CAMUS, Albert
Narratore, saggista e autore drammatico francese, nato a Costantina in Algeria il 7 novembre 1913. Laureato in filosofia ad Algeri, viaggiò a lungo in Francia, Italia e Germania. Esordì con alcuni saggi pubblicati dall'editore Charlot di Algeri: L'envers et l'endroit, 1938, e Noces, 1939. Nel 1942 si trasferì in Alvernia e poi, impeditogli dalla guerra il ritorno in Algeria, si stabilì a Parigi.
Sono di quell'anno le due opere brevi ma intense che lo hanno rivelato: L'Étranger, Parigi 1942 (trad. ital. Lo straniero, Milano 1947), romanzo di assoluta maturità stilistica e Le Mythe de Sisyphe, Parigi 1944 (trad. ital. Il mito di Sisifo, Milano 1946), saggio sul suicidio. Il suo contributo alla letteratura della resistenza è dato dalle quattro Lettres à un ami allemand, Parigi 1945, abbozzo piuttosto tradizionale del carattere francese e del tedesco. Seguono nel 1944 Le Malentendu (trad. ital. Il malinteso, Milano 1948), tragedia in cui una vecchia madre uccide il figlio senza sospettare chi sia e il dramma Caligula; nel 1946, Le Minotaure ou la Halte d'Oran (saggio) e un secondo romanzo, La Peste (trad. ital. Milano 1948), ove si riafferma il più fatalistico pessimismo. Ciò che distingue l'opera di C. è la coerenza dei suoi temi. I saggi filosofici costituiscono un commento ideale al teatro ed ai romanzi. Vi si propone una filosofia dell'esistenza come assurdo. Nella totale assenza dei valori ogni atto si equivale. Ma il pessimismo tende, nel comportamento umano, a tradursi in un'adesione alle forme più immediate dell'esistenza.
Bibl.: A. Olivier, A. C. et le refus de l'éternel, in L'Arche, VI, ottobre-novembre 1944; G. Debenedetti, L'avventura dell'uomo d'occidente, in Comunità, 1 e 2, Roma 1946; A. J. Ayer, A. C., in Horizon, LXXV, Londra, marzo 1946; F. Federici, Introduzione alla trad. di Le Mythe de Sisyphe, cit.; G. Blin, A. C. et l'idée de révolte, in Fontaine, giugno 1946; C. Guyot, C. dramaturge, in Labyrinthe, 1944-45, fasc. 5; M. Beigbeder, Á propos d'A. C., in Esprit, 1944-45; f. 3; E. Bonora, C. e la vocazione al romanzo, in Rassegna d'Italia, luglio 1948.