Mantova e di Josephstdt (1852-56), in Il Risorgimento italiano, 1912, pp. 193-230; G. Sacerdoti, Commemorazione del senatore comm. A. C., Padova 1898; G. Solitro, A. C. nelle prigioni di Mantova, di Josephstadt e di Lubiana, in Rassegna storica del Risorgimento italiano, I (1914), pp. 1-39.