Aladino
Un ragazzo coraggioso e una lampada magica
La lampada di Aladino è una delle più famose novelle delle Mille e una notte, la celebre raccolta araba di centinaia di racconti di origine diversa. Aladino ne è il protagonista, un monello cinese, povero, con un papà sarto
Aladino non vuol continuare il mestiere del sarto: non gli piace. Preferisce stare in mezzo alla strada a giocare con i ragazzi della sua età. Il papà muore e Aladino vive con la povera madre, filatrice di cotone. Un giorno giunge un mago africano che si presenta ad Aladino come il fratello del suo povero papà. Il mago è gentile, offre sostegno ad Aladino e alla madre. Tante gentilezze hanno però uno scopo: il mago vuole infatti che Aladino lo aiuti a entrare in possesso di una lampada magica dalla quale, una volta sfregata, esce un genio capace di esaudire qualsiasi desiderio. Aladino aiuta il mago, ma capisce che questi, dopo aver raggiunto il suo scopo, lo avrebbe ucciso: così fugge e riesce a tenere la lampada magica per sé.
Si rivelano allora le grandi capacità, l'intelligenza e la saggezza di Aladino che, grazie alla lampada, esprime desideri che lo facciano vivere da ricco ma senza eccessi. Generoso e riconoscente, aiuta la madre a vivere decorosamente. Un giorno Aladino si innamora di una bella principessa, la figlia del sultano. La madre cerca di dissuaderlo da un simile pensiero, ma Aladino sfrega la lampada e al genio, che subito esce, chiede aiuto per avere tutto ciò che è utile per poter chiedere in sposa la principessa.
Il genio gli costruisce il più bello dei palazzi, gli dà ricchezze infinite, abiti sontuosi e gli procura una corte degna del più potente dei principi. Così Aladino può sposare la principessa e vive saggio e felice, collaborando con il sultano per la difesa e il governo dello Stato.
Ma il mago africano lo viene a sapere, ruba la lampada ad Aladino e fa trasportare dal genio l'intero palazzo, la principessa e tutta la corte in Africa. Il furbo Aladino riesce a uccidere, con l'aiuto della moglie, il mago cattivo e anche il fratello del mago, ancor più cattivo, e si impossessa di nuovo della lampada. Col tempo egli diviene sultano, governa saggiamente, vive felice e contento e ‒ conclude la novella ‒ lascia ai suoi figli un regno prospero.
La novella di Aladino ha avuto grande successo in tutto il mondo, tant'è vero che è conosciuta ovunque. Eppure non è la novella più importante delle Mille e una notte, come non lo sono altre altrettanto famose (Alì Babà e Sindbad il marinaio, per esempio). Difatti in molte versioni delle Mille e una notte queste novelle non sono nemmeno riportate, perché se ne preferiscono altre, più importanti, dalle quali emerge il mondo della società orientale.
Qual è allora il segreto del successo di Aladino? Egli rappresenta il ragazzo fortunato, che riesce a ottenere con facilità quello che altri non riuscirebbero mai a ottenere, nemmeno a costo di notevoli sacrifici. È anche un eroe popolare: è il classico scavezzacollo disubbidiente ai comandi dei genitori, ma al contempo capace, di fronte alle necessità concrete della vita, di sapersela cavare e di essere equilibrato e generoso con i poveri e con gli umili. Anche quando diviene principe è amato da tutti, sia per la saggezza sia per la generosità.
Nell'Ottocento, durante il Romanticismo, Aladino fu preso dal celebre scrittore danese Hans Christian Andersen come simbolo e come stimolo per la fantasia e la libertà dei popoli oppressi. Forse per questo anche Walt Disney gli ha prestato tanta attenzione, dedicandogli cartoni animati e fumetti.
Le avventure di Aladino sono belle, affascinanti. Piacerebbe senz'altro a tutti possedere una lampada che esaudisse i propri desideri. Solo che forse non tutti sarebbero capaci, come lui, di esprimere desideri con obiettivi importanti ma che allo stesso tempo non danneggino gli altri. Anzi, in caso di necessità Aladino aiutava i bisognosi elargendo beni e denaro. Queste caratteristiche, sembra volerci dire la novella di Aladino, devono essere possedute da chi è ricco o ha il potere di reggere uno Stato.