BALDINI, Alberto
Nato a Bologna il 9 ott. 1872, entrò nell'ottobre 1890 alla scuola militare di Modena, donde uscì sottotenente di artiglieria nel settembre 1893. Nel 1909 fu nominato titolare della cattedra di storia politica e militare moderna della stessa Scuola di Modena, dove insegnò fino al 1914. Raccolse le sue ricerche e le sue lezioni in una serie di monografie che pubblicò a Modena in quegli stessi anni (Le campagne del 1848 e 1849 in Italia, 1910; La guerra franco-germanica del 1870-1871,1910; La guerra fra la Russia e il Giappone,1912).
Promosso maggiore alla vigilia dell'entrata in guerra (1915), fu dapprima assegnato al Comando supremo, presso l'ufficio segreteria, dove diresse, fra l'altro, l'ufficio cifra e la sezione disciplina. Dal maggio 1916 al febbraio 1917 venne preposto alla sezione servizi del comando del IX Corpo d'armata, meritandosi un encomio solenne per l'opera svolta durante il ripiegamento dell'ottobre-novembre 1917.
Di questa sua esperienza tecnico-logistica e della parte che ebbe nell'organizzare la manovra di ripiegamento della IV Armata dalle posizioni dei Cadore a quelle del Grappa e del Piave, il B. lasciò interessanti ricordi in uno studio pubblicato a Roma nel 1934, nella collana dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore: Con la quarta armata alla prima difesa del Grappa (nov. 1917). Note di guerra vissute dal gen. A. Baldini. In esso il B. mostrava come dopo Caporetto si trattasse di salvare le truppe che il nemico tendeva ridurre all'impotenza e di proteggerne la ritirata, ricostituendo su basi arretrate una nuova linea difensiva, mentre le difficoltà di mantenere il coordinamento fra i reparti e di reperire mezzi di trasporto sia per la ritirata sia per i rinforzi da convogliare al fronte, assorbivano tutte le energie del servizio logistico. Tali difficoltà si erano potute superare, secondo il B., soprattutto per lo spirito di resistenza e di sacrificio che animò i soldati italiani nel novembre del '17: la resistenza sul Piave era stata possibile grazie a quella vasta manovra di ripiegamento durante la quale si erano palesati i più gravi problemi logistici della guerra moderna.
Collocato in posizione ausiliaria speciale nel 1920, il B. fu posto in aspettativa per riduzione di quadri nel 1925. Monarchico di sentimenti moderatamente fascisti, fu richiamato in servizio pochi mesi dopo per assumere la carica di capo ufficio stampa del ministero della Guerra, che resse fino al 1926. Promosso generale di brigata nella posizione di aspettativa per riduzione di quadri, tenne, dal 1926 al 1939, la direzione della rivista Esercito e paese (poi La Nazione militare). Scrisse in quegli anni un breve profilo di Diaz (Firenze 1929) e uno studio su La guerra del 1848-49 per l'indipendenza d'Italia (Roma 1930).
Raggiunse il grado di generale di divisione nell'ottobre 1934 e quello di generale di Corpo d'armata nel gennaio 1938. Critico militare del Giornale d'Italia,fuanche collaboratore per le scienze militari della Enciclopedia italiana. Dedicò gli ultimi anni della sua attività scientifica alla compilazione di testi e manuali d'insegnamento, tra i quali si ricordano Elementi di cultura militare per le scuole medie inferiori (Roma 1935), Nozioni di cultura militare (Roma 1935), Note di cultura militare (Roma 1937).
Già collocato nella riserva, per limiti di età, nel 1934, fu posto in congedo assoluto nell'ottobre 1950.
Morì a Roma il 22 genn. 1953.
Fonti e Bibl.: Ministero Difesa Esercito, Ufficio Stampa; Chi è?, 1948, p. 57.