ALBERTI
. Famiglia di architetti, pittori, scultori, incisori, ecc. Si ha notizia di un Guido pittore (1274), capostipite di questa famiglia straordinariamente feconda di artisti di ogni sorta, fissatasi per molte generazioni in Borgo S. Sepolcro. Gli artisti di questo cognome di cui si hanno notizie sono: Berto, pittore in Roma nei primi del sec. XVI; Giovanni, figlio di Berto, fonditore di artiglierie, morto nel 1553; Alberto (1525-1598), figlio di Giovanni, architetto e ingegnere militare (v. sotto); Lodovico, intagliatore e scultore, fratello di Alberto; Durante, pittore (1538-1613), giunto a notevole celebrità per avere dipinto in Roma numerosi quadri d'altare citati dal Baglione; Pier Francesco, pittore, figlio di Durante, morto nel 1638; Cherubino, pittore e incisore (1553-1615), figlio di Alberto (v. sotto); Giovanni (1558-1601) intagliatore di legname, pittore, prospettico; e Alessandro (1551-1596) pittore, entrambi fratelli e aiuti di Cherubino in molte pitture, talché la loro personalità fu offuscata da quella del fratello, indubbiamente maggiore per ingegno, per meriti e per fama ad ogni altro artista della famiglia.
Alberto A. - Architetto, ingegnere e scultore in legno, nacque nel 1525 o '26 a Borgo S. Sepolcro, morì a Roma il 1° novembre 1598. Fu ingegnere e consulente delle fortificazioni medicee di Firenze, Borgo S. Sepolcro, Livorno (1554-64) e Ancona; lavorò come architetto specialmente nella fabbrica di Villa Medici di Roma, in conventi e nella loggia del vescovado o delle Laudi a Borgo S. Sepolcro, e fece un disegno per la facciata di S. Petronio a Bologna; come scultore in legno eseguì numerose opere, prima lavorando con suo padre Giovanni, fonditore d'artiglierie, e poi da solo, lavorando specialmente in mobili, ornamenti di stanze, ciborî, dossali da coro. L'opera dell'A., la cui attività fu notevolissima, è rimasta ignorata o dispersa e distrutta. Non sembra in ogni modo che fosse artista di originale personalità, ma piuttosto buon pratico, onesto mestierante.
Cherubino A. - Pittore e incisore, nacque il 24 febbraio 1553 a Borgo S. Sepolcro, morì a Roma il 18 ottobre 1615. Fu educato all'arte probabilmente da suo padre Alberto, architetto; dovette poi maturarsi nello studio delle opere di Andrea del Sarto e del Pontormo, come attestano alcuni suoi disegni. Con una formazione analoga a quella dei molti artisti dell'età sua, l'A. si sottopose successivamente a influenze diverse; come pittore e disegnatore studiò le opere di B. Bandinelli, del Rosso Fiorentino, di Marco da Siena, di Polidoro da Caravaggio, di Michelangiolo e di Raffaello; come incisore si fece sull'arte di Cornelis Cort e del Dürer. Sentì, poi, attraverso lo studio del Parmigianino, l'arte del Correggio. Fu insomma un artista tipico di quell'eclettismo che nella seconda metà del Cinquecento precede e prepara l'accademia carraccesca. L'attività dell'A., dopo il periodo di sua formazione in Toscana, si svolge prevalentemente a Roma dal 1578 in poi, salvo brevi permanenze a Borgo S. Sepolcro. Da principio incide in rame le pitture della Farnesina (1579-82); ed accuratamente disegna e misura in sei grandi fascicoli di disegni i monumenti di Roma antica (1585). Sua prima grande opera di pittura decorativa è la facciata di casa Rigi a Borgo S. Sepolcro (1587), con evidente ispirazione da Cristoforo Gherardi e da Polidoro da Caravaggio. Vengono, poi, come tappe fondamentali della sua attività pittorica: la decorazione della sala clementina in Vaticano (1597-98), quella della cappella Aldobrandini in S. Maria sopra Minerva (1601), la pittura della volta del coro in S. Silvestro al Quirinale, la decorazione della sacrestia di S. Giovanni in Laterano, dipingendo egli talora in collaborazione col fratello Giovanni, pittore di prospettive. Altre opere di decorazione pittorica fece l'A. in Perugia (1587), in Borgo S. Sepolcro, in Firenze (1589), in Napoli (1593). Vasta è la sua opera d'incisore, con circa 180 incisioni da dipinti di varî pittori del Cinquecento. Singolare figura d'artista, non rivelata finora perché non studiata, l'A. ha un'importanza notevole nella storia della pittura del Cinquecento, in quanto riesce a mantenersi immune dal manierismo romano, ad affermare una propria personalità che è indice d'una reazione contro il formulario di moda. Partito da una formazione eclettica del proprio stile, nutrito di studî architettonici e prospettici, toscano per temperamento insopprimibile, egli è per molti rapporti un precursore dei grandi decoratori seicenteschi di pareti e di volte, come le sue opere anteriori al 1600 piene di scorci e di prospettive audaci, di chiaroscuro violento, ignoto al manierisrno, chiaramente attestano. Gli nocque l'essersi accontentato di formule stilistiche, troppo presto e con eccesso di disinvoltura raggiunte, e l'esser divenuto decoratore ufficiale di Clemente VIII.
Bibl.: G. Baglione, Vite de' pittori, Napoli 1733; M. Gualandi, Mem. originali it. riguard. le Belle arti, VI, Bologna 1845; A. Muñoz e P. Kristeller, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, I, Lipsia 1907; O. H. Giglioli, San Sepolcro, Firenze 1921.