Albania
Uno Stato della Penisola Balcanica
L'Albania è uno degli Stati europei più poveri e meno sviluppati. È separata da appena 70 km di mare dall'Italia, con la quale ha sempre avuto strette relazioni e dove, a partire dall'ultimo decennio del Novecento, è stato accolto un numero sempre crescente di immigrati albanesi
L'Albania è poco più grande della Sicilia e in gran parte montuosa e collinare. Adriatico e Ionio la dividono dall'Italia, ma la distanza è pochissima, quindi i due paesi hanno sempre avuto rapporti intensi, tanto che in Italia meridionale vivono anche molti discendenti di Albanesi giunti tra il Quattrocento e il Settecento.
Nell'Albania settentrionale e orientale si trovano i monti più alti (Korab, 2.764 m); altrove prevalgono colline, valli e lungo il mare pianure, dove vive la maggior parte degli abitanti e sorgono le città più grandi: Scutari, Durazzo (che è anche il porto principale), Valona e Tirana, la capitale. Le pianure sono attraversate da fiumi ricchi di acqua come il Drin a nord, lo Shkumbin al centro e la Voiussa a sud.
Il maggior numero di Albanesi lavora nell'agricoltura, ma molti emigrano all'estero, mandando poi i guadagni in patria (le 'rimesse'); nel 2002 gli Albanesi erano solo in Italia circa 169.000. L'industria è poco sviluppata: vecchi impianti per produrre metalli (rame, nichel), fertilizzanti, macchinari agricoli e prodotti alimentari. Sono deboli anche i servizi, quali comunicazioni, banche, turismo. L'economia sta però cambiando rapidamente, da quando il paese ha adottato il 'sistema di mercato' occidentale. L'Albania ha bisogno di infrastrutture ‒ come le strade ‒ e di migliorare sanità e istruzione, ma purtroppo non è ricca di risorse, e anche se negli ultimi cinquanta anni la situazione del paese è molto migliorata, essa rimane comunque troppo lontana da quella degli altri Stati europei: per esempio, l'Albania è in Europa il paese in cui nascono più bambini rispetto alla popolazione, un fenomeno in genere caratteristico dei paesi poco sviluppati.
Dopo aver subito il dominio dei Romani e di numerosi altri popoli (Normanni, Svevi, Serbi, Angioini), dalla metà del 15° secolo ‒ dopo una resistenza guidata dall'eroe nazionale Giorgio Castriota, detto Scanderbeg ‒ l'Albania fu sottomessa dai Turchi, che convertirono all'Islam la popolazione. Indipendente dal 1913, stabilì forti legami politici con l'Italia, che la occupò nel 1939. Nel 1941 sorse un movimento di resistenza guidato dal comunista Enver Hoxha, che nel 1944 liberò il paese e nel 1946 proclamò la repubblica popolare.
Sottoposta a uno dei regimi comunisti più chiusi e oppressivi, l'Albania si legò dapprima alla Iugoslavia di Tito, poi (1948) all'URSS di Stalin e infine alla Cina di Mao (1961). Quando i Cinesi avviarono il dialogo con gli Stati Uniti, l'Albania si distaccò anche da loro (1978), chiudendosi nel più completo isolamento.
Nel 1991, sei anni dopo la morte di Hoxha, una serie di manifestazioni popolari portò alla caduta del regime e alle elezioni. Il partito democratico, vittorioso nel 1992, liberalizzò l'economia e ristabilì intensi rapporti con l'Unione europea e gli Stati Uniti. Nel 1997, però, il fallimento di numerose società finanziarie, alle quali gli Albanesi avevano affidato i propri risparmi, precipitò il paese nel caos. L'Unione europea inviò una forza multinazionale, sotto comando italiano, per portare aiuti e ripristinare la legalità. Nelle elezioni del 1997 e in quelle del 2001 prevalse il partito socialista, che per affrontare i gravi problemi del paese (povertà, illegalità diffusa, emigrazione clandestina, profughi) proseguì la politica di cooperazione con i paesi occidentali, in particolare con l'Italia.