CATTANI (de Cathaneis), Alberto
Figlio di Sinibaldo, nacque probabilmente a Bologna. La sua era una famiglia nobile, che nel 1196 aveva ottenuto in feudo dall’imperatore Enrico VI le terre di Monteveglio e Borgo Ariano (cfr. Dolfi e Fantuzzi). La data di nascita del C. può essere individuata dal fatto che nell’ultimo bimestre del 1458 egli figura nel Consiglio degli anziani di Bologna: e poiché, a norma degli statuti cittadini non era possibile accedere a tale carica prima di avere raggiunto i trenta anni, si può presumere che egli sia nato prima del 1428. Tale ipotesi non contrasta con la notizia del suo matrimonio con Giulia Pepoli, figlia di Romeo, avvenuto nel 1469, quando il C. poteva trovarsi verso il quarantacinquesimo anno di età.
Il 30 ag. 1458 il C. conseguì il dottorato in diritto civile nello Studio bolognese, e a partire dallo stesso anno compare nei rotuli dei lettori legisti dello Studio: lesse le Istituzioni dal 1458 al 1461 e il Digesto dal 1461 al 1466. Nel 1460 conseguì anche il dottorato in diritto canonico e nel 1466 fu aggregato al Collegio dei dottori civilisti. Nell’elenco dei docenti bolognesi il suo nome non compare per il biennio 1466-1468: è probabile che si fosse trasferito a Siena, presso il cui Studio insegnava sicuramente nel 1468 quando fu richiamato in patria.
Il ritorno del C., che nel 1462 aveva ancora una volta fatto parte del Consiglio degli anziani, fu dovuto alla sua elezione fra i riformatori del Comune in conseguenza della morte (3 sett. 1468) di Nicolò Aldrovandi, del quale occupò il seggio, l’undicesimo, che rimase poi affidato, anche in seguito, alla famiglia: alla morte del C. subentrarono, nella carica vitalizia, il fratello Bonifacio prima e il nipote Eliseo dopo. A Bologna il C. riprese la sua attività di docente e la sua partecipazione alla vita politica del Comune. Insegnò ad anni alterni Digesto e Codice; nel 1470, 1475 e 1477 fu priore del Collegio dei legisti civilisti. Fu presentatore del candidato in occasione del conferimento del dottorato a Ermanno Reinsperger, consigliere del re Cristiano I di Danimarca (26 marzo 1474: Malagola); in questo stesso anno fu chiamato nel Collegio dei giuristi canonisti.
Il C., pur impegnandosi nell’attività didattica, si dedicò anche alla vita pubblica, distinguendosi tra i componenti quell’oligarchia cittadina legata ai Bentivoglio che resse il Comune nella seconda metà del sec. XV. L’attività politica del C. appare più documentata negli ultimi anni della sua vita. Nel dicembre 1470 il marchese Borso d’Este, adducendo come motivo che il luogo si prestava al rifugio di banditi ferraresi, fece distruggere il mulino chiamato della Galeazza, di proprietà della famiglia Pepoli, posto al confine tra i territori di Bologna e Ferrara. I Bolognesi reagirono con varie rappresaglie, ma nello stesso tempo inviarono un’ambasceria, guidata dal C., a Ferrara per risolvere la vertenza. La missione ebbe successo anche grazie alla sua abilità diplomatica.
Nei primi mesi dell’anno successivo il C. fu inviato come ambasciatore presso il duca di Milano Galeazzo Maria Sforza; rientrato a Bologna, fu gonfaloniere di Giustizia per il bimestre marzo-aprile. Successivamente, sempre nel medesimo anno 1471, fece parte, insieme con Alessandro Poeti, dell’ambasceria inviata dal governo cittadino incontro al cardinale Francesco Gonzaga, nominato legato dal papa Paolo II, per accompagnarlo da Siena alla sede bolognese, raggiunta il 21 luglio. In seguito il C. portò a termine il suo più noto incarico diplomatico, contribuendo in modo determinante alla soluzione di un’altra vertenza insorta nel mese di ottobre 147 1 tra Bologna e il ducato estense.
I Modenesi si opponevano alla fortificazione da parte dei Bolognesi di una torre sulla sponda confinaria del Panaro e il duca Ercole d’Este, a sostegno della sua tesi, interessò la Repubblica veneta, il ducato di Milano e il papa. L’abile azione diplomatica condotta dal C. presso il doge, mentre era in visita di stato per onorare la sua elezione, e, principalmente, presso il pontefice Sisto IV, in sostituzione di G. Papazzoni, dimostratosi troppo conciliante, portò alla soluzione della crisi. Anzi allo stesso C. venne conferito l’incarico, insieme con Bernardo Sassoni, di ratificare il trattato favorevole alla tesi bolognese redatto il 14 ott. 1474 (Gozzadini).
Nel 1472 il C., insieme con il conte Andrea Bentivoglio, fece parte dell’ambasceria inviata a Ferrara in occasione del matrimonio del duca estense. Fu anche tra gli arbitri che giudicarono la vertenza insorta tra Florio della Nave e i canonici di S. Giovanni in Monte, protrattasi dall’ottobre al dicembre 1472. Il 25 dicembre fu nominato cavaliere da Giovanni Bentivoglio.
Nuovamente eletto gonfaloniere di Giustizia nel 1475, morì due anni dopo, probabilmente il 16 settembre, e venne sepolto in S. Domenico in Bologna.
Ippolito de Marsiliis (Commentaria... ad C. Corneliam de sicariis et veneficiis, Lugduni 1542, f. 492), commentando il Digesto (48, 8, 15), ricorda un lavoro del C., indicato, probabilmente dall’incipit, con il titolo Violantes. L’opera non è giunta fino a noi, né tanto meno risulta stampata come vorrebbe il Fantuzzi contro l’opinione del Pasquali Alidosi e dell’Orlandi.
Fonti e Bibl.: Corpus chronicorum Bononiensium, IV, in Rer. Ital. Script., 2 ed., XVIII, 1, a cura di A. Sorbelli, pp. 383, 385, 396, 406, 413, 417 s., 436, 446; C. Ghirardacci, Historia di Bologna, ibid., XXXIII, 1, a cura di A. Sorbelli, pp. 200, 207, 210 s., 212, 216; H. de Bursellis, Chronica gestorum, ibid., XXIII, 2, a cura di A. Sorbelli, pp. 100 ss.; C. Malagola, Statuti delle università e dei collegi dello Studio bolognese, Bologna 1888, pp. XIV, 383, 412 s.; U. Dallari, I rotuli dei dottori legisti e artisti dello Studio bolognese dal 1384 al 1799, I, Bologna 1888, pp. 50-100 passim; Chartularium studii Bononiensis, XIII, a cura di G. Cencetti, Bologna 1940, p. 249; F. Amadi D’Agostino, Della nobiltà di Bologna, Cremona 1587, p. 95; G. N. Pasquali Alidosi, Li dott. bolognesi..., Bologna 1620, p. 14; Id., Dichiar. e corretione al libro de li dott. bolognesi..., Bologna 1623, p. 5; Id., I signori anziani consoli e gonfal. di giustizia..., Bologna 1670, pp. III, 3, 7, 16, 20; P. S. Dolfi, Cronol. delle famiglie nobili di Bologna, Bologna 1670, p. 35; P. A. Orlandi, Notizie degli scritt. bolognesi, Bologna 1714, p. 41; G. Fantuzzi, Notizie degli scritt. bolognesi, III, Bologna 1783, pp. 157 ss.; G. Tiraboschi, Storia della letter. ital., III, Milano 1833, p. 64; G. Gozzadini, Mem. per la vita di Giovanni II Bentivoglio, Bologna 1839, p. 7, doc. n. 22; S. Mazzetti, Repert. di tutti i professori..., Bologna 1847, p. 89 n. 813; G. Giudicini, I riformatori dello stato di libertà della città di Bologna dal 1394 al 1797, I, Bologna 1876, pp. 63 ss.; L. Frati, La vita privata di Bologna dal sec. XIII al XVII, Bologna 1928, p. 51; A. Sorbelli, Storia dell’Univers. di Bologna, I, Bologna 1940; p. 243; C. Piana, Nuove ricerche su le Univers. di Bologna e Parma, III, Firenze 1966, pp. 285 ss.