Parker, Alan
Regista cinematografico inglese, nato a Londra il 14 febbraio 1944. Autore in grado di abbinare una sicura maestria tecnica alla capacità di adattarsi a qualsiasi contesto, P. ha raggiunto il successo internazionale con il carcerario Midnight express (1978; Fuga di mezzanotte), candidato all'Oscar nel 1979, e ha in seguito esplorato l'universo del film musicale nelle sue molteplici forme, da Fame (1980; Saranno famosi) fino a Evita (1996), con esiti piuttosto discontinui. Ed è proprio l'aporia tra cinema d'autore e cinema spettacolare la fonte dell'originalità e al tempo stesso la causa della debolezza nella sua opera. Nel 1989 ha ottenuto una seconda nomination all'Oscar per la regia di Mississippi burning (1988; Mississippi burning ‒ Le radici dell'odio).
Seguì studi universitari in arte e grafica e si specializzò tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio dei Settanta come esperto pubblicitario. Lavorando in varie agenzie realizzò spot televisivi sviluppando una grande sensibilità per la cura dell'immagine, diventata poi l'elemento caratteristico delle sue opere. Dopo aver realizzato alcuni cortometraggi, esordì nella regia con Bugsy Malone (1976; Piccoli gangsters), curiosa e vivace parodia del cinema gangster interpretata da bambini. Il successo gli giunse però con Midnight express, film carcerario ambientato in Turchia, di tale durezza da diventare un modello del genere, seguito da Fame, musical tanto celebre da dare vita a una lunga serie televisiva. P. ha continuato le sue sperimentazioni mettendosi alla prova con un'opera d'animazione tratta da un disco dei Pink Floyd: Pink Floyd the wall (1982), tentativo sincero ma sfortunato di cartone animato sperimentale e apertamente non narrativo. Qualche anno dopo, la passione per tradizioni musicali molto diverse tra di loro avrebbe portato di nuovo P. a dirigere film sull'argomento, come The Commitments (1991), ambientato nella periferia di Dublino ed Evita, interpretato dalla pop star Madonna nel ruolo di Evita Peron. Ormai abituato ad accuse di sensazionalismo da parte della critica e a riconoscimenti non secondari di pubblico, P. si è cimentato in opere sempre diverse, segno di una personalità artistica di gran duttilità ma in alcuni casi non completamente convincente: Birdy (1984; Birdy ‒ Le ali della libertà) narra la storia ricca di commozione di due giovani reduci del Vietnam ormai trasfigurati e impazziti; Angel heart (1987; Angel Heart ‒ Ascensore per l'inferno) imbastisce una cupa e riuscita parabola horror, sostenuta dalle ottime interpretazioni di Mickey Rourke e Robert De Niro. La dimensione politica e la difesa dei diritti civili sono un altro filone rilevante della sua produzione: Mississippi burning, con Gene Hackman e Willem Dafoe, si concentra su un brutale caso di razzismo nell'America degli anni Sessanta; Come see the Paradise (1990; Benvenuti in Paradiso), con Dennis Quaid, riapre la drammatica pagina dei campi di concentramento statunitensi destinati ai detenuti giapponesi; The life of David Gale (2003), con Kate Winslet e Kevin Spacey, si schiera apertamente contro la pena di morte. Meno fortunato è stato il letterario Angela's ashes (1999; Le ceneri di Angela), tratto dall'omonimo romanzo di F. McCourt. Le opere più rabbiose e personali, come Shoot the Moon (1982; Spara alla Luna), con un grande Albert Finney, o il grottesco The road to Wellville (1994; Morti di salute), con Anthony Hopkins, non sembrano avergli offerto grandi soddisfazioni. Di qui, probabilmente, la decisione di concentrarsi su temi di grande effetto, raccontati con una certa sincerità, ma troppo spesso appesantiti dall'enfasi e dalla magniloquenza. Nonostante tutto, le sue opere sono caratterizzate da una sicura efficacia spettacolare, cosicché anche film basati su un impianto politico e civile come Mississippi burning oppure The life of David Gale risultano percorsi da elementi di thriller e suspense tesi a farne prodotti di sucuro interesse.
P. Houston, Parker, Attenborough, Anderson, in "Sight & sound", 1986, pp. 152-54.