Alberti
Alberti Leon Battista (Genova 1404 - Roma 1472) architetto e letterato italiano. Discendente di una nobile famiglia fiorentina costretta all’esilio per ragioni politiche, fu ingegno universale e perfetto modello dell’umanista, versatile e curioso; di vastissima cultura, fu anche scultore e musico e si interessò di matematica, ottica e questioni grammaticali. Iniziò i primi studi a Venezia, dove il padre si era trasferito per affari, e li continuò a Padova. Completò la sua formazione a Bologna, conseguendo nel 1428 la laurea in diritto canonico, dopo aver studiato anche matematica e fisica. Nello stesso anno si trasferì a Firenze (dopo la revoca da parte della signoria del bando che aveva colpito la sua famiglia) e nel 1432 si stabilì a Roma con la nomina di «abbreviatore apostolico» (notaio) alla cancelleria pontificia, ufficio che gli offrì spesso l’occasione di viaggiare per l’Europa alla ricerca di testi antichi. Ricoprì l’incarico fino al 1464, vivendo tra Roma, Ferrara, Bologna, Firenze, Mantova e Rimini. Fra le sue opere di argomento artistico e matematico si ricordano: il trattato De pictura (1435 in latino; 1436 in volgare), nel quale pone le basi teoriche della prospettiva, quale teoria matematica che tratta il modo di rappresentare sul piano gli oggetti tridimensionali; il De re aedificatoria (10 libri in latino, 1443-45 o 1447-52), la prima trattazione organica di un architetto sui problemi della città del rinascimento; i Ludi matematici (1450), un volumetto scritto in italiano e dedicato alla soluzione di vari problemi, alcuni dei quali di interesse puramente teorico, altri di interesse pratico. In esso l’autore dedica molta attenzione alla triangolazione, cioè al metodo per la determinazione di un punto inaccessibile attraverso rapporti fra triangoli simili, e descrive anche un nuovo tipo di solcometro (uno strumento per la misura delle distanze in navigazione) da lui ideato insieme ad altri strumenti tecnici da lui perfezionati o inventati. Va menzionato anche il Trattato della cifra (1472), in cui viene descritto un sistema di crittografia basato su una coppia di cerchi concentrici dotati di 24 simboli ciascuno, in grado di operare una sostituzione polialfabetica. Le sue opere in architettura, a Firenze (in particolare la facciata della chiesa di Santa Maria Novella e Palazzo Rucellai) e in altre città italiane, quali Ferrara, Mantova (chiese di San Sebastiano e Sant’Andrea), Rimini (Tempio Malatestiano), sono l’aspetto più noto e visibile del suo vasto contributo alla cultura del suo periodo e dei secoli successivi.