ASCARI, Alberto
Nato a Milano il 13 luglio 1918 da Antonio, si dedicò anch'egli sin da giovane allo sport motoristico. Esordì in gare motociclistiche nel 1936, disputando su una Sertum 500 una "Ventiquattro ore di regolarità", ma dovette ritirarsi dopo aver subito due cadute; ottenne la sua prima vittoria il 4 luglio 1936 nel "Giro del Lazio" di regolarità. Nel 1940, su Ferrari 815, partecipò alle "Mille Miglia" in circuito chiuso, ma dovette ritirarsi; nello stesso anno, su Maserati 6 cilindri, si classificò nono nel "Gran Premio di Tripoli".
La guerra interruppe l'attività dell'A., che solo nel 1947 tornò alla ribalta, vincendo il circuito di Modena e ottenendo il secondo posto nel "Circuito di El Gezira", disputato al Cairo su Cisitalia; nello stesso anno entrò a far parte della Ferrari, iniziando quella serie di trionfi che solo la morte doveva interrompere. Le sue vittorie, colte con un'aspia lotta sostenuta contro le più forti Alfa-Romeo e Mercedes, sono numerosissime: fu campione del mondo nel 1952 e nel 1953, campione italiano nel 1948, nel 1951, nel 1952 e nel 1953, e vinse, dominando gli altri competitori, moltissimi "Gran Premi". Nel 1954 passò alla Lancia e vinse le "Mille Miglia", unica vittoria che ancor, mancasse nel suo libro d'oro.
Il 26 maggio 1955, provando sulla pista di Monza la nuovissima Ferrari 3000 che, per concessione della Lancia, avrebbe dovuto pilotare nel "Gran Premio Supercortemaggiore", per ragioni imprecisate (ma forse da attribuirsi a un leggero stato di "choc" derivatogli da un incidente occorsogli cinque giorni prima nel "Gran Premio d'Europa" di Montecarlo, in seguito al quale era finito in mare con tutta la vettura), perdeva il controllo della macchina, morendo tragicamente come il padre alla stessa età di trentasette anni.
Bibl.: A. Fraccaroli, A. A., in L'Automobile, 15 febbr. 1948, p. 3; P. Fisson, Speed triumphant, London 1951, passim. Necrologi: G. Canestrini, in Gazzetta dello Sport, 27 maggio 1955; M. C., in Corriere dello Sport, 27 maggio 1955.