Chartier, Alain
, Poeta francese (Bayeux 1385 circa - Avignone 1429 circa), segretario di Carlo VI e Carlo VII, appassionato sostenitore della Francia e dei suoi re nel periodo più grave della guerra dei Cento anni, autore di opere eloquenti e piene di patriottico sdegno contro i mali e le sventure del suo tempo. Accenna a D., per inciso, nel Livre de l'Espérance ou consolations des trois vertus (1434). Parlando della donazione di Costantino, sostiene che non all'imperatore vanno rimproverate le conseguenze di quell'atto, bensì ai papi simoniaci e alla Chiesa corrotta che ne fecero cattivo uso: " Et tu Dante poëte de Florence, se tu vivoies ades, eusses bien matière de crier contre Constantin, quant au temps de plus observee religion le osas reprendre, et lui reprouchas en ton Livre, qu'il avoit ietté en l'Eglise le venin, et la poison dont elle seroit desolee, et destruicte. Pource que il doña premier a l'Eglise les possessions terriennes, que aucuns autres auctorisez docteurs luy tournent à louenge et en merite. Qui te mouvoit à si catholique Empereur envair et blasmer, fors les scismes, les discords, les desordonnances, et iniquitez que tu veoyes naistre de l'Eglise par l'abondance des richesses du Clergié? qui sont nourriture d'ambition, et d'envie; ainsi que la gresse est nourrissement de feu, et l'uille de la fiamme. Je ne t'accorde pas que pour l'abus des recevans soit frustree la charite du donneur " (citato in A. Farinelli, D. e la Francia, I 197-198).
Il passo ha qualche analogia con uno aggiunto da Laurent de Premierfait alla traduzione del De Casibus virorum illustrium del Boccaccio, sempre a proposito della donazione di Costantino: " Adonc fut espandu en leglise de dieu le venin qui degoute de tous les pechiez denfer... " (cfr. Farinelli, op. cit., I 195). Secondo il Counson (D. en Frana, p. 10) il passo di Alain allude sicuramente a If XIX 115-117 e a Mn III X 10-12; il Farinelli (per il quale il trattato della Monarchia, con affermazione forse troppo recisa, " a' tempi di Alain Chartier era ignoto ancora e sepolto " in Francia) non sa decidere se Alain avesse veramente letto la Commedia o se conoscesse D. solo per fama, attraverso gli scritti di Christine de Pisan (op. cit., pp. 192-198); il Beyer (Traducteurs et commentateurs de D. en France, p. 585) afferma con decisione, richiamando a una lettura attenta del passo, che Alain non conosceva direttamente né la Commedia né la Monarchia. Effettivamente le parole di Alain sembrano derivare da una conoscenza indiretta (discussioni di teologi sulla Monarchia, Christine de Pisan, Laurent de Premierfait) della figura e delle concezioni politiche di Dante.
Bibl. - V. alla voce Francia (particolarmente i contributi di E. Bouvy, A. Counson, A. Farinelli, W.P. Friederich e R. Beyer). Il Livre de l'Espérance, in Les oeuvres de maistre A. C., clerc, notaire et secrétaire des roys Charles VI et VII, Parigi 1617. Su di lui: P. Champion, Histoire poétique du XVe siècle, ibid. 1923, 1-165; E.J. Hoffman, A. C.: His Work and Reputation, New York 1942.