Fisico (Strzelno, Prussia, 1852 - Pasadena 1931). Dopo aver insegnato per alcuni anni negli Stati Uniti, perfezionò i suoi studî di fisica in Europa; professore di fisica a Cleveland nel 1882 e dal 1892 all'università di Chicago. Abilissimo sperimentatore, si occupò quasi esclusivamente di due problemi fondamentali di ottica: la misurazione della velocità della luce e lo studio dell'interferenza ottica. Nel 1878, con una modificazione apportata al dispositivo di Foucault, dette un accurato metodo di misurazione della velocità della luce, da lui determinata successivamente più volte sino al 1926. Nel 1881 eseguì la sua più celebre esperienza, volta a rivelare l'eventuale moto della Terra rispetto all'etere. L'effetto nullo dell'esperimento, ripetuto successivamente da numerosi altri fisici, mise in crisi i concetti fondamentali della fisica dell'Ottocento e costrinse alla formulazione di nuove teorie, che aprirono la via alla relatività. Il di spositivo sperimentale aveva per parte essenziale l'interferometro che da M. prese il nome, impiegato dopo in innumerevoli altre ricerche. Nel 1890 suggerì l'applicazione del suo metodo interferenziale alle misure astronomiche, in particolare alla misurazione del diametro delle stelle, da lui poi eseguita nel 1920. In collaborazione con T. Ch. Chamberlin, applicò i metodi interferometrici alla misurazione della rigidità e della viscosità della Terra. Per la mirabile precisione degli strumenti ottici da lui ideati e per le ricerche con essi compiute fu insignito nel 1907 del premio Nobel per la fisica. Socio straniero dei Lincei (1906). Opere principali: Velocity of light (1902); Light waves and their uses (1903); Studies in optics (1927).