ALBERICO
Conte di Milano, nel marzo 864 risulta presiedere, a Milano, un placito nel quale viene discussa una controversia fra il monastero di S. Ambrogio e i fratelli Baronio, Amelberto e Tado del fu Domenico del luogo di Bissone, usurpatori di alcuni beni del monastero. Nel gennaio 865 presiede il placito nel quale fu trattata la controversia fra il monastero di S. Ambrogio di Milano e Vualperto del luogo di Cologno, figlio del fu Benedetto. Il placito è tenuto in Milano, "in curte ducatus", cioè nell'antica residenza ducale longobarda e ora comitale. Nel dicembre dell'874 A. appare designato esplicitamente come conte della città di Milano in un placito presieduto dall'arcivescovo milanese Ansperto e dal conte Bosone, messi imperiali.
A. fu probabilmente presente in Pavia all'elezione e all'incoronazione a re d'Italia di Carlo il Calvo: fra i diciotto vescovi e dieci conti presenti, capeggiati dall'arcivescovo Ansperto, è nominato infatti un conte Alberico.
In un diploma di Carlo il Grosso a favore del monastero di S. Ambrogio, del 21 marzo 880, si ricorda che A., unitamente all'arcivescovo Ansperto, al clero e al popoìo di Milano, aveva concesso al suddetto monastero licenza di includere un sentiero nei propri possessi e di ricingerlo a scopo di difesa.
Delicato e importante compito fu affidato da Carlo il Grosso ad A. nella controversia sorta tra il monastero di Reichenau e quello di S. Ambrogio dopo l'emanazione del diploma del 21 marzo 880, con il quale, fra l'altro, si confermava a S. Ambrogio il possesso della corte di Limonta. A. ebbe l'incarico di inquisire, in qualità di messo regio, in loco, sull'appartenenza dei sei mansi della corte di Limonta, che il monastero di Reichenau sosteneva appartenere alla propria corte di Tremezzo; riferì le risultanze della sua inchiesta, favorevoli per il monastero di S. Ambrogio, al placito che il sovrano tenne nel palazzo del vescovo di Como il 17 maggio 880.
Fonti e Bibl.: I placiti del "Regnum Italiae", a cura di C. Manaresi, I, Roma 1955, in Fonti per la Storia d'Italia, XCII, pp. 237 n. 66, 242, n. 67, 283 n. 78, 581 n. VIII; Storia di Milano, II, Milano 1954, p. 403.