ALBARELLO (secondo i trattatisti della ceramica, o Alberello secondo il Dizionario della Crusca)
uno dei vasi di maiolica di più caratteristica forma: cilindrico, a larga bocca, eseguito sulla ruota del vasaio, "tutto di un pezzo e (con) grandezze diverse" dice il Piccolpasso, con linee sicure, piene di vita e di movimento. Introdotto nella produzione italiana sul principio del sec. XV da prototipi orientali, specie persiani, e poi largamente diffuso anche sull'esempio delle ceramiche ispano-moresche (es. quello decorato in turchino e oro, nell'Adorazione dei Magi dipinta da Ugo van der Goes - 1474-1477 - per Tomaso Portinari, oggi nella Galleria degli Uffizî), fu caro alle maggiori officine italiane fino ai tempi tardi, restringendo talora a metà altezza la forma fondamentale a cilindro, talaltra allungandola, introflettendo la parte mediana a guisa di rocchetto, sviluppando a cipolla le due estremità, ecc. Si copriva con un frammento di carta o di pergamena legato con uno spago intorno alla bocca che aveva apposta il collo rastremato, come si vede in cento dipinti; ma ebbe anche un coperchio in ceramica, spesso con pomello; originariamente senza anse, talora ne ebbe una, più spesso due, nastriformi, cilindriche, attorcigliate, zoomorfe.
In Francia nel sec. XVIII venne riconosciuto come insegna propria alla professione del farmacista, vietandosene agli speziali l'esibizione e l'uso. Ma l'albarello fu impiegato anche in usi domestici, e ce lo provano i dipinti, sia come oggetto di lusso sia per contenere confetture. I tanti che recano immagini e stemmi di personaggi ragguardevoli, ad es. dei principi Aragonesi di Napoli nell'ultimo quarto del sec. XV, non potevano essere vasi da farmacia.
Il termine "albarello" s'introdusse nel secolo XVII nella farmacopea francese accanto alle voci galliche pot à canon, canon, cornet. Se ne fecero di maiolica e di terracotta ingobbiata e lavorata a graffito. La decorazione su maiolica seguì il variare del gusto nel repertorio dei ceramisti.
Bibl.: Pei trattati generali v. maiolica. G. Carbonelli, Farmacie e farmacisti in Italia nel sec. XVI, Roma 1916; A. Castiglioni, La farmacia it. del '400 nella storia dell'arte, Faenza 1922, pp. 76-88; P. Dorveaux, Les pots de pharmacie, Tolosa 1923; V. Gay, Glossaire archéol. du Moyen Age et de la Renaiss., art. Albarelle e Canon; J. J. Marquet de Vasselot, Notice on three Louvre Albarelli, in Burlington Mag., Agosto 1903; H. Wallis, The Albarello, Londra 1904.